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Un triste anniversario che dovrebbe far riflettere. Lettera aperta da una libera pensatrice.

Nove anni fa e poco più, esattamente il 15 ottobre del 2009, le Forze dell’ordine fermarono e prelevarono Stefano Cucchi, un giovane uomo di trentuno anni, un giovane geometra, il quale ha visto la sua vita sfiorire a causa, in pratica, del possesso di 21 grammi di resina di canapa (una resina del tutto naturale che viene naturalmente prodotta dalla pianta di canapa come protezione dai parassiti) volgarmente detta: “hashish”, e di possesso di alcune dosi di cocaina, possesso che esercitava senza ledere alcuno se non se stesso chiaramente parlando di un eventuale assunzione di cocaina, sostanza tossica per l’organismo umano giacché fabbricata tramite uso di una normale pianta (la “Erythroxylum coca”) addizionata con sostanze chimiche quali: carbonato di sodio; cherosene; acido solforico; ammoniaca. Dunque, di norma, al di là delle opinioni personali, generalmente commettere un reato autorizza i tutori dell’ordine ad intervenire nella vita privata di un individuo, questo è logico, tuttavia generalmente un reato dovrebbe evincersi proprio lì dove vi sia una vittima, cosa che, a rigor di logica, di certo non accade quando un comportamento riguardi il solo esercitante dello stesso e-o l’eventuale azione di due o più persone nel perseguimento di uno scopo comune non sovversivo.

«Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito». Antico proverbio cinese.

Dinnanzi alle notizie inerenti l’omicidio del giovane romano io sono rimasta gravemente atterrita seppur il fatto non mi abbia sorpreso più di tanto e, in tutta onestà, vedere lo sgomento sul volto di alcuni ben pensanti, per così dire, ha evidenziato ai miei occhi che è proprio in questi casi che si evidenzia  quanto l’ipocrisia sia cara alla mia bella terra natale, l’Italia, infatti, proprio su questa meravigliosa terra, ogni giorno, mentre chi beve alcool devastando il proprio fegato, distaccandosi totalmente dalla propria capacità di intendere e di volere e creando una forte dipendenza verso simili bevande può andarsene in giro lecitamente indisturbato, tanto quanto chi decide di avvelenare se stesso e il mondo circostante con la combustione del tabacco che è una pianta in grado di dare con incredibile velocità una seria dipendenza psico-fisica, per quanto riguarda il consumo di altre piante (nel caso della canapa) e sostanze (nel caso di altre sostanze prodotte dall’uomo e annoverate nelle tabelle dell’illegalità) si viene trattati dalla legge in maniera del tutto differente, fatto piuttosto ingiusto se si pensa che entrando nei tribunali la prima cosa che si nota in bella vista è proprio la scritta:

”LA LEGGE è UGUALE PER TUTTI” quando in realtà, proprio sulla mia amata terra, una vera e propria forma di razzismo culturale può violare incessantemente i fondamentali diritti dell’uomo sanciti nel 1948, esattamente settant’anni fa, nella DICHIARAZIONE DEI DIRITTI UMANI, dichiarazione decretata proprio al fine di tutelare gli esseri umani dalle barbarie troppo spesso commesse proprio in nome della “legge” , di sovente persino a danno dell’intera umanità; eppure tutto l’impegno profuso dagli elaboratori di tale Dichiarazione sembra proprio non bastare a tutelare realmente i cittadini che calpestano il suolo italiano in modo equo e logicamente sensato, e questo ad esempio è abbastanza noto ai quasi sette milioni di liberi cittadini consumatori di canapa italiani, i quali ben sanno che gli “abusi di potere”, ovvero violazioni dei Diritti Umani, da parte dei rappresentati dello Stato, che in ogni caso svolgono il loro lavoro seguendo semplicemente le direttive legislative del momento, avvengono inevitabilmente OGNI GIORNO  a danno di chi appunto persegue le proprie scelte, opinioni ed ideali spesso, come nel mio caso, persino perseguendo la salute e alti ideali religiosi, consumando i fiori e la resina di una pianta medicale estremamente importante, una pianta che dalle ultime ricerche risulta persino utile ai malati di AIDS  e a sconfiggere delle reali tossicodipendenze e il ben noto alcolismo, e tutto ciò continua ad accadere persino ora che la canapa è stata riconosciuta appunto dalla scienza come pianta medicinale, pianta che non dà dipendenza fisica, a differenza del tabacco, e per cui può essere richiesta una prescrizione sanitaria presso qualunque medico e per innumerevoli patologie, da un semplice mal di testa a patologie ben più gravose quali sclerosi multipla, glaucoma, stati tumorali e tanto altro (la lista completa sarebbe davvero lunga e necessiterebbe di un singolo articolo dedicato; questo è un link riassuntivo: http://www.canabruzzo.it/?p=386 ), così, ignorando del tutto le innumerevoli qualità di tale pianta lo Stato continua a perseguitarci tramite la legge e persino io che sono una donna adulta seria ed onesta con tanto di regolare prescrizione medica e di fior fior di soldi spesi presso il sistema sanitario per il proprio consumo di canapa, devo vivere con lo spavento addosso giacché potrei facilmente ritrovarmi a vedere le Forze dell’ordine penetrarmi in casa senza alcun rispetto per l’eventuale patologia ansiolitica contrassegnata sulla suddetta prescrizione (sia chiaro che non parlo solo per ipotesi, tutto ciò è realmente accaduto a molti pazienti di canapa terapeutica nonché a molti consumatori di canapa light, detta canapa legale, che è regolarmente venduta in appositi negozi e tabaccherie non contemplando in sé alti livelli di THC, importante sostanza terapeutica naturalmente contenuta nella canapa e responsabile del senso di rilassamento psico-fisico da questa generato),  tutto ciò mentre ognuno di noi può legittimamente intossicarsi con piante del tutto legali e del tutto nocive per l’organismo, come il tabacco, e con preparati tossici come l’alcol e gli additivi chimici industriali addizionati alla maggior parte del classico cibo del supermercato che ogni giorno possiamo tutti lecitamente acquistare senza di certo per questo rischiare di essere criminalizzati dallo Stato in cui viviamo e in cui PAGHIAMO LE TASSE. C’è poi un pensiero su cui mi soffermo spesso a riflettere: se esiste un atteggiamento criminoso in merito a determinate “cose”, come accade nel caso dello spaccio- vendita abusiva di “cose” non vendute da parte di entità legalmente riconosciute, è proprio a causa dell’illegalità che viene posta su queste “cose”; la canapa è una pianta terapeutica ed è evidente che la preoccupazione in merito al suo consumo da parte delle istituzione non abbia alcuna fondatezza scientifica, per quanto riguarda invece la reale problematica del consumo delle droghe (e con questo termine intendo sostanze tossiche per l’organismo ancor peggio quando sintetiche) è evidente che in tal caso la preoccupazione è del tutto comprensiva, anche perché, a differenza della canapa che è annoverata come “droga leggera” proprio perché non è in grado di determinare una dipendenza fisica, cosa che accade invece con piante come il tabacco, le vere droghe  hanno spesso il reale potere di creare in breve tempo una dipendenza fisica e cagionare irrimediabilmente l’organismo e chiaramente ciò è del tutto allarmante, e il discorso vale anche per gli psico-farmaci che danno ugualmente dipendenza, tuttavia affrontare istituzionalmente il problema con la repressione e l’illegalità non ha mai risolto questo pesante fardello sociale, bensì ha creato le basi per l’esistenza di un reato come quello dello spaccio di qual si voglia genere (infatti questo accadeva anche con l’alcol nel momento in cui questo era illegale, nella famosa era proibizionistica americana), reato che, attuando leggi più inerenti il controllo delle sostanze da parte dello Stato piuttosto che la repressione e la punizione, andrebbe ovviamente a perdere del tutto il suo senso di esistere. Credo sia abbastanza logico tale ragionamento e Paesi come l’Olanda hanno dimostrato già da tempo l’efficacia di simili dinamiche politico-sociali.

Stefano Cucchi è stato vittima di gente barbara, rozza e brutale, gente che poteva appartenere a qualunque categoria, ma la cosa ancor più grave, è che egli è stato a mio avviso vittima della legge Statale che ogni giorno da disposizione alle Forze dell’ordine di poter entrare nell’intimità di un individuo autorizzate solo dalla libera scelta di quel malcapitato essere umano di consumare una qual si voglia pianta e-o sostanza, situazione già di per sé svilente e annichilente per l’individuo che la subisca. Stefano è stato prelevato dalle Forze dell’ordine perché in possesso della resina di una pianta e di una sostanza prodotta dall’uomo (la cocaina) che aveva senz’altro scelto di consumare in piena consapevolezza nel rispetto dei suoi INVIOLABILI DIRITTI UMANI, ed è inaccettabile che nel 2018 si debbano ancora vivere tali soprusi nei confronti delle personali scelte di un essere umano. Del resto, esistono ancora leggi repressive persino nei confronti di cittadini che decidono consapevolmente di utilizzare una semplice pianta terapeutica come la canapa, pianta Creata da Dio Onnipotente e Donata all’essere umano tramite la Natura, pianta che viene utilizzata così come la terra l’ha generata, semplici infiorescenze essiccate e resina naturalmente presente sulla superficie della pianta e, persino a causa di ciò, possiamo essere tacciati di illegalità e persino di superficialità di intenti, ovvero, mentre nessuno oserebbe mettere in discussione la serietà di un consumatore di tabacco io potrei essere presa meno sul serio perché invece che il tabacco utilizzo la canapa, divenendo dunque automaticamente meno rispettabile agli occhi della gente a causa del pregiudizio sociale che riguarda tale pianta, quando invero l’atto del fumare è già più che socialmente accettato e, per di più, ci tengo a sottolineare che sempre più persone scelgono appunto di consumare la canapa con appositi vaporizzatori, domestici o portatili, al fine di eliminare i danni derivanti dalla combustione e di sfruttare al meglio le qualità terapeutiche di questa pianta, evitando così persino di inquinare l’aria, a differenza dei più consueti consumatori di sigarette, ai quali in ogni caso di certo non toglierei mai la possibilità di esercitare la propria libera scelta di consumare tabacco nel modo che ritengono più consono, infatti io so rispettare le scelte altrui; invece, per quanto mi riguarda, in quanto consumatrice di canapa, io mi sento del tutto vittima di una vera e propria forma di discriminazione sociale, razzismo (xenofobia: paura del diverso) il tutto avvalorato direttamente dalle leggi dello Stato di cui faccio parte. Così, mentre la canapa, come è dimostrato scientificamente, non ha alcuna capacità di uccidere l’organismo umano http://freeweed.it/perche-non-puo-verificarsi-overdose-mortale-cannabis/   (22-10-2018)

, di certo le armi da fuoco, indegni oggetti che sono, secondo me, l’emblema dell’inciviltà umana, ne sono perfettamente in grado, eppure innumerevoli individui, denominati cacciatori, possono procurarsi un porto d’armi e recarsi tranquillamente nei meravigliosi boschi della Terra, andandosene in giro armati a compiere omicidi del tutto legittimati nei confronti di animali del tutto indifesi dinnanzi alle armi da fuoco e, a proposito di tale argomento, ci tengo a ricordare l’incresciosa ed incredibile tragedia accaduta al giovane escursionista di Apricale il 30 settembre 2018, fatto tutt’altro che isolato, basti pensare che l’associazione Vittime Della Caccia ha consegnato l’ultima relazione annuale in merito evidenziando 115 vittime solo per l’anno scorso. http://www.vittimedellacaccia.org/component/content/article/42-dossier/3211-2018-01-31-15-17-50.htm   (22-10-2018)

Stesso dicasi per il proibizionismo che ha già ampiamente dimostrato di essere in grado di mietere innumerevoli vittime e, a tal proposito, oltre la vicenda di Stefano Cucchi, vorrei ricordare la tragedia di Lavagna, https://www.huffingtonpost.it/2017/02/17/roberto-saviano-cannabis-legale_n_14810220.html    (22-10-2018)

avvenuta il 13 febbraio 2017, quando un adolescente di 16 anni spaventato dagli agenti della Guardia di Finanza che perquisendolo a scuola lo trovarono in possesso di qualche grammo di hashish e decisero di procedere con una perquisizione domestica, giunto a casa prese la tragica decisione di gettarsi dalla finestra; senza dimenticare la tragedia di Aldo Bianzino di Perugia, un padre di famiglia morto- ucciso in carcere nel 2007 a  44 anni dopo essere stato arrestato per il possesso di alcune piantine di canapa; così come Antonino Cangemi morto nel 2016 per un infarto in carcere dopo un anno di reclusione per l’accusa di coltivazione di piante di canapa, quando fra l’altro l’uomo soffriva di salute, motivo per cui i familiari chiesero più volte gli arresti domiciliari senza alcun riscontro positivo da parte degli enti competenti. Dunque a questo punto  chiederei ai miei cari concittadini, siete veramente disposti a credere che un essere umano che decide in piena consapevolezza e nel rispetto della sua libertà e del suo Credo e del suo intimo ed inviolabile rapporto con la Natura di fruire di una pianta sia pericoloso per la società al punto di permettere a leggi governative di potergli togliere la libertà? Non è forse la società stessa ad avvalorare comportamenti illeciti nei confronti di sostanze e piante di cui vieta, di fatto, il libero commercio?

Genesi 1:29 1:30

[29]Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. [30]A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. [31]

VERSETTI BIBLICI TRATTI DA:

https://www.biblegateway.com/passage/?search=Genesi+1%3A29-31&version=CEI

Io sono solo una semplice cittadina, ad ogni modo, per quanto riguarda la pianta di canapa, Dio, unico indiscutibile Giudice a cui sempre mi rimetto, ha già ben spiegato come la “pensa”, infatti la pianta di canapa l’ha Esso Stesso ben Creata e noi tutti abbiamo il Diritto di fruirne così come Madre Terra ce l’ha donata apprezzandola nella sua integralità sotto il profilo: alimentare; terapeutico; spirituale; ricreativo; artigianale; ed ecologico, e dunque, alla Luce della logica e del buon senso, nonché seguendo la Via della consapevolezza caratterizzante di questa “nuova era” iper progressista, noi cittadini onesti e consapevoli consumatori di canapa non possiamo più restare in silenzio dinnanzi a tali ingiustizie ed ipocrisie ed io non potrò essere realmente serena finché la Legge non diverrà davvero UGUALE PER TUTTI, in accordo con il principio di eguaglianza custodito dall’”Art. 3” della “Costituzione della Repubblica Italiana”, e Rispettosa dei Diritti Umani.  Nove anni fa, esattamente il giorno 15 ottobre, Stefano Cucchi venne fermato dalle Forze dell’ordine, dipendenti pubblici che obiettivamente dovrebbero tutelare tutti i cittadini e a cui, proprio i cittadini con le tasse che versano nelle casse dello Stato, pagano di fatto lo stipendio (in pratica è evidente che noi consumatori di canapa contribuiamo con le tasse alla sussistenza di Enti Pubblici che utilizzeranno le proprie energie per perseguitare proprio noi stessi, generando a nostro discapito un vero e proprio conflitto d’interessi), e proprio in quel dì in cui  venne tacciato di illecito atteggiamento a causa del suo possesso di determinate sostanze, iniziò il suo calvario, ennesima triste vicenda  di un giovane uomo, reo del possesso di sostanze naturali e non, che probabilmente riteneva a sé utili (chiaramente non potremo sapere mai la sua versione dei fatti poiché non gli è mai stato permesso di esporla, come invece dovrebbe sempre accadere in un Paese che riesce a tutelare i diritti di tutti i cittadini), vicenda che lo condusse infine alla sua tragica morte, il 22 ottobre 2009, dunque, in generale, in questo periodo di memoria, inviterei tutti ad evitare le ipocrisie circostanziali perché i problemi vanno affrontati a monte con coraggio e virtù invece di versare postume lacrime di coccodrillo su tragedie del tutto evitabili in un Paese che fosse più democratico e civilizzato (ci basti pensare all’inossidabile modello olandese, portoghese, uruguayano, canadese etc…).

Il pregiudizio e l’ignoranza uccidono molto più di quanto siamo abituati a pensare. Forse possiamo far sì che tali tragiche vicende insegnino qualcosa alla nostra povera Italia, per esempio ad aprire gli occhi e guardare finalmente la realtà dei fatti:

Ecco come stanno le cose: riporto un breve articolo di Andrea Oleandri in merito alla “Relazione annuale sul fenomeno della tossicodipendenza in Italia- Anno 2018”: Tratto da: CILD Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili “Droghe. Nella Relazione al Parlamento il proibizionismo che non funziona”

Andrea Oleandri 2 October 2018

DA: https://cild.eu/blog/2018/10/02/droghe-proibizionismo-non-funziona/

“POLITICHE SULLE DROGHE, LA RELAZIONE AL PARLAMENTO CI DICE CHE IL PROIBIZIONISMO HA FALLITO”

Lo possiamo dire forti dei dati ufficiali che arrivano dal Dipartimento delle Politiche Antidroga, riportati nella Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia – Anno 2018, pubblicata venerdì scorso con qualche mese di ritardo rispetto al dovuto.

Il proibizionismo ha ingrassato le mafie. Leggendo la Relazione scopriamo che ancora una volta le attività economiche connesse al mercato delle sostanze psicoattive illegali rappresentano circa il 75% di tutte le attività illegali e pesano per circa lo 0,9% sul PIL, ovvero quasi 15 miliardi di euro. Soldi che ovviamente finiscono nelle tasche delle grandi organizzazioni criminali che, da questo mercato, recuperano risorse che poi investono in altre attività illecite. Il consumo di cannabis vale il 28% di questa somma, quindi di per sé arricchisce le mafie con circa 4 miliardi di euro ogni anno.
La legalizzazione della sola cannabis toglierebbe queste risorse ai gruppi criminali, portandole allo Stato in termini di tassazione.

Il proibizionismo distrae l’attenzione e i fondi delle forze dell’ordine. A leggere la relazione si scopre come il dato dei sequestri sia in aumento. Il 95% di questi ha riguardato cannabinoidi, il 4% cocaina e il restante 1% tutte le altre sostanze. Questo significa che le forze dell’ordine sono impiegate per lo più nella ricerca di una sostanza che in quanto ad impatto sulla salute ha effetti negativi minori rispetto a sostanze attualmente legali (alcol e tabacco) e che ormai numerosi stati nel mondo hanno deciso di legalizzare. La Relazione non ci dice quanto costi questa attività di polizia. Sappiamo però da passate edizioni che dal 2008 al 2013 drenavano circa 180 milioni all’anno. Legalizzare la cannabis e depenalizzare le altre sostanze avrebbe dunque come effetto quello di liberare risorse – economiche e umane – per perseguire crimini violenti, maggiormente impattanti e garantire un maggiore controllo del territorio.

Il proibizionismo rallenta i tempi della giustizia e incide sul sovraffollamento penitenziario. Il cambio di politiche sulle droghe permetterebbe di decongestionare anche carceri e tribunali. Stando alla Relazione, infatti, sono in aumento i procedimenti penali pendenti per reati di produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti (art. 73 DPR n. 309/1990) che sono stati 81.665 ed hanno coinvolto 166.301 persone. In crescita anche le segnalazioni per art. 75 DPR n. 309/1990 che hanno coinvolto 38.614 persone, di cui il 93% di genere maschile e il 73% con meno di 30 anni. Anche in questo caso la sostanza che la fa da padrona è la cannabis, causa del 79% delle segnalazioni per uso personale.

Aumenta in termini di presenze il numero dei detenuti presenti nelle carceri italiane per reati previsti dall’art. 73 che, va ricordato, punisce per lo più spaccio e coltivazione, mentre a punire il traffico internazionale è l’art. 74 del DPR n. 309/90. In generale i presenti per reati legati alle politiche sulle droghe continuano ad essere un terzo del totale della popolazione carceraria che sta tornando ai livelli che ci costarono la condanna europea. Inoltre, nel 2017, 4.055 soggetti sono entrati nel circuito della Giustizia Minorile per reati di produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti, un terzo dei quali per la prima volta. 163 sono stati i nuovi ingressi registrati negli istituti penali per i minorenni a causa di reati droga-correlati.
Anche in questo caso, cambiare le politiche sulle droghe, ci permetterebbe di liberare circa 1 miliardo di euro l’anno di risorse che potrebbero essere utilizzate per la prevenzione e le politiche di riduzione del danno che in Italia non hanno ricevuto spazio e sostegno economico”

Io sono un’onesta cittadina e, in quanto tale, non è giusto che io possa essere criminalizzata per il mio personale consumo di fiori e resina di una pianta, così come non è giusto per tutti quei consumatori di canapa che ogni giorno possono subire infamanti e criminose accuse da parte della “legge”, rei  solo di aver  liberamente scelto di fruire di un bene universale e patrimonio dell’umanità quale è la pianta di canapa, una pianta donata a tutti noi da Dio tramite la Natura, ed utilizzata fin dagli albori dell’umanità. http://canalife.altervista.org/hashstory.html (22-10-2018)

Ci tengo inoltre a ricordare ancora una volta che la canapa è utilizzata in innumerevoli religioni come sacramento ed è a dir poco scandaloso, dinnanzi all’Art. 18 della Dichiarazione dei Diritti Umani nonché agli Art. 19 e 20 della Costituzione della Repubblica Italiana, che io debba avere problemi e limitazioni, nonché subire discriminazioni, inerenti il mio consumo religioso di canapa, il quale di certo non offende il buon costume, tant’è che l’atto del fumare è già più che socialmente accettato e, per di più, ci tengo a sottolineare che sempre più persone scelgono di consumare la canapa con appositi vaporizzatori, domestici o portatili, al fine di eliminare i danni derivanti dalla combustione e di sfruttare al meglio le qualità terapeutiche di questa pianta, evitando così persino di inquinare l’aria, a differenza dei più consueti consumatori di sigarette, ai quali in ogni caso non toglierei mai la possibilità di esercitare la propria libera scelta di consumare tabacco nel modo che ritengono più consono, infatti io so rispettare le scelte altrui e, in rispetto dell’Art. 1 e2 della Dichiarazione dei Diritti Umani, dovremmo farlo tutti e smetterla di discriminare il prossimo per le proprie scelte individuali. Per quanto ancora lo Stato Italiano potrà fare finta di niente dinnanzi a tutto ciò?

Chissà! Io mi rimetto a Dio e al Suo Potere Divino, prego, spero e scrivo… Amore, Salute, Pace e Benedizioni a voi da una Libera Pensatrice.

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