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Trieste, la solidarietà criminalizzata: il PM di Bologna accusa anche Lorena Fornasir

Le parole di Gian Andrea Franchi e Lorena Fornasir: “Si vuole colpire esemplarmente due persone senza una verifica rigorosa dei fatti” il PM ha reso nota la conclusione delle indagini preliminari nel procedimento. Gian Andrea Franchi e Lorena Fornasir dell’associazione Linea d’Ombra di Trieste aggiornano sulla vicenda giudiziaria che li vede coinvolti.

Lerena e Gian Andrea

“Comunichiamo a tutti gli amici e compagni che ci hanno sostenuto e ci sostengono e a tutti coloro che ci conoscono – scrivono la presidente e il vice presidente dell’associazione – che il PM di Bologna, nel cui tribunale si è conclusa l’istruttoria che ci riguarda, ha deciso di inviarci a Giudizio con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina a scopo di lucro in concorso con una “cellula triestina”, composta di decine di persone, “con le aggravanti ad effetto speciale del concorso di tre o più persone e dell’uso di documenti contraffatti […] Con l’ulteriore aggravante d’aver commesso il fatto al fine di trarre profitto”.

“Il PM di Bologna ha sposato interamente l’accusa del PM triestino (famoso alla cronache per essere stato anche tra gli inquisitori dei volontari dell’associazione Ospiti in Arrivo di Udine, poi prosciolti da ogni accusa Ndr.), aggiungendovi anche Lorena e il reato di permanenza illegale”.

“Che l’accusa contrasti in maniera grottesca con il profilo personale e la nostra attività quotidiana – proseguono i due volontari -, che si svolge in luogo pubblico, sotto gli occhi di tutti – e anche con il nostro ulteriore intervento immediatamente successivo al rilascio della famiglia iraniana dalla Questura, dopo che erano stati fermati alla Stazione -, è rimasto del tutto indifferente al meccanismo accusatorio.”

“È perfettamente ovvio dedurre da questo comportamento che negli inquirenti domina una volontà politica e non una semplice e rigorosa verifica di fatti e comportamenti: la volontà politica di colpire esemplarmente due persone – e indirettamente chi collabora con loro – che si occupano ogni giorno di costruire situazioni di solidarietà e di rispetto nei confronti di persone che rischiano la vita – e anche muoiono – per raggiungere luoghi in cui ritengono di poter vivere dignitosamente. Noi peraltro continueremo nel nostro impegno”, concludono Gian Andrea Franchi e Lorena Fornasir.

Esprimiamo la solidarietà e vicinanza dell’Osservatorio Repressione  e invitiamo tutti a-sostenere le spese legali

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