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Scontri tra migranti e polizia al confine serbo-ungherese

Mentre a Bruxelles prosegue lo scontro tra i Ministri degli Interni sul nuovo piano di distribuzione dei rifugiati tra i paesi membri dell’UE, alle porte della Fortezza Europa la tensione non accenna a diminuire.

ungheria1Nuovi e violenti scontri sono esplosi oggi a Horgos, sul confine tra Serbia e Ungheria, dove sorge il muro di filo spinato alto 4 metri e lungo 175 chilometri fatto erigere a tempo di record dal premier ungherese Viktor Orban per impedire il transito dei migranti diretti verso il nord Europa. (video)

Centinaia di migranti accalcati lungo il confine e decisi a non farsi fermare nel loro cammino hanno tentato di abbattere alcune porzioni della barriera all’altezza di Horgos, coprendo il filo spinato con delle coperte e lanciando sassi verso gli agenti in assetto antisommossa schierati in forze al di là del muro. La polizia ha risposto con idranti, gas lacrimogeni e spray urticanti. Duri e ripetuti scontri sono esplosi nelle ultime settimane anche a Roszke, altra località ungherese di confine dove sorge uno dei maggiori centri in cui i migranti vengono rinchiusi in attesa dell’identificazione.

Con la dichiarazione dello stato di emergenza in due contee meridionali, Budapest ha concesso poteri speciali a polizia ed esercito nel controllo della frontiera. E mentre il valico di confine con la Serbia tra Roszke e Horgos è stato chiuso per 30 giorni, ora Orban minaccia di estendere la barriera di filo spinato anche alla frontiera con la Croazia, utilizzata in questi ultimi giorni da migliaia di migranti come porta di ingresso per l’UE. (da InfoAut)

 

il racconto degli scontri per Radio Onda d’Urto di Anna Irma Battino.

I migranti, così, stanno cercando altre strade per il Nord Europa, come quella che passa dalla .

Diversi autobus di migranti dal sud della Serbia sono giunti al posto di confine serbo-croato di Sid, a conferma che i sulla rotta balcanica si starebbero orientando a seguire itinerari alternativi.

L’arrivo dei primi migranti ha spinto la Croazia a richiedere una riunione urgente del consiglio di sicurezza dell’Onu.

Zagabria ha comunque confermato di voler lasciare passare i profughi verso Slovenia, Austria e Italia, inviando sminatori al confine con la Serbia per gestire i campi minati ‘spostati’ dalle alluvioni del 2014 dopo la guerra degli anni Novanta.

Dal confine serboungherese il racconto del nuovo esodo in corso con Anna Irma Battino di Melting Pot e della staffetta #overthefortress. 

da Radio Onda d’Urto

 

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