Menu

Sorvegliare e punire…. o Credere, obbedire e combattere? Storie di ordinaria repressione nel Pubblico Impiego

E’ sufficiente esprimere Solidarietà all’insegnante di Palermo sospesa per «omessa vigilanza» sugli studenti a causa di un video  da loro realizzato in occasione della “Giornata della Memoria”, video che accostava le Leggi razziali del 1938 al Pacchetto sicurezza del Ministro Salvini? Basta chiederne la immediata riammissione al lavoro? Perche ai nostri giorni è sempre piu’ facile essere licenziati? Colpa dei governi succedutisi, con le loro riforme della Pubblica amministrazione costruite ad arte per dividere i lavoratori con la cosiddetta performance, o anche colpa dei sindacati che hanno recepito nei contratti siglati normative capestro?

La solidarietà non basta, anzi è spesso strumento per deviare l’attenzione dai problemi reali e dalle responsabilità politiche e sindacali, siamo davanti a fatti inauditi come i licenziamenti di lavoratori condannati per reati legati a manifestazioni politiche o a licenziamenti decisi per atti moralmente discutibili (quali??) o per non avere comunicato il domicilio in caso di malattia (basterebbe solo detrarre dalla busta paga i giorni di malattia) o per essersi rifiutati di svolgere dei compiti. La condotta poi fuori dal posto di lavoro è sorvegliata e alla occorrenza punita con il licenziamento, anzi la Corte di Cassazione ha emesso sentenze che ritengono alcuni comportamenti pur non legati al lavoro subordinato tali da avere un rilievo penale come se andassero a ledere  interessi morali e patrimoniale del datore di lavoro o minassero il rapporto di fiducia e di correttezza e buona fede.

Ci pare evidente che il licenziamento di un dipendente pubblico sia ormai una sorta di libero arbitrio nelle mani di  funzionari ai quali viene chiesto da dirigenti, provveditori, datori di lavoro di procedere con atti repressivi anche quando la condotta sul lavoro è all’insegna della professionalità, della competenza e lungi da ombre.

Una legislazione repressiva rafforzata ulteriormente dal Ministro Bongiorono che va inquadrata dentro un contesto piu’ generale, quello della riduzione di agibilità democratiche.

Prendiamo ad esempio il cosiddetto sguardo da vicinato  considerato  come collaborazione del cittadino “onesto” con le forze dell’ordine ma che potrebbe, alla occorrenza, trasformarsi in qualcosa di diverso e pericoloso per il diritto e la democrazia.

Chi ha segnalato , per sospenderla dall’insegnamento, la docente di Palermo non voleva solo colpire la libertà di insegnamento ma anche  instaurare un clima di paura determinando nuove regole didattiche, per esempio la non libertà di espressione e di critica, affermare il pensiero unico in un paese dove ormai il diritto alla conoscenza critica, al dissenso viene messo alla berlina.

In una scuola dove regna l’abbandono prima di conseguire un diploma, dove una volta maturati è raro trovare un impiego attinente alle materie studiate, allora ,invece di garantire aule, laboratori e palestre si inviano i cani antidroga o ci si preoccupa di sorvegliare e punire il contenuto di certi lavori didattici, nell’ottica di riscrivere i libri di storia all’insegna del revisionismo  per colpire la libertà di insegnamento e ricorrendo a provvedimenti disciplinari e licenziamenti . Sta a noi tutti\e alzare la testa!

Sindacato generale di base Pisa

delegatilavoratoriindipendenti@gmail.com

 

Leave a Comment

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>