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Roma: migranti bloccati in chiesa da gruppo di fascisti

Ancora tensioni al centro accoglienza di via del Frantoio a Roma. Un gruppo di ventina di aderenti a movimenti dell’estrema destra romana ha impedito ieri per due ore a un trentina di migranti eritrei ospiti del centro, tra i quali molte donne con bambini,  di uscire dalla chiesa di Santa Maria del Soccorso, al Tiburtino, dove si erano recati insieme ad alcuni abitanti del quartiere per una messa indetta dalla comunità di Sant’Egidio.

L’episodio è avvenuto nel pomeriggio verso le sei e i migranti hanno potuto fare rientro al centro solo due ore dopo grazie all’intervento della polizia e a un pullman della Croce rossa che li ha prelevati dalla chiesa. In precedenza il gruppo di fascisti si era recato di fronte al centro di accoglienza – teatro di disordini nei giorni scorsi – per un sit in di protesta contro la presenza dei migranti. Sembrava che tutto fosse finito lì, con qualche intervista alle telecamere presenti giusto per farsi un po’ di pubblicità, quando i fascisti hanno saputo della messa alla quale stavano partecipando anche i migranti del centro. Immediatamente si sono spostati davanti alla chiesa dividendosi in gruppi di 4-5 persone. Qualcuno è perfino entrato per controllare la situazione. Solo l’arrivo della polizia ha probabilmente evitato che si creasse una situazione ancora più rischiosa per i migranti, ai quali gli agenti hanno chiesto di rimanere all’interno della chiesa fino all’arrivo del pullman con le insegne della Croce rossa che li ha riportati al centro di via del Frantoio.

Intanto per i disordini avvenuti mercoledì scorso la procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati, per lesioni aggravate dall’uso di arma, la donna che afferma di essere stata ferita e sequestrata (circostanza, questa, smentita da diversi testimoni) durante la rissa avvenuta davanti al centro che ospita i migranti. Per gli inquirenti potrebbe essere stata lei a colpire alla schiena con un tondino di ferro il 40enne eritreo Yacob. La donna, che a questo punto pare essersi inventata la ricostruzione, ha sempre sostenuto di essere intervenuta a difesa di suo nipote, il 12enne che secondo la sua versione sarebbe stato preso a sassate dall’uomo eritreo. Anche in questo caso le testimonianze la smentiscono. Ma per i residenti che hanno assediato il centro, fomentati da organizzazioni di estrema destra, non conta.

Marina Della Croce

da il manifesto

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L’aggressione ai bambini era falsa, quella ai rifugiati è vera

I fascisti pescano nel torbido, si sa. E quando il torbido non c’è, se lo inventano. Con quattro soldi, pescando nel lumpenproletariat metropolitano, nella disperazione che nasce da povertà, disoccupazione, tossicodipendenze, esistenze al margine.

La storia della “madre inferocita con i migranti” ospitati nel centro d’accoglienza di Tiburtino Terzo, a Roma, che avrebbero lanciato sassi verso i suoi figli, aggredendo lei stessa, è una completa invenzione. Era avvenuto lo stesso un paio di anni fa, a Lunghezza, con una autista d’autobus notoriamente di destra che si era inventata un’aggressione di “extracomunitari” alla fermata.

I fasciorazzisti alla etsta dell’assalto a centro della Croce Rossa

Nicht, non c’è mai stata, una bufala in piena vita reale, non online. “Leggende metropolitane”, voci incontrollabili, testimonianze inattendibili… la storia è piena di eventi reali – anche di grande rilevanza – condizionati da informazioni false, fraintendimenti, fake news costruite dal potere o da mestatori di professione.

Sta di fatto che per questa bufala c’è un essere umano, un migrante ospitato nel centro sotto assalto, all’ospedale per una coltellata.

Sta di fatto che per questa bufala un pezzo degli abitanti di un quartiere si è fatto trascinare da qualche pezzo di merda fascista – perfettamente consapevole di star lavorando sul falso – in una protesta che poteva essere anche più pericolosa.

Sta di fatto che per questa bufala la malapianta del conflitto razziale è stata alimentata proprio nel contesto preferito dal potere, in modo da fomentare la più suicida delle “guerre tra poveri”.

Va perciò pubblicizzata al massimo, in ogni settore di movimento e soprattutto nei quartieri popolari, questa ricostruzione definitiva della vicenda. E’ tutta in’invenzione.

Ce ne saranno altre, più numerose ogni volta che si riuscirà a dimostrare che i migranti sono un pezzo essenziale del “nostro mondo”, tanto quanto lavoratori, disoccupati, studenti, precari, pensionati, ecc. Ogni divisione è un regalo al nemico. Per questo usa i fascisti, le spie, gli infiltrati, i corrotti: per moltiplicarle.

p.s. Nonostante tutto, infatti, i fascisti insistono nel cercare lo scontro su quel territorio: http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/17_settembre_02/croce-rossa-migranti-bloccati-chiesa-fuori-gruppi-estrema-destra-1a93cd00-900b-11e7-90ab-5e72a21f32c7.shtml.

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Migrante ferito, indagata la zia del 12enne: «Si è inventata tutto». Blitz di destra, migranti bloccati in chiesa

Pamela Pistis aveva raccontato di un presunto lancio di pietre contro il nipote 12enne e di essere stata sequestrata e picchiata dai profughi dopo averlo difeso, scatenando la rabbia del quartiere. Ora è accusata di lesioni aggravate. Denuncia della Croce rossa

di Fulvio Fiano – Corriere della Sera

La recita della “madre” a beneficio dei giornalisti.

Tutta un’altra storia. Pamela Pistis la 36enne che ha innescato l’assedio al centro della croce rossa al Tiburtino sostenendo di essere stata rapita da un eritreo dopo essere intervenuta a difesa di suo nipote, si è inventata tutto. E ora è iscritta nel registro degli indagati della procura di Roma con l’accusa di lesioni aggravate dall’uso di arma. Nello specifico,si tratta di un tondino, un pezzo di ferro di quelli usati nell’edilizia, con il quale ha ferito il 40enne eritreo Yacob, in via del Frantoio. L’iscrizione è avvenuta sulla base di una informativa dei carabinieri consegnata sabato al pm Alberto Galanti, nella quale si spiega che non c’è stato il presunto rapimento e che anche le ferite lamentate dalla donna sarebbero antecedenti ai fatti. Anzi, l’unico colpo da lei ricevuto è uno schiaffo del compagno arrivato in un secondo momento per allontanarla dal luogo della lite. La donna ha precedenti, recenti, per furto.

Gli accertamenti scientifici

Il quadro ormai chiaro manca di un’ultima conferma sull’arma che la donna avrebbe raccattato da terra. Per questo il pm ha conferito un doppio incarico: al medico legale per accertare la compatibilità col tondino delle ferite riportate da Yacob, e ai carabinieri del ris per i rilievi sull’oggetto. Yacob, 40 anni con disturbi mentali, è stato ferito alla schiena, ed è stato ricoverato in ospedale con una iniziale prognosi di 30 giorni. Ascoltato dai carabinieri, ha negato di aver lanciato sassi contro i bambini che erano in strada, figli e nipoti della donna ora indagata. Il ferimento, secondo quanto finora emerso, tra testimonianze discordanti, sarebbe nato dopo la richiesta di una sigaretta fatta da Pamela all’eritreo e davanti alla risposta negativa di Yacob, la donna avrebbe reagito colpendolo (in un’altra testimonianza a ferire l’eritreo sarebbe stato il nipote 12enne di Pamela ndr.). In realtà l’uomo avrebbe solo simulato il lancio di un oggetto per allontanare i ragazzini che lo prendevano in giro.

Il malumore del quartiere

Poi il parapiglia tra un gruppo di migranti e un gruppo di residenti giunti a sostegno della donna che lamentava di essere stata «sequestrata» dagli immigrati. Circostanza, questa, smentita dalla Croce rossa e da diversi testimoni. Ne è nato comunque un assedio dei residenti alla struttura del quartiere Tiburtino III, alla periferia est della Capitale. Il presidio umanitario di via del Frantoio, gestito dalla Cri è da tempo al centro di proteste da parte dei residenti che mal sopportano la presenza dei richiedenti asilo.

da contropiano

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