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Sgomberato il rifugio Chez Jesus, sulle Alpi ora solo gelo e passeur

Denunciati dal parroco una decina di ragazzi italiani e francesi. Fornivano giacche e scarponi ai migranti in viaggio oltre confine

Chez Jesus, il piccolo rifugio di Claviere – località turistica situata un chilometro prima del confine con la Francia – è stato sgomberato ieri mattina con un’imponente operazione di carabinieri e polizia. Irruzione in grande stile, all’alba a colpi di ariete, con dispiegamento di forze che avrà fatto piacere al ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Dallo scorso inverno il sottoscala occupato della chiesetta di Claviere, rappresentava l’approdo dei migranti che tentavano il passaggio nell’unico punto percorribile della cosiddetta «rotta alpina». Chez Jesus poteva assistere fino a trenta persone: ma nell’angusto antro della chiesa di Claviere non si sono mai formati importanti assembramenti di migranti. Il rifugio era utilizzato nel caso la gendarmeria francese, o i volontari nazionalisti francesi di Generazione identitaria presidiassero il confine a caccia di uomini e donne che cercavano di passare il confine. Inseguimenti tra le montagne, spesso con esiti drammatici, come nel caso della donna nigeriana caduta in un torrente e morta assiderata.

Chez Jesus accoglieva uomini, donne e bambini giunti su queste montagne con un abbigliamento che significava morte per assideramento – il termometro lo scorso inverno è sceso a meno quindici gradi – dopo pochi passi nella neve: per loro c’era sempre una sciarpa, un giubbotto, un paio di scarponcini, magari spaiati, da indossare al posto dei mocassini o delle scarpe da tennis. Chez Jesus stroncava il traffico dei passeur, che riprenderanno ora a fare i loro affari.

Nel rifugio erano presenti le povere cose di un punto di passaggio montano: materassi, cibo in scatola, coperte. Chez Jesus accoglieva uomini, donne e bambini provati dalle condizioni estreme della traversata: non lo faceva nessun altro.

Ieri mattina, nel primo giorno di freddo dell’inverno che si annuncia, sotto una pioggia fredda e ostile, carabinieri e poliziotti hanno sfondato la porta del piccolo rifugio con un grosso martello. Assenti i migranti, già passati in Francia nella notte: Chez Jesus non era un centro sociale o un albergo dove passare il tempo a discorrere amabilmente. Anzi, se il confine era tranquillo nessuno si fermava in quell’angusto sottoscala. Sorpresi dall’irruzione i quindici ragazzi italiani e francesi presenti sono stati identificati e denunciati. Ad agosto l’anziano parroco aveva sporto denuncia contro l’occupazione, atto conclusivo della dura opposizione di un uomo che non ha mai accettato la presenza del rifugio autogestito nel sottoscala della sua chiesa. La denuncia dell’anziano prete ha accelerato il processo di sgombero in virtù della «circolare Salvini». La presenza del ministro nella chiesetta di Claviere «liberata» è attesa nei prossimi giorni.
In linea teorica da ieri la «rotta alpina» non ha più un passaggio verso la Francia, terra di approdo di migliaia di migranti provenienti dal Sud Italia e diretti quasi sempre a Parigi. Somali, eritrei, siriani, nigeriani: queste le nazionalità prevalenti nel flusso ininterrotto che si è manifestato nei mesi passati. Non è disponibile neanche il passaggio a ovest di Bardonecchia, a pochi chilometri di distanza da Claviere, ovvero il Colle della Scala, che potrebbe essere ricoperto di neve già nelle prossime ore.

Il punto d’arrivo al di là del confine è una piccola casetta a Briançon, gestita da volontari e messa a disposizione dall’amministrazione comunale. Lo sgombero di Chez Jesus farà piacere al presidente francese Emmanuel Macron, che da tempo tenta di blindare il confine con l’Italia. La fine dell’occupazione non ferma ovviamente l’inesorabile cammino dei migranti che rimarranno senza un rifugio per l’intero inverno. Il flusso migratorio verso Briançon era presente da prima che il sottoscala della chiesetta di Claviere fosse trasformato in un rifugio: i volontari battevano la valle alla ricerca di migranti che si avventuravano in condizioni estreme sui sentieri fin dall’estate del 2017.

Già ieri sera, ad operazioni concluse, alcuni uomini africani sono giunti a Claviere e si sono incamminati verso i sentieri che portano in Francia. Sotto la pioggia battente, come da regola: peggiori sono le condizioni climatiche, maggiore è la probabilità di passare.

Maurizio Pagliassotti

da il manifesto

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il comunicato di R@inbow for Africa – R4A

Lo sgombero di Chez Jesus è purtroppo un incubo annunciato. Dopo la denuncia da parte del Parroco di Claviere e la circolare Salvini, eravamo tutti quanti consapevoli che fosse inevitabile, anche se continuavamo a sperare il contrario. Fortunatamente le operazioni si sono svolte senza violenza: ma stigmatizziamo il modo in cui le forze dell’ordine si sono presentate a Claviere, in tenuta antisommossa e con blindati, con l’ariete per sfondare la porta, quasi fosse in corso un’azione antiterrorismo, e non un intervento di sgombero di volontari in azione di aiuto verso i piu’ deboli. La vera prova di forza è stata non reagire a questa esibizione muscolare. Ribadiamo la nostra solidarietà con chiunque operi per assistere chi tenta la via delle Alpi e più in generale a chi rischia per inseguire il sogno di una vita migliore, senza fame, guerra, violenza. Speriamo da oggi in una piu’ attiva collaborazione sul territorio, sull’onda di quanto giä presente a Oulx e a Bardonecchia. Lanciamo una provocazione: perchè non affidare agli stessi volontari giä impegnati a Claviere uno spazio per continuare l’azione di soccorso e testimonianza giä intrapresa? E’ necessario continuare a salvaguardare la vita di chi cerca speranza, sotto ogni aspetto, e non lasciare sole le comunità del territorio: la responsabilità è di tutti.

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