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Roma: Polizia contro studenti in lotta del liceo Kant

Gli studenti e le studentesse del liceo Immanuel Kant di Roma questa mattina hanno occupato la loro scuola per lanciare un grido di protesta contro la gestione indecente del governo e della ministra dell’istruzione Lucia Azzolina della situazione scolastica durante la fase pandemica, un gesto politico contro cui la polizia ha risposto duramente, scagliandosi con forza (come mostrano le immagini del video di seguito) contro gli studenti e il loro legittimo diritto di gridare le proprie rivendicazioni.

Un’occupazione che arriva al culmine di una settimana di agitazione in città, con presidi al Senato mentre il governo recita i suoi giochetti di palazzo incurante della crisi sociale ed economica; alla Regione Lazio, che con la guida di Nicola Zingaretti ha chiuso 16 strutture sanitarie in meno di due amministrazioni, inficiando di molto la capacità di risposta del territorio alla pandemia nel momento di massimo bisogno; e di ripetuti scioperi della Didattica a distanza (la famigerata Dad), venduta come panacea per il mondo dell’istruzione in momento di crisi, ma in realtà rivelatasi inadeguata a garantire il diritto allo studio e alla formazione di un sapere critico, indispensabile per orientarsi nel mondo, specialmente in quello odierno.

Per questo, chiamiamo tutte le forze democratiche, progressiste e gli organi d’informazione a recarsi al liceo Kant, in piazza Zambeccari, per sostenere la lotta degli studenti e delle studentesse del liceo, esempio per tutta una generazione.

Di seguito, alcune immagini appena registrate dalla scuola, e il primo comunicato di sostegno da parte dell’Osa – Opposizione studentesca d’alternativa

 

Cliccando qui, il video delle immagini di pochi minuti fa al liceo Kant di Roma.

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Quello che sta accadendo al liceo Kant è semplicemente vomitevole.

Gli studenti del liceo in centinaia si sono radunati davanti scuola per manifestare il loro dissenso nei confronti di chi in questo momento non ha intenzione di garantire il loro diritto allo studio.

Gli studenti hanno poi costituito un’assemblea nel cortile occupando la scuola e gli studenti rimasti all’uscita sono stati letteralmente aggrediti da decine di poliziotti che dopo aver strattonato e spinto decine di ragazzi ne hanno preso e picchiato uno, tenendolo per un’ora all’angolo circondato di agenti che hanno tirato fuori i manganelli in atteggiamento minaccioso.

Tutt’ora gli agenti circondano l’entrata bloccando la scuola come fosse un carcere. Gli studenti stanno occupando la scuola manifestando contro la brutale repressione che oggi (e non solo) gli studenti stanno subendo.

Esprimiamo la massima solidarietà agli studenti del Kant e continuando con loro la lotta, per il nostro diritto allo studio e contro la brutale risposta poliziesca che stiamo subendo.

da contropiano

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Autogestione al Liceo Kant. Tafferugli con la polizia

Dopo una settimana di mobilitazione, il corpo studentesco del Liceo Kant ha deciso di occupare l’edificio scolastico. Scontri in mattinata con le forze dell’ordine, nei prossimi giorni sono invece previste numerose iniziative di riflessione

Momenti di tensione si sono verificati stamattina quando le forze dell’ordine hanno provato a forzare l’entrata del liceo classico e linguistico Kant, bloccata dagli studenti che lo stavano pacificamente occupando. «Stamattina quando siamo arrivati la polizia era già qui: abbiamo subito assistito a uno spiegamento esagerato», racconta Valeria, una studentessa: «Quando stavamo per chiudere le porte, hanno aggredito un ragazzo con le stesse catene che stavamo usando». Il diciottenne ora è a casa con qualche escoriazione.

 

«Non è stato denunciato: la polizia ha fatto passare questa decisione quasi per un atto di misericordia, ma è abbastanza oggettivo che stessero loro dalla parte del torto», continua Valeria.

 

La decisione di occupare l’istituto superiore di piazza Francesco Zambeccari, nel quartiere Torpignattara, arriva dopo una settimana di continua mobilitazione degli studenti e delle studentesse. Conferma, infatti, Leonardo, alunno del Kant tra i più attivi durante questo periodo di lotte e dimostrazioni: «L’occupazione rappresenta per noi una misura estrema: ci eravamo accordati per ricorrerci soltanto in ultima istanza e oggi però siamo stati costretti ad attivarci in questa maniera».

Gli e le adolescenti che frequentano il Kant sono in sciopero già da una settimana, spiega ancora Leonardo: «Abbiamo iniziato scrivendo lettere alla preside e al ministero dell’istruzione. Settimana scorsa poi, insieme ad altre scuole di Roma, siamo stati davanti al ministero a manifestare, mentre lunedì eravamo davanti al Pantheon per far sentire le nostre voci. Martedì, mercoledì e giovedì invece abbiamo fatto dei sit-in davanti alla nostra scuola chiedendo che le nostre proteste fossero ascoltate».

La preside si è però dimostrata poco disponibile nei confronti delle legittime richieste degli studenti. «Ha soltanto saputo dirci che siamo vergognosi e che stavamo privando i nostri compagni del diritto allo studio», lamenta Leonardo: «Però le cose non stanno così: è lei che non si è attivata in tutti questi mesi di Dad per garantire un rientro in sicurezza e funzionale».

 

Sono, infatti, numerosi i problemi che gli alunni del Liceo Kant si sono trovati ad affrontare dalla ripresa delle lezioni dello scorso settembre.

 

«La situazione di difficoltà prosegue sin dall’inizio dell’anno con la didattica al 50%, ma una connessione che non garantiva agli studenti a casa di poter seguire in maniera adeguata le lezioni», riconosce Gabriele che non ha neppure diciotto anni, ma appare calmo e risoluto anche in questa giornata così movimentata e caotica: «Questa apertura un po’ forzata all’inizio si è poi dimostrata fallimentare e abbiamo proseguito con la Dad. Nonostante i continui rimandi, anche a gennaio la didattica è ripartita al 50% però creando ancora più problemi: per differenziare le entrate, il biennio inizia le lezioni alle dieci, costringendo gli studenti a rientrare a casa alle 17 anziché alle 15».

Fabrizio è invece maggiorenne e sottolinea come anche i professori si siano lamentati delle loro condizioni di lavoro: «Quasi tutti i professori hanno scritto nel registro che non si possono effettuare le lezioni per mancanza di connessione». Tanto che molti studenti si trovano, alla fine del primo quadrimestre, ancora senza voto in più materie.

Cristina, mamma di un ragazzo che frequenta il Kant, è molto preoccupata che il figlio e i suoi amici si trovino discriminati in futuro per questa precarietà che li ha accompagnati negli ultimi due anni scolastici: «La preside è nuova: è arrivata il primo settembre, sapendo di tutte le problematiche che già c’erano. Lei ha detto che stava provando a risolverle, poi però è arrivata la seconda ondata e hanno chiuso le scuole e non sappiamo che è successo».

 

Nonostante la tensione, in mattinata una delegazione studentesca ha incontrato la preside, ottenendo la concessione di una settimana auto-gestita del liceo.

 

Tra i partecipanti anche Andrea Spinucci, rappresentante d’istituto: «La preside ha preso atto dell’occupazione e ci ha imposto alcune regole che noi spingiamo tutti quanti a osservare. Questo perché il periodo che stiamo attraversando necessita di particolari attenzioni: verificheremo dunque la temperatura e i documenti di tutti coloro che vorranno entrare, così da garantire un tracciamento sanitario in caso di necessità».

Dopo questa prima giornata più organizzativa tra assemblee logistiche e la definizione di un servizio d’ordine auto-gestito, infatti l’occupazione continuerà con numerose iniziative. «Stiamo organizzando corsi e assemblee con contributi esterni come alcuni docenti universitari per esempio», riferisce ancora Andrea Spinucci, che sottolinea: «Questo per far capire che noi teniamo alla scuola, abbiamo a cuore la didattica quindi ci mettiamo noi in prima linea per creare una situazione adatta».

Anche Valeria è della stessa opinione e spera che l’occupazione possa rappresentare un punto di partenza per una presa di coscienza condivisa: «Crediamo che questo debba essere veramente un momento di autogestione per mostrare la scuola che vorremmo e che dovremmo avere di diritto. Ospiteremo altre esperienze sociali e di lotta che possono essere di esempio per noi studenti e per tutte le nuove generazioni».

Nicolò Arpinati

da DINAMOpress

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SABATO 23 GENNAIO. KANT OCCUPATO.

Come studenti del Kant stamattina, dopo aver sostituito quattro giorni di lezioni da svolgere in drammatiche modalità, con quattro giorni di lotta, abbiamo deciso di occupare per protestare contro la condizione indecente e scandalosa di abbandono in cui come il nostro istituto, si trovano tutti i licei del territorio, di Roma e del Paese. Durante una pandemia mondiale ed emergenza sanitaria, che ha reso ancora più evidenti i problemi già preesistenti nei nostri istituti e dell’istruzione pubblica italiana, la Scuola è stata completamente privata di quello che dovrebbe essere il suo ruolo di crescita ed emancipazione dell’individuo. Inoltre non sono stati presi i giusti provvedimenti per garantire a noi studenti il nostro diritto allo studio, alla salute e ad un futuro.
Gli studenti si sono fin da subito dimostrati comprensivi riguardo la situazione, e ciò che hanno avuto in cambio è stata l’ennesima delusione da parte di chi dovrebbe tutelarli.

Anche oggi durante la presa di posizione da parte degli studenti, che si sono mossi per riprendersi la scuola che gli spetta, le forze dell’ordine hanno reagito con la VIOLENZA e L’INTIMIDAZIONE, spintonando e in particolare aggredendo uno studente di scuola.

L’istruzione dovrebbe essere centrale, proprio come a noi viene da sempre insegnato, un posto dove sentirsi VERAMENTE TUTELATO. Ciò che gli studenti chiedono è proprio che l’istruzione venga finalmente presa realmente in considerazione; fatti concreti, reali cambiamenti.
Le istituzioni, Governo e Ministra Azzolina, in tanti mesi hanno fatto tante promesse senza concludere niente, a spese della nostra istruzione e della nostra salute.
Abbiamo perso quasi un anno di istruzione in un fallimentare tentativo di investire nella DaD. La Didattica a Distanza deve essere un mezzo emergenziale, non il fine e non può replicare assolutamente la Didattica in presenza; causa socialità, disponibilità economica e modalità d’apprendimento. Questi tre fattori non possono essere garantiti dalla DaD, che, ripetiamo, deve essere una soluzione temporanea o integrata con i dovuti investimenti, sicuramente non definitiva.
Sebbene il liceo Kant nello specifico abbia fornito i devices necessari agli studenti impossibilitati a sfruttare la Didattica a Distanza, la scuola stessa presenta carenza di strumenti necessari a garantire un’istruzione a tutti gli studenti che la frequentano, come una connessione internet efficiente che permetta al 50% degli studenti connessi da casa di seguire le lezioni.
Anche all’interno della scuola la situazione è pressoché tragica. Si sentono ancora l’eco dei promessi banchi monoposto, apparentemente rimpiazzate con sedie a ribaltina che provocano evidenti disagi a moltissimi studenti. Come se non bastasse, gli studenti che si recano a scuola devono passare fino a sette ore dentro aule prive di un riscaldamento funzionante (problema già citato in ogni corteo studentesco degli ultimi anni e ripetutamente fatto presente all’istituto), dovendo così soffrire il freddo a causa delle finestre che, per permettere una costante circolazione dell’aria e ridurre il rischio di contagi, devono rimanere aperte.
Per rincarare la dose, all’ingresso a scuola alunni e professori si ritrovano in assembramenti di preoccupanti dimensioni, e una volta dentro le norme anti Covid vengono spesso trascurate, a partire dalla fornitura di mascherine non a norma e, di conseguenza, non funzionali al loro scopo: impedire la diffusione del virus tra studenti, professori e personale ATA, inevitabilmente a stretto contatto all’interno dell’istituto.
*Questo secondo rientro in presenza è l’ennesimo fallimento dovuto dall’incapacità del MIUR, della Regione e del governo, che dal primo rientro a settembre hanno dimostrato di non essere in grado di prendere provvedimenti efficaci, ma soprattutto hanno dimostrato il FATTO di non ascoltare la voce di chi la scuola la vive, di chi la scuola la fa: studenti e professori.
Enormi sono stati gli sforzi di alunni e insegnanti durante questo periodo di estrema difficoltà. Le autorità non si sono mostrate altrettanto intraprendenti, fallendo anche a fornire un maggior numero di mezzi di trasporto efficienti, lasciandoci entrare in autobus e vagoni della metro ricolmi di persone, alcune delle quali noncuranti delle norme vigenti, seppur in zona arancione.

Questa situazione di continua incertezza e precarietà è sempre stata e continua ad essere insostenibile. Il Kant oggi esige rispetto per studenti, professori e per l’intero organico scolastico. Il Kant oggi grida a gran voce che chi ha distrutto la scuola ora deve fare i conti con gli studenti in lotta che si riprenderanno il loro diritto ad un futuro e ad un presente!

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