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SPIRIT OF FREEDOM | Martina, Ornella, Valentina e i fermati a Calais liber* ora!

Spirit of freedom

Sabato 23 gennaio un corteo di quattromila migranti e attivisti è partito dalla “jungle”, il campo profughi di Calais, alla volta della città. La protesta antirazzista, per il diritto alla mobilità e contro le condizioni di sovraffollamento di un campo che ospita un numero di persone tre volte superiore alla sua capacità, si è conclusa a ridosso del porto dove centinaia di migranti hanno aperto le recinzioni rincorrendo un sogno: salire sul traghetto “Spirit of Britain” in cerca di una vita degna.

Le forze di polizia, colte di sorpresa dall’adesione alla protesta, hanno risposto con lacrimogeni e idranti prima di sgomberare la nave ed eseguire 35 fermi tra cui 3 attiviste italiane residenti in Francia che, accusate di danneggiamento e di disturbo all’ordine pubblico, rischiano l’espulsione dal loro luogo di vita e di lavoro per effetto dello stato di emergenza vigente. Gli autotrasportatori britannici, in un contesto già esasperato da aggressioni a sfondo razziale con la complicità delle forze dell’ordine, si sono appellati all’invio dell’esercito a “protezione” degli interessi commerciali del porto, quando con i 50 milioni di euro immediatamente stanziati dal governo si sarebbe potuta affrontare l’emergenza che ha prodotto la giusta protesta di donne e uomini in cerca di una vita migliore. Il prolungamento di altri tre mesi dello “stato d’urgenza” successivo agli attentati di Parigi dimostra ancora una volta la strumentalità di un dispositivo repressivo utile solo a ipotecare il diritto a manifestare e soffocare le mobilitazioni “welcome refugees”.

L’immagine di un neofascista che affronta il corteo “fucile in mano” fanno il giro del mondo più rapidamente di quelle dell’uomo gravemente ferito dalla polizia ai margini del corteo. La stampa riprende il refrain dell’assedio di uomini i cui diritti si misurano sulla possibilità di spesa e sull’incasellamento nelle categorie di migrante, profugo, rifugiato… Noi non dimentichiamo che negli ultimi sei mesi oltre 15 migranti hanno perso la vita cercando di attraversare la Manica, mentre alle merci bastano 30 minuti per varcare la lingua di mare ed approdare in Gran Bretagna.

Al momento 8 attivist* (di cui 6 migranti) dovranno apparire al tribunale di Boulogne-sur-mer, altr* 4 sono stati rilasciati domenica.

Le tre attiviste italiane rimangono invece nel centro di detenzione amministrativa di Lille e bisognerà attendere entro venerdì per sapere l’esito del ricorso contro l’espulsione.

 

A partire da oggi Martina, Ornella e Valentina hanno bisogno del supporto di tutte e tutti per la loro immediata liberazione e contro ogni espulsione. Invitiamo attivist* e solidali a sostenere questa pressione con iniziative, striscioni, messaggi all’ambasciata di Francia.

Per aggiornamenti paris-luttes.info per sottoscrivere l’appello: offtopic@autoproduzioni.net | torchiera@ecn.org

fonte: offtopiclab.org

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