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Turchia: Erdogan prolunga lo stato d’emergenza e si prepara ad attaccare Afrin (Siria del nord)

Ancora arresti di massa in Turchia sotto lo stato d’emergenza post-golpe, che il regime islamista del Sultano Erdogan ha annunciato di voler prolungare di altri 3 mesi alla scadenza, prevista questa settimana.

Sono quasi mille (986) le persone finite in manette nell’ultima settimana con accuse di terrorismo. Lo rende noto il ministero degli Interni. La maggior parte (721) sono accusate di collegamenti con la presunta rete golpista di Fethullah Gulen. Altre 183 sono state arrestate in operazioni contro il Pkk curdo, durante le quali – sostiene sempre Ankara – sono stati uccisi 2 combattenti curdi e feriti altri 17. Detenuti inoltre 71 sospetti jihadisti di Daesh e 11 membri di organizzazioni di sinistra messe fuori legge da Ankara. Dal fallito colpo di stato del 2016, circa 90 mila persone risultano arrestate in Turchia con accuse di terrorismo.

Intanto la presenza dell’esercito turco, affiancato dalle bande islamiste, si fa sempre più minacciosa sul confine turco-siriano nei pressi del cantone di Afrin (Siria del nord) controllato dalle forze rivoluzionarie curdo-siriane a guida Ypg ma staccato dagli altri cantoni del Rojava (Kobane e Cizire), e dunque circondato dall’esercito turco (schierato con la scusa del monitoraggio della tregua nell’ambito del processo di Astana) e milizie alleate di Ankara. Erdogan sta rafforzando sempre di più la presenza turca nell’area dove si trova anche Idlib e vuole attaccare frontalmente la rivoluzione confederale del nord della Siria. Nel fine settimana ci sono stati diversi scontri a fuoco.

Ankara, intanto, se la prende anche con gli Stati Uniti, condannando come “estremamente sbagliata” la decisione di Washington di creare una “Forza militare di protezione del confine della Siria”, a guida curda, alle frontiere con Turchia e Iraq. Lo scrive in una nota il ministero degli Esteri di Ankara, che denuncia inoltre di non essere stato consultato in merito. Secondo quanto annunciato degli Usa, verrà creata una guardia frontaliera di circa 30 mila uomini, composta almeno per metà da membri delle Forze democratiche siriane (Sdf) che, insieme alla Coalizione internazionale, hanno praticamente sconfitto Daesh.

Sentiamo Murat Cinar, giornalista della sinistra turca che vive da anni in Italia. Ascolta o scarica

da Radio Onda d’Urto

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