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Tortona: Lavoratore in sciopero accoltellato. Le forze dell’ordine sgomberano il picchetto operaio

Sabato 28 dicembre a Tortona il picchetto, indetto da SICOBAS, dei lavoratori Clo licenziati politici (in quanto iscritti a questo sindacato), insieme ai compagni dell’Ambruosi-Viscardi da Fermo e a tanti altri giunti in solidarietà da Genova, Torino e Milano, è durato quasi dieci ore!
Sempre più in difficoltà, la Clo ha paura e… chiama la questura!
Di fronte al numero e alla forza della protesta operaia  la Clo fa una furbata: apre in fretta e alla buona una seconda via per i camion già fermi da ore, dalla parte opposta del cancello “principale” dove il picchetto resiste dalle tre di notte, approfittando del complice aggressivo intervento sceneggiato degli agenti di polizia in assetto anti-sommossa.
I lavoratori in sciopero, però, si accorgono della furbata e subito si organizzano per picchettare pure questo “nuovo” cancello  ricavato smontando alcune grate metalliche che delimitano il perimetro del magazzino, peraltro su un tratto stradale molto pericoloso.
A questo punto da tale secondo cancello improvvisato, in assenza delle forze dell’ordine,  intervengono violentemente gli autisti, già pronti e quasi istruiti: urla, spintoni, manate…
Ma i lavoratori in lotta non si fanno intimidire, non indietreggiano e anzi avanzano, ed i camion nuovamente si fermano: allora un autista tira fuori un coltello e prova ad accoltellare un operaio in lotta il quale, fortunatamente, si difende schivando l’affondo per un soffio, due volte, rimanendo comunque ferito. (video)
Arriva anche la digos con l’antisommossa. Il feritore è all’interno del magazzino. Verrà “recuperato” con un’autoambulanza provocatoriamente fatta transitare in mezzo ai manifestanti nell’intento di suscitare una reazione. Infatti gli agenti si schierano pronti a caricare.
Ma la reazione di chi manifesta è impeccabile: l’ambulanza, con i paramedici, esce semplicemente accompagnata dal grido “assassino”. Pensavano che ci saremmo scagliati su un falso obiettivo: un immigrato senza coscienza di classe, già arrestato? Gli sbirri risalgono quasi tutti sui mezzi ed il presidio continua.
Ma all’una meno cinque il capo piazza comunica ad un compagno che entro cinque minuti avremmo dovuto andarcene. Vista l’inadeguatezza delle modalità torna indietro e comunica a voce un po’ più alta, a un piccolo numero di compagni, la stessa cosa. Ci si compatta davanti al cancello, iniziano gli slogan ed appare chiara la volontà di non andarcene. Ma non c’è nemmeno un minuto per discutere assieme. Prima che si possa fare una chiamata  per una discussione….parte lo sgombero, con le solite modalità Trascinati, con livore sostenuto dal razzismo (riscontrabile nel fatto che tutti i bianchi sono stati i primi ad avere indietro il documento e, quindi, a poter uscire dal budello dove siamo stati chiusi) i compagni sono stati manganellati e stretti in un angolo.
Aggiungere qualsiasi commento su insulti ed atteggiamenti sarebbe un riconoscimento di umanità ai servi di Stato e Capitale.
Tre ore per l’identificazione, una perquisizione personale, due fogli di via e 60 pizze ormai proprio fredde.
Un grazie particolare a chi ha fatto ore di viaggio per praticare solidarietà.
Ci rivedremo di fronte a qualche COOP, che appalta la logistica a sfruttatori quali Clo, per mettere in chiaro lo sbandierato CODICE ETICO DELLA COOP.
spazio di documentazione Il Grimaldello – Genova
Parte di questo testo è tratto da SICOBAS Torino

 

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