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Roma: «Fuori dal quartiere»: e prova a dar fuoco a un bengalese

La bomboletta spray in una mano, l’accendino nell’altra. Poi, d’un tratto, una piccola scintilla e la fiammata sfiora il volto di uno dei tre ragazzi bengalesi. «Andatevene via brutti negri di merda, vi uccido se vi vedo ancora da queste parti. E guai se chiamate la polizia, vi vengo a cercare» urla Ivan Balzanella 20 anni, di Roma. Con lui, in giro in via Conte Verde, ci sono altri due amici ancora da identificare. Quello è il quartiere multietnico della capitale. Ma per questo ventenne «sempre strafatto, che fa il writer ma non ha finito le superiori» e la sua banda poco importa.L’Esquilino è la sua zona. E per questo deve essere off limits per gli immigrati. «Voi qua non potete stare, vi do fuoco» grida già a novembre ad altri stranieri. Due sere fa, lo fa davvero. Prende dalla tasca la bomboletta spray di vernice che usa per i graffiti sui vagoni dei treni e sui muri lungo i binari della stazione Termini e la trasforma in un lanciafiamme. Liquido infiammabile contro tre ragazzi di 18, 19 e 21 anni del Bangladesh. Le fiamme li sfiorano appena. Uno di loro cerca di fermarlo e si rompe un dito. Gli agenti del commissariato Esquilino diretti da Domenico Condello irrompono poco dopo. Bloccano il ventenne e gli trovano addosso hashish. Dopo la tragedia di Nettuno, e il giovane indiano bruciato vivo da tre ragazzi, Roma si sveglia ancora all’ombra del razzismo. «Mi auguro che quel demente abbia la giusta punizione» dice Alemanno. «Davvero un brutto segnale, le istituzioni rispondono con durezza e diffusione di dialogo e legalità» aggiunge il presidente della Regione, Marrazzo, mentre Zingaretti, incalza: «Si interroghi chi nei giorni scorsi irresponsabilmente aveva indicato nella cattiveria l’atteggiamento da assumere nei confronti degli immigrati».Razzismo dunque. Era già successo mesi fa al Trullo. Cinque gli arrestati. «Arabi de merda venite qua, pe camminà su sta strada ce dovete dà 10 euro?» sono le minacce ad alcuni egiziani. Per il gip non c’è dubbio. Si tratta di «occupazione fisica del territorio e di intimidazione permanente nei confronti degli stranieri con finalità di pulizia etnica». Ora ci risiamo. A novembre, la banda del 20enne aggredisce alcuni bengalesi. Anche calci e pugni. Un mese dopo, è la volta di due indiani. «Se passate ancora di qua, vi brucio e vi ammazzo». Loro vanno dalla polizia, segnalano ma non denunciano. Forse prevale la paura.Ieri la scoperta: in questa storia c’è anche un’altra faccia: disagio sociale e droga prendono forma in un seminterrato di via Pinciani 15. Lì Ivan, che farebbe uso di cocaina ed eroina, vive col padre. Il degrado è visibile. In casa, la polizia trova un bilancino di precisione, i contanti frutto dello spaccio, oltre a bombolette spray e accendini. Balzanella ha già precedenti per reati contro la persona aggravati dall’odio razziale ma la sua bomboletta ieri diventa un lanciafiamme.
fonte: L’Unità

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