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Sardegna: La polizia carica corteo contro il Poligono di Quirra e le basi della Guerra.

Giornata importante di mobilitazione in occasione della “Die de Sa Sardigna”. un 28 aprile caratterizzato da una alta partecipazione di persone intenzionate a porre fine al giogo delle servitù militari nell’isola sarda, e manifestare il loro dissenso al Poligono Interforze del Salto di Quirra così come fatto precedentemente fin dentro le altre basi militari disseminate nel territorio. Il corteo è stato bloccato sin dai primi istanti dalla polizia, con fermi preventivi dapprima, schierandosi in antisommossa a sbarrare il percorso poi, e infine caricando i  manifestanti mentre stavano riprendendo i bus per ripartire. Un atteggiamento provocatorio e gravissimo per tentare, come sta succendendo per altre lotte radicate fuori dalla Sardegna, di intimidire chi si batte per i proprio territori e per un mondo migliore.  

 

Qua la cronaca della giornata:

Durante la giornata della Sardegna, “A Foras”, movimento contro l’occupazione della Sardegna, mantiene le promesse e torna a manifestare e dire basta all’occupazione militare nell’isola, che poi si traduce in morti innocenti in tutto il mondo.
Si torna al PISQ, Poligono Interforze del Salto di Quirra, la base maggiormente attiva e forse anche la più odiata dai sardi: un avamposto di morte e distruzione sia per le popolazioni coinvolte nei maggiori conflitti globali, sia per quelle locali, che si vedono usurpati salute, territorio e diritto all’autodeterminazione.

Così in centinaia proprio in questi istanti (ore 11) si sono concentrati dalla località di Villaputzu. Ingente lo schieramento di FdO dispiegate a difesa dei militari (!)
Di fatto, la manifestazione era appena cominciata, quando la polizia ha cominciato a bloccare e sbarrare strade sequestrando arbitrariamente alcuni manifestanti. Un segnale di chiusura degli spazi di dissenso che va di pari passo al regime minnitiano visto sinora in altri contesti.

A mezzogiorno, la polizia sta letteralmente impedendo lo svolgersi della manifestazione, effettuando fermi in più punti ai margini del Poligono. Successivamente sono state e si stanno effettuando perquisizioni ad una ad una delle macchine parcheggiate nei dintorni del punto di concentramento della manifestazione.

ore 12:45: confermati in un migliaio i manifestanti accorsi. la situazione è ancora in stallo, con persone accorse da tutta l’isola ancora nel punto di concentramento

ore 13:15: la polizia in antisommossa si schiera con scudi e caschi per impedire la partenza del corteo. I manifestanti non si fanno intimidire dall’ atteggiamento poliziesco. Situazione tesa, dopo che la manifestazione è stata interdetta solo a notte fonda

ore 14:00: situazione sempre in stallo coin manifestanti bloccati dalla celere da due lati

ore 14:30: scenario surreale a pochi chilometri dal Poligono di Quirra, con una partecipazione consistente alla manifestazione (oltre un migliaio almeno) da un lato, e le guardie intenzionate a non far partire il corteo, con almeno quattro plotoni schierati a difesa della strada che conduce al territorio militarizzato usato per mietere vittime ai quattro angoli del pianeta.

ore 16:00  I manifestanti locali, presenti in massa, insieme  ai tanti venuti dalle restanti parti dell’ isola, non hanno ceduto al provocatorio dispositivo di contenimento che aveva circondato i presenti su più lati a partire dal concentramento. Un atteggiamento oltremodo inaccettabile quello delle forze dell’ ordine schierate a difesa degli interessi bellici. Dopo alcune ore, la manifestazione si sta per sciogliere, rilanciando la mobilitazione a partire dal grave accaduto di oggi, con un assemblea generale convocata per il 14 Maggio.

ore 16:50 A sorpresa, i manifestanti, dopo essersi riusciti a divincolare, sciogliendosi nel punto di concentramento, dalla morsa degli agenti presenti in gran forze, hanno bloccato la SS 125, una tra le strade di comunicazione principali dell’ isola, prima di raggiungere i bus che li aspettano.

quirra280420175

ore 17:20 : manifestanti caricati dopo il blocco stradale mentre tornavano ai pullmann della stazione di servizio

da InfoAut

 

Comments ( 1 )

  • Mai e poi mai le bombe salveranno il mondo…solo i fiori e i sorrisi che moltissimi manifestanti hanno portato saranno una possibilità di sfuggire alla guerra e vivere in un mondo di pace:

    Proposta (Mettete dei fiori nei vostri cannoni)
    invia e-mail
    Mettete dei fiori nei nostri cannoni era scritto in un cartello

    sulla schiena di ragazzi che senza conoscersi, di città diverse,

    socialmente differenti in giro per le strade della loro città

    cantavano la loro proposta, ora pare ci sarà un’inchiesta

    Tu come ti chiami? Sei molto giovane

    Me ciami Brambilla e fu l’uperari lavori la ghisa per pochi denari

    e non ho in tasca mai la lira per poter fare un ballo con lei

    mi piace il lavoro, ma non son contento non è per i soldi che io mi lamento,

    ma questa gioventù c’avrei giurato che mi avrebbe dato di più.

    Mettete dei fiori nei vostri cannoni perché non vogliamo mai nel cielo

    molecole malate, ma note musicali che formano gli accordi

    per una ballata di pace, di pace, di pace.

    Anche tu sei molto giovane, quanti anni hai?

    E di che cosa non sei soddisfatto?

    Ho quasi vent’anni e vendo giornali girando quartieri fra povera gente

    che vive come me, che sogna come me sono un pittore che non vende quadri

    dipingo soltanto l’amore che vedo e alla società non chiedo che la mia libertà.

    Mettete dei fiori nei vostri cannoni perché non vogliamo mai nel cielo

    molecole malate, ma note musicali che formano gli accordi

    per una ballata di pace, di pace, di pace

    E tu chi sei? Non mi pare che abbia di che lamentarti…

    La mia famiglia è di gente bene con mamma non parlo, col vecchio nemmeno

    lui mette le mie camicie poi critica se vesto così

    guadagno la vita lontano da casa perché ho rinunciato ad un posto tranquillo

    ora mi dite che ho degli impegni che gli altri han preso per me

    Mettete dei fiori nei vostri cannoni perché non vogliamo mai nel cielo

    molecole malate, ma note musicali che formano gli accordi

    per una ballata di pace, di pace, di pace

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