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Roma: Polizia antisommossa fa irruzione al centro “Baobab“

Polizia in antisommossa, con blindati e la scientifica questa mattina, martedì 24 novembre, dentro il centro “Baobab“, spazio autogestito di accoglienza per migranti in via Cupa a Roma, non distante dall’Università La Sapienza. (video). Un’operazione che alcuni presenti hanno sentito definire “di antiterrorismo”, svoltasi nell’ambito del piano sicurezza per il Giubileo.

Sfruttando la psicosi post-attacchi di Parigi, la Roma sotto controllo…prefettizio ha mandato decine di poliziotti (almeno una sessantina) dentro il “Baobab” alle 6.30, bloccando la strada con due mezzi blindati.

La polizia ha prelevato i migranti senza documenti portandoli all’ufficio centrale Immigrazione di via Patini, 23 a Roma.

All’interno dello stabile la polizia non ha trovato nulla: nè droga, nè armi, nè piani di imminenti attacchi terroristici. Nonostante ciò sono 24 i migranti portati via, appartenenti a varie nazionalità, che sono stati caricati su un pullman e trasportati dalla polizia nell’ufficio della questura in via Patini. Per loro è in corso l’identificazione e rischiano l’espulsione. Tra l’altro, trattandosi di transitanti, anche se richiedessero lo status di rifugiato, sarebbero costretti a rimanere in Italia senza poter raggiungere la loro destinazione.

Un’azione di polizia che fa seguito alle dichiarazioni di Stefano Pedica (PD) della scorsa settimana “Dopo gli attacchi terroristici di Parigi, è più che mai evidente che per rendere sicura Roma non basta schierare qualche uomo in più delle forze dell’ordine davanti agli obiettivi sensibili. In vista del Giubileo – aveva continuatooccorre fare controlli a tappeto in tutti gli angoli della città, praparando una mappa dettagliata di tutte le occupazioni abusive“. Una situzione, quella romana, dove alla stretta securitaria si accompagna la paranoia dell’informazione e la psicosi dell’attentato, testimoniate dalle decine di falsi allarmi bomba di questi giorni.

I volontari del centro Baobab rinnovano la loro “preoccupazione in seguito a voci di un prossimo sgombero della struttura, quando ancora manca una reale alternativa per il ricollocamento dei migranti ospitati”.

 

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La corrispondenza delle 8.20 con Roberto, volontario del “Baobab” di Roma. Clicca qui per ascoltare o scaricare. (da Radio Onda d’Urto)

Ore 11.15 – Aggiornamento ancora con Roberto, volontario del “Baobab” di Roma: non si hanno notizie certe sui 24 migranti fermati, pare che due di loro siano stati portati in un centro di prima accoglienza e che gli altri rischino di finire in un CIE (notizie comunque da confermare!). La Questura, intanto, ha dichiarato che il blitz di stamattina rientrerebbe nelle operazioni di sicurezza in vista del Giubileo. Ascolta o scarica. (da Radio Onda d’Urto)
Qualcuno dovrà pur pagare per Parigi – di Volontari del Baobab di Roma

La risposta che attendevamo sull’emergenza transitanti nella Capitale è arrivata martedì 24 mattina, dopo cinque mesi. Ventiquattro migranti sono stati prelevati dal centro Baobab per l’identificazione, tra di essi eritrei, etiopi e magrebini. Strano modo di intervenire, in tenuta antisommossa e con unità cinofile; proprio ora che i migranti sono drasticamente diminuiti iniziano perquisizioni e identificazioni per allontanarli dal luogo che per cinque mesi ha coperto un bucIMG_2626o dell’amministrazione pubblica sostenendosi col mero volontariato.

Sarebbe questa la risposta che, come Paese civile, riusciamo a mettere in atto per affrontare l’“emergenza profughi”? È un atto di violenza che noi volontari condanniamo con fermezza e dal quale ci dissociamo, perchè lascia in strada persone incolpevoli, attuando una caccia all’uomo alimentata dalla paura di atti terroristici, amplificata mediaticamente e politicamente dopo i fatti di Parigi.

 

Il terrore in questi mesi al Baobab c’è stato ogni giorno. A partire da Delina, non più di tre anni e dedita a pettinare i capelli delle volontarie. È una terrorista, sì, perchè se la si guarda negli occhi incute il terrore del senso di colpa suscitato dalla nostra inerzia e dai nostri pregiudizi. È terrorista anche Adhanet, trentacique anni, che ha percorso il Sudan e ha subito le percosse e le violenze della polizia libica in un centro di detenzione nel quale sono stati fucilati davanti a lei quindici uomini. Sono terroristi i 35 mila profughi, accolti da noi mentre tentavano di raggiungere il Nord Europa in fuga da guerre e dittature e provati da un viaggio che passa per l’orrore della Libia e dei barconi. 

Dove era lo Stato durante questa processione invisibile e silenziosa? Dove era mentre transitavano in Italia da clandestini, senza un nome, per evitare di essere identificati entrando nel meccanismo perverso di Dublino?

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Noi volontari in questi mesi abbiamo agito, nei nostri limiti, per un’accoglienza degna, tentando sempre un’interlocuzione difficile con il Comune di Roma, che da mesi minaccia lo sgombero attraverso le parole dell’assessore Danese, chiedendo aiuti economici, un luogo adatto ad accogliere i migranti, sicuro e gestito da lavoratori competenti. Nulla di ciò è arrivato e oggi affrontiamo un’ennesima situazione ingestibile. 

Noi come singoli e come gruppo non smetteremo di dare accoglienza e di impegnarci per Roma. Speriamo perciò nel sostegno dei cittadini, perché ora più che mai ne abbiamo bisogno, gli stessi che non ci hanno mai lasciati soli, e a cui chiediamo di restare al nostro fianco.

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