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Scatta il Daspo per i mendicanti in centro storico a Trieste

Via libera della giunta al decreto di allontanamento  Sotto tiro anche posteggiatori abusivi e bivacchi a Barcola

È in arrivo anche a Trieste il cosiddetto Daspo urbano. Ovvero l’allontanamento dal centro città e dalla riviera di Barcola per un tempo massimo di sei mesi per chi verrà fermato due volte in 48 ore per «ubriachezza molesta, bivacchi, elemosina aggressiva e non, attività di parcheggiatore abusivo».

Lo annuncia il vicesindaco della Lega Nord Pierpaolo Roberti, che in questo periodo di campagna elettorale sta inanellando una serie di iniziative marcatamente padane (o ex padane, se si considera l’odierna Lega salviniana). Il Daspo, così come previsto dalla direttiva Minniti, è stato inserito tra le modifiche al regolamento di polizia urbana approvate venerdì dalla giunta Dipiazza. Prima di essere operativo, dovrà passare al vaglio delle circoscrizioni e del consiglio. Ma è alquanto improbabile che la misura venga cassata dalla maggioranza: per il suo ingresso in vigore, quindi, servirà soltanto il tempo richiesto dall’iter nelle assemblee.

Spiega Roberti: «Il Daspo non può essere applicato a tutto il territorio comunale, quindi abbiamo identificato delle aree “sensibili” in cui sarà operativo». Vi rientra in sostanza tutto il centro storico, nel triangolo compreso fra Campo Marzio, l’ospedale Maggiore, piazza Libertà. A questo si aggiunge tutto il lungomare di Barcola e le aree verdi cittadine.

Come funzionerà il Daspo? Dice il vicesindaco: «Chi sarà sorpreso dalla polizia locale a compiere una di quelle attività, oltre alla sanzione già prevista, riceverà anche un “avviso” di allontanamento. Se nelle successive 48 ore quella persona verrà nuovamente scoperta dalla polizia locale, il fatto sarà notificato alla questura. Quest’ultima potrà poi emanare un ordine di allontanamento dalle aree interessate della durata massima di sei mesi».

Il testo delle modifiche al regolamento identifica le attività che possono portare al Daspo. La prima è «intrattenersi negli spazi pubblici o di uso pubblico in violazione (…) del codice penale in stato di ubriachezza, quando costituisca condotta che impedisce l’accessibilità e la fruizione delle predette aree».

La seconda è invece «compiere atti contrari alla pubblica decenza». La terza: «Bivaccare, impedendo l’accesso ad edifici di valore storico e monumentale e ostruendo le soglie degli ingressi». Segue poi «esercitare l’attività di parcheggiatore abusivo» ed «esercitare il commercio abusivo».

Un’altra modifica rilevante al regolamento interessa gli alloggi. La nuova norma dà alla polizia urbana la possibilità di comminare delle sanzioni ai proprietari o conduttori di appartamenti in cui abiti un numero di persone più alto di quello previsto dalle regole regionali in materia.

Se durante un controllo i vigili dovessero individuare un appartamento “sovrappopolato” potrebbero comminare una sanzione fino a 300 euro. Questa sale a un massimo di 900 in caso di «inosservanza da parte del proprietario o conduttore dell’immobile dell’invito dell’organo accertatore di allontanare entro il termine di 96 ore le persone presenti in un numero eccedente ai parametri di legge». Anche in questo caso, ça va sans dire, il vicesindaco mette nel mirino gli stranieri: «Abbiamo dato uno strumento in più alla commissione speciale (sui richiedenti asilo ndr)».

Il riferimento è evidentemente alla possibilità di multare quegli appartamenti dedicati all’accoglienza diffusa, in cui si trovino più persone rispetto a quelle previste dalle norme.

Con l’approvazione di queste misure la Lega dà un ulteriore giro di vite alle sue iniziative di tono securtario, intensificate un mese fa con il lancio “ad effetto” della campagna contro le elemosine.

Giovanni Tomasin

da Il Piccolo

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