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Venezuela: Omicidi mirati e attacchi

Seminare il terrore, dentro e fuori il paese. Contro chiunque non accetti il racconto dei «pacifici manifestanti oppressi dalla dittatura». Questo l’intento dell’estrema destra venezuelana, che al dialogo voluto dal papa preferisce le bombe: all’occorrenza quelle di escrementi e pietre, le «puputov».

Sui loro siti rivendicano le «imprese», diffondono video e minacce a giornalisti, attivisti e intellettuali non «conformi». Anche in Italia. L’ambasciata venezuelana a Roma ha già subito tre attacchi. Inchieste di media alternativi mostrano l’impiego di minorenni giovanissimi, che fabbricano molotov dietro compenso. Tutto ha un prezzo, anche le tariffe si possono verificare. La foto della fake-woman di Voluntad Popular, Lilian Tintori, ritratta alla Casa Bianca insieme a Trump grazie all’azione delle lobby di Miami, sarebbe costata qualche milione di dollari.

ANCORA PRIMA che gli attentati accadano, compare la notizia sui siti di Miami: come per il gigantesco incendio che ha distrutto il Magazzino Generale di Medicinali nello stato di Bolivar. Il governatore Francisco Rangel Gomez ha spiegato che i farmaci e le attrezzature acquistati di recente stavano per essere consegnati agli ospedali e alla rete ambulatoriale sudorientale del paese, gratuitamente. Una grave perdita nella situazione economica che vive il paese, strangolato da anni di sabotaggio e dall’accaparramento. In Venezuela siamo stati testimoni delle scoperte di depositi di prodotti e farmaci fondamentali, accaparrati e lasciati deperire per provocare penurie, e quindi proteste. Scoperte dovute al lavoro di giornalisti indipendenti e della popolazione organizzata nei consigli comunali e nelle Comunas: il «potere popolare», all’origine della costituzione bolivariana, a cui ha fatto appello il presidente Maduro per proporre un’Assemblea costituente, che si sta preparando con discussioni capillari nel paese: rivolte a tutti i settori, anche a quelli imprenditoriali e contrari al governo. Obiettivo, riformare lo Stato, tutelare le conquiste della «rivoluzione bolivariana» e rimettere al mandato popolare come occorre proseguire.

MA I PRINCIPALI partiti di opposizione non ne vogliono sapere e continuano a manifestare. Ieri sono state bloccate varie strade con le «guarimbas», le trappole di barricate, chiodi e olio per far cadere chi torna in moto dal lavoro. E continuano gli omicidi mirati. È stato ammazzato un noto internazionalista cileno, militante del Mir-Egp, che si trovava in Venezuela dal colpo di Stato contro Allende in Cile. Si chiamava José Alcoholado, noto come Chico Alejo, fondatore dell’Esercito guerrigliero dei poveri in Cile. Maduro ha risarcito con un altro mezzo pubblico assegnato dal governo, l’autista Leonardo Liconte, sequestrato dagli incappucciati, portato a Chacao (uno dei quartieri agiati dove si stanno svolgendo le proteste) e obbligato a guardare il rogo del suo mezzo di lavoro.

LO SCONTRO avviene anche tra gli intellettuali latinoamericani di opposte tendenze. L’argentino Atilio Boron è sceso in campo per smontare gli argomenti di opposizione. Boron invita prima di tutto a considerare il ruolo degli Usa e dei suoi alleati nel nuovo contesto geopolitico. Come si può considerare il chavismo una dittatura – dice – quando ogni volta che ha perso le elezioni, a differenza della destra, ha sempre riconosciuto il risultato? E come non vedere che, come nel 2014, la maggioranza delle vittime è costituita da chavisti, ignari passanti e poliziotti o morti sospette? Errori? Certo, ma come inquadrarli se si tace che il grosso della produzione locale, alternativa al petrolio, viene sottratto dal contrabbando? Il Venezuela è nella mira anche per le sue riserve di oro, in un momento in cui lo sviluppo della «via della Seta» ridimensiona il valore della moneta Usa. E per la prima volta, il Brasile di Temer ha concesso agli Usa esercitazioni militari congiunte in Amazzonia. Il presidente peruviano, l’imprenditore Kuczynski, lasciarebbe volentieri via libera agli Usa verso il Venezuela.

Per questo, «partiti, sindacati, movimenti» organizzano a Roma una manifestazione per la pace in Venezuela mercoledì dalle 14, a Piazza delle Cinque Lune.

Geraldina Colotti

da il manifesto

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