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Scriviamo a Nicoletta, Mattia, Giorgio e Luca

Un piccolo gesto che ci servirà a dimostrare a loro il nostro affetto e la nostra vicinanza.

Nicoletta, Mattia, Giorgio e Luca non sono soli!

scrivere a nicoletta

Comments ( 3 )

  • Leonardo Livi

    Voi siete uomini e donne speciali, persone che discendono direttamente dai partigiani, anzi, voi siete partigiani. Io, nel mio piccolo, non riesco a fare nulla che non sia cercare di educare bene mia figlia e portare avanti la testimonianza del mio vecchio in questo mondo marcio. Vi ammiro per ciò che avete fatto per quello che fate e per quello che farete. Un abbraccio Leonardo Livi

    • Enrico

      CI SONO DONNE…

      …che costruiscono la storia.
      Nicoletta è una di queste.
      In vari modi compagne e compagni hanno disconosciuto la legittimità del potere costituito; tuttavia Nicoletta si è sempre distinta per la pazienza con cui spiega le ragioni del movimento NO TAV e l’illegittimità di chi la TAV la vuole costruire e le motivazioni di carattere ambientale, ecologico, economico, trasportistico che hanno motivato la sua e la nostra battaglia.
      Migliaia di persone sono state ad ascoltare questa testimone instancabile che ha girato la penisola e altri paesi per dire a tutte e tutti che non può esistere nessun governo che possa essere legittimato a consumare lavoro, territorio, denaro pubblico al fine di fare arricchire grandi gruppi finanziari, mafie e camorre di ogni ordine e grado, cooperative compiacenti senza che esista un solo motivo sensato per realizzare questo spaventoso scempio ambientale.
      Ora siamo attoniti nel pensare che questa persona, portatrice di una pratica e di una idea differente di società basata sul principio della solidarietà, idea in cui tanti uomini e donne si riconoscono, sia rinchiusa dentro ad un carcere.
      La vergogna di questo Stato si sintetizza proprio in questo ennesimo atto criminale: non c’è giustizia in Val di Susa e anche meno di quella che si registra nel resto del paese. Le denunce contro il movimento sono sempre andate avanti velocissime, ma abbiamo dimostrato che sono state tutte archiviate quando eravamo noi a denunciare gli abusi subiti dalle diverse “forze dell’ordine” dispiegate in Val Susa contro i manifestanti, i resistenti.
      Nicoletta ha scelto di non partecipare a questo valzer dell’ipocrisia, in cui i rappresentanti delle istituzioni fanno finta che esista una legittimità fino ad arrivare ad incarcerare una donna per le sue opinioni, opinioni che fanno perdere milioni di euro a chi vuole renderci tutte e tutti più poveri. Infatti il movimento NOTAV, se vincesse, produrrebbe lo spostamento di milioni di euro, ora potenzialmente destinati ad un gruppo di costruttori anche in odore di mafia, verso un utilizzo sociale e non privato. E’ questo che è sempre stato detto da Nicoletta.
      E’ tanto vera questa questione che la condanna per cui Lei viene incarcerata è stata comminata perché la Sitaf, l’ente gestore della autostrada Torino-Bardonecchia, non avrebbe incassato un poco di euro a causa del fatto che, durante una manifestazione, era stata aperta l’uscita di un casello autostradale. E’ interessante notare che lo Stato pretende che i soldi dei privati cittadini vadano verso le sue casse ed è imperdonabile che dei manifestanti possano far risparmiare qualche automobilista di passaggio per una forma di contestazione contro gli sprechi dello Stato.
      E’ a fronte di questo mare di ipocrisia, di false legittimità che Nicoletta, ancora una volta, “non ci sta”.
      A Nicoletta questo Stato ha offerto una più comoda “detenzione domiciliare” o altre pene alternative, ma lei è una donna coerente e sostiene una posizione specchiata; se questo Stato non è legittimo perché permette lo sfruttamento delle persone e dei territori, allora non è legittimo neppure quando ti offre un apparente vantaggio personale.
      Per essere più chiari: se si ritiene che la condanna della magistratura sia illegittima e con essa l’intera azione dello Stato in Val di Susa si deve considerare altrettanto illegittima una soluzione che “dia meno nell’occhio, che sia meno scandalosa”. Nicoletta si sarebbe sentita complice dello Stato che la perseguita se avesse accettato tale soluzione. Era un favore ai carnefici suoi e del movimento NoTav.
      Con il suo rifiuto, a mio modo di vedere, ha detto a tutto il mondo: <>

      E’ un tributo alto quello di Nicoletta che termina in carcere il 2019 e li inizia l’anno nuovo; tuttavia è il grido di gioia, nell’acme della sofferenza, di chi è libero proprio perché accetta di essere in catene. Spesso diciamo nelle nostre manifestazioni: “non ci avrete mai come volete Voi”: quello che diciamo Lei, semplicemente, lo sta facendo.

      E’ l’espressione più pura di un movimento che dice che nel nostro paese non siamo tutti uguali, che ci sono persone che non arretrano per interesse personale: esiste chi è in grado di mettere la voce degli oppressi davanti al sé o, forse, insieme al sé ed alla propria dignità.
      Certamente il suo esempio pone tutti noi di fronte alla domanda: riuscirei?
      Lei certamente è la dimostrazione che è possibile irridere ed umiliare un potere che non può fare altro che esprimere la sua violenza contro la sua dolce ed impavida determinazione.

      Tutte e tutti ci dovremmo interrogare su cosa sta succedendo non solo a Nicoletta, non solo a Giorgio, Mattia e Luca, non solo a quel gruppo di manifestanti, ma a tutte le donne e gli uomini che hanno lottato e sono oggetto delle vendetta dello stato.
      Questa scelta intende far capire che l’iniquità dello Stato riguarda sì il suo caso, ma si estende a tutte le persone condannate per la lotta del movimento NOTAV, così come degli altri movimenti parimente perseguitati quando mettono in causa i denari dei potenti.
      Il suo è un atto di accusa contro istituzioni indecenti ed uno Stato che, lungi dal tutelare gli sfruttati e la parte più debole del paese, difende gli interessi di chi il potere lo finanzia e lo gestisce contro le classi subalterne.

      Chi ha fatto la resistenza, è sempre e comunque considerato un bandito dal potere costituito.
      Tradotto, ad esempio:
      chi ha fatto il partigiano, era indicato e trattato come un bandito dai fascisti.
      E noi siamo i banditi, cioè i resistenti dell’oggi e non possiamo che riconoscerci nel coraggio di Nicoletta.

      Ora e sempre resistenza!

      Enrico – Modena

  • Leonardo Livi

    Voi siete uomini e donne speciali, persone che discendono direttamente dai partigiani, anzi, voi siete partigiani. Io, nel mio piccolo, non riesco a fare nulla che non sia cercare di educare bene mia figlia e portare avanti la testimonianza del mio vecchio in questo mondo marcio. Vi ammiro per ciò che avete fatto per quello che fate e per quello che farete. Un abbraccio Leonardo Livi

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