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Strage di Firenze: I legami tra Casseri, Casapound e Questura

A due giorni dal duplice omicidio razzista ad opera del neofascista Gianluca Casseri, avvenuto a Firenze martedì, restano gravi ma stabili le condizioni dei tre senegalesi rimasti feriti. La reazione della comunità senegalese si è fatta sentire in tutta Italia, insieme alla richiesta di chiudere Casa Pound e tutte le sedi dove fa proseliti la propaganda nazi-fascista. Una richiesta questa che non trova il parere favorevole del sindaco Pd di Firenze, Matteo Renzi. “Non è dicendo ‘chiudiamo un centro sociale’ che abbiamo risolto i problemi” ha dichiarato Renzi, “Chiudere – ha poi proseguito- non dipende dalle amministrazioni comunali ma dalle forze dell’ordine. Si chiude se ci sono dei reati”. Questa mattina corteo a Livorno organizzato dalla comunità senegalese, in attesa del grande corteo che si terrà sabato pomeriggio a Firenze. Alcune centinaia, 300 secondo l’Ansa, le persone che stanno partecipando.
Sul fronte delle indagini sono ad oggi ancora molti i punti irrisolti che meritano attenzione e gettano diverse ombre sui fatti di Firenze. Ufficialmente la procura vuole “chiarire la vicenda” e il procuratore capo Giuseppe Quattrocchi non ha esitato a dire alla stampa che “si sta verificando l’ipotesi della presenza di eventuali concorrenti non solo sotto il profilo materiale ma anche in forma di concorso morale, sotto il profilo di eventuale istigazione o agevolazione”.
Il caso quindi non è chiuso: da chiarire rimangono diverse questioni. Prima di tutto lo stato della casa dove era in affitto a Firenze, ritrovata, usando le stesse parole del Pm titolare delle indagini “come ripulita, svuotata”. Nessuna medicina, nonostante le cure imposte dalla depressione e dal diabete, e nessun vestito. Preoccupante poi che la pistola con la quale il ragioniere neofascista ha sparato sia sua. Casseri fabbricava da se i proiettili, ma soprattutto l’anno scorso a Pistoia gli era stato concesso di detenere un’arma per uso sportivo benché da circa cinque anni stesse soffrendo di una forma di depressione curata con farmaci.
Come mai la Questura di Pistoia, dunque, non è intervenuta pur sapendo che Casseri militava nella locale sede di Casa pound e aveva questi problemi? La domanda è più che lecita e la risposta potrebbe essere inquietante se si tiene conto degli stretti legami che intercorrono tra la Questura di Pistoia e il locale gruppo neofascista di CPI denunciati in un dossier curato dall’associazione familiari e amici dei compagni sotto processo nella città toscana perchè ritenuti responsabili di un danneggiamento alla sede neofascista accaduto nel 2009. Porcesso al quale Casseri era solito recarsi tra l’altro da spettatore.

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