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Svezia: la polizia uccide un ragazzo down

Affetto da sindrome di down, aveva una pistola giocattolo. La rabbia della famiglia: «era del tutto inoffensivo ma gli hanno sparato in tre». Aperta un’inchiesta ma gli agenti non sono incriminati per omicidio

Eric Torell era un ragazzo di 20 anni affetto da autismo e sindrome di down, smarrito e incapace di far male a una mosca. La sua vita si è interrotta in un marciapiede di Stocccolma, abbattuto dai proiettili di una pattuglia di polizia. Un’esecuzione che ha scioccato l’opinione pubblica del paese scandinavo che chiede piena luce su questa tragedia. Secondo le forze dell’ordine il ragazzo stava camminando a notte fonda ( erano le 4 del mattino) in una strada del quartiere Vasastan, una zona residenziale della capitale svedese, con una pistola giocattolo che avrebbe tratto in inganno gli agenti. Ma il padre della vittima replica tra le lacrime che tutto ciò è assurdo, visto che si trattava di un modello minuscolo per bambini di cinque anni.

«È un fatto tragico e comprendo che molte persone sperino di ottenere delle risposte rapide», ha dichiarato in una nota il procuratore generale, Martin Tide, incaricato dell’indagine per «errore professionale». Tide ha poi provato a spiegare la dinamica dei fatti: «Il ragazzo era munito di un oggetto si- mile a un’arma, la polizia l’ha interpretata come situazione ostile e ha aperto il fuoco». Ha poi aggiunto che al momento nessun agente di polizia è sospettato di alcun crimine. Il quotidiano locale Aftonbladet ha riferito che ad aver sparato contro Eric Torell sono stati tre poliziotti, praticamente una tempesta di piombo. Secondo la sua famiglia, il ragazzo aveva le capacità intellettuali di un bambino di tre anni e un’estrema difficoltà a comunicare: «Siamo completamente devastati e scioccati», ha dichiarato a Katarina Soderberg, la madre del giovane ucciso. «Non sapeva essere minaccioso. Le uniche cose che sapeva fare erano coccolare e abbracciare», ha aggiunto la donna.

Anche il padre, Rickard Torell, non si capacita della tragedia. «Hanno detto che aveva un’arma finta, non è vero, era chiaramente un giocattolo, una pistola in miniatura per bambini di cinque anni, di plastica e non molto ben imitata», ha detto al giornale Mitt i Stockholm.

«Questa è una tragedia per tutti gli interessati, e rispetto e capisco che questo incidente provoca molta rabbia» si è invece lamentato il capo della polizia regionale Ulf Johansson. Ma la questione è un’altra: gli agenti non sono accusati di aver assassinato volontariamente il giovane disabile ma di una totale incapacità professionale di gestire la situazione e di contenere una persona del tutto inoffensiva.

Victor Castaldi

da il dubbio

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