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Strage e terrore a Parigi: centinaia di morti e feriti…e gli sciacalli sono già in volo

129 morti (e 350 feriti, di cui un centinaio in gravi condizioni) in sette attacchi simultanei. dell’attacco terroristico a Parigi. Obbiettivi degli spari, esplosioni, attacchi suicidi luoghi precisi, al contrario degli attacchi di gennaio sempre a Parigi, sono luoghi di socialità di massa: un concerto al Bataclan, una partita della nazionale allo Stade de France,  il X e l’XI arrondisment  nei quali si concentrano tantissime persone durante i fine settimana, quartieri che dalle nostre parti potrebbero essere definiti della “movida” serale di tanti ragazzi e ragazze.

Gli attacchi sono stati rivendicati da Daesh, il sedicente stato islamico, come risposta alle sconfitte che stanno subendo in Siria e Iraq.

La Francia, tramite il  Presidente Hollande, ha dichiarato lo stato di emergenza:  chiuse le scuole, i luoghi turistici, bloccate le frontiere (in realtà già da ieri in vista di COP21 tra un mese).

Uomini armati di kalashnikov, fucili a pompa e a quanto pare anche di granate hanno colpito nel X, XI, XII arrondissement e attorno allo Stade de France, dove 80mila spettatori assistevano alla partita amichevole di calcio tra Francia e Germania.

Il presidente francese Hollande, che era allo stadio, è stato evacuato.

Il primo conflitto a fuoco ha colpito gli avventori di un ristorante cambogiano, La Petite Cambodie, nel X arrondissement di Parigi, vicino a Rue Bichat. Il secondo nella sala di concerto Le Bataclan, XI arrondissement, dove si stava svolgendo un concerto della rock band statunitense Eagles of Death Metal: qui ci sarebbero anche decine di ostaggi.  Una terza sparatoria ha avuto luogo all’esterno di un bar su rue de Charonne.

La situazione è estremamente confusa e i media transalpini parlano di altre possibili sparatorie, a esempio nel centralissimo comparto commerciale di Les Halles e attorno a place de la Republique.

L’unica certezza è che a essere colpiti sono stati luoghi di aggregazione, affollati da migliaia di persone comuni.

Il presidente francese Hollande, in diretta Tv poco prima di mezzanotte, ha dichiarato lo stato di emergenza, con la possibilità di schierare l’esercito per le strade e quella di decretare la chiusura di tutte le frontiere.

Proprio , venerdì 13 novembre, e per trenta giorni, il governo transalpino aveva ripristinato i controlli alle frontiere sospendendo il trattato di libera circolazione di Schengen, in occasione dell’avvicinarsi di Cop 21.

Di seguito, il video di una delle esplosioni fuori dallo Stade de France, nettamente distinta anche all’interno del terreno di gioco:

 

Ma come ben sappiamo lo stato di emergenza significa anche maggior potere ai prefetti, polizia, militari. Controlli e poibizioni alla libera circolazione, sulla stampa.

La dichiarazione di stato d’emergenza effettuata da Hollande a Parigi concede alle Prefetture di: – vietare la circolazione di persone o veicoli in determinati luoghi e a determinate ore. -Istituire delle zone di protezione o di sicurezza dove sia regolamentata la permanenza delle persone. -vietare la permanenza in tutto o in una parte del dipartimento a qualsiasi persona che cerchi di ostacolare in qualche modo l’azione dei poteri pubblici.

Il Ministero dell’interno, invece può: – ordinare la chiusura provvisoria di tutte le sale di spettacolo, pubblici esercizi e luoghi di riunione di qualsiasi natura. -vietare a titolo generale o particolare le riunioni atte a provocare o a mantenere il disordine.

Le autorità amministrative, invece, hanno il potere di: – ordinare perquisizioni a domicilio, di giorno e di notte. -Abilitare le stesse autorità a prendere tutte le misure per assicurare il controllo della stampa e delle pubblicazioni di qualsiasi natura oltrechè delle emissioni radiofoniche, delle proiezioni cinematografiche e delle rappresentazioni teatrali.

Ragioniamo di tutto questo con il collaboratore di Radio Onda d’Urto da Parigi Cesare Piccolo. Ascolta o scarica

Intanto, molto probabilmente il “campo” profughi di Calais andato a fuoco sarebbe stato incendiato per rappresaglia agli attentati di Parigi

E sui social i vari Salvini, Gasparri, Meloni inneggiano alla guerra santa…..

Neppure il tempo del silenzio, del rispetto dei cadaveri, di ricevere informazioni certe su quanto stava accadendo, che già le pagine Facebook e i profili Twitter di esponenti di primo piano del centro destra e della Lega si riempivano di frasi facili e comode da spendere sull’onda del terrore.

Matteo Salvini in tempo reale da il meglio di sé. Chiede di introdurre “i libri di Oriana Fallaci obbligatori in tutte le scuole” perché “prevenire è meglio che curare”. Poi propone “chiusura delle frontiere, controlli a tappeto di tutte le realtà islamiche presenti in Italia, attacchi in Siria e in Libia”. Ah, ma aveva dimenticato una cosa.

Gli altri esponenti del suo partito intanto cercano di non sfigurare rispetto al capo. Gianluca Pini, deputato del Carroccio, scrive su Facebook; “Il prossimo idiota di sinistra o dei 5stalle (cit.) che mi parla di Islam moderato lo prendo a calci in culo”. Il sindaco verde di Padova Massimo Bitonci chiede invece che “l’Islam sia bandito dall’Europa se non afferma che violenza è contraria a Dio”. Inutile spiegargli che l a federazione delle corti islamiche europee ha già condannato l’attacco , come ha fatto in passato anche in occasione di altri attentati.

Il profilo ufficiale della Lega Nord condivide invece soddisfatto l’incredibile prima pagina di Libero, dai toni come sempre molto moderati “Bastardi Islamici”, mentre l’assessore leghista in Lombardia Simona Bonali ci spiega che “l’Islam vuole conquistarci”.

Non va molto meglio tra le fila di Forza Italia, con l’immancabile intervento di due professionisti della provocazione come Daniela Santanchè e Maurzio Gasparri. La Santanchè sostiene che “l’Islam festeggia i nostri morti”. Sì, tutto l’Islam.

Maurizio Gasparri d’altra parte chiede attacchi aerei a tappeto e di mettere sotto controllo tutti gli islamici (che sono un miliardo e mezzo circa nel mondo). E se qualcuno lo critica, è subito pronto ad apostrofarlo come “amico dei terroristi”. Pietro Laffranco di Forza Italia gli fa eco e spiega che ora “basta buonismo del cavolo: ultima chiamata per l’Occidente. O ci difendiamo davvero o ci distruggeranno!”

Amico dei terroristi, buonista del cavolo, idiota: chiunque non si affretti a prendersela indiscriminatamente con tutto l’islam, a chiedere bombe a grappoli, ad attaccare gli immigrati ha già la sua etichetta.

 

AUDIO, ANALISI E CORRISPONDENZE da Radio Onda d’Urto

Abbiamo contattato in una banlieue di Parigi, Montreuil, Simona De Simoni, ricercatrice all’università di Parigi-Nanterre. Ascolta o scarica cliccando qui

Da Parigi la corrispondenza con Giuseppe Acconcia, de “Il Manifesto”: nell’intervista con lui cerchiamo di leggere la strage di Parigi all’interno del quadro delineatosi nelle ultime settimane, con la strage ad Ankara (Turchia) alla partenza della manifestazione per la pace in Kurdistan, l’abbattimento dell’aereo russo nel Sinai, gli attacchi esplosivi a Beirut (Libano) e l’annunciata (e poi cancellata) visita in Europa del premier iraniano Rohani, che era atteso in serata a Roma per un bilaterale con il presidente del Consiglio italiano Renzi.

Clicca qui per ascoltare o scaricare l’audio della corrispondenza con Giuseppe Acconcia de “Il Manifesto”.

La corrispondenza da Parigi con Marie, compagna del collettivo milanese Re-Make attualmente studentessa universitaria a Parigi, dallla zona di Saint – Denis, dove sorge lo stadio oggetto di alcuni degli attacchi. Ascolta o scarica qui.

l’aggiornamento da Parigi sulla situazione che si vive nella capitale francese con il nostro collaboratore, il giornalista Cesare Piccolo. Ascolta o scarica

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