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Processo NoTav: condannati 16 attivisti

Il tribunale di Torino ha inflitto pene complessive per trent’anni di carcere. Condannata a 20 mesi anche Nicoletta Dosio, storica militante del movimento

Il tribunale di Torino ha condannato 16 attivisti No Tav e ne ha assolti 3 al processo di primo grado relativo ai disordini avvenuti il 28 giugno 2015 in Val di Susa, quando durante la marcia No Tav si registrarono scontri tra manifestanti e forze dell’ordine.

Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di resistenza aggravata, lesioni, lancio di artifizi pirotecnici e materiale esplodente. Le condanne più alte ammontano a 3 anni e 10 mesi. Condannata a un anno e 8 mesi anche Nicoletta Dosio, 73 anni, insegnante di greco in pensione e storica attivista No Tav. Un’altra esponente di lungo corso del movimento, Marisa Meyer, è stata invece assolta.

L’ammontare complessivo delle pene inflitte dal tribunale si aggira intorno ai 30 anni di reclusione. Il pubblico ministero Antonio Rinaudo ne aveva chiesti circa 70.

Alla lettura del dispositivo erano presenti numerosi compagni degli imputati.

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da InfoAut

Partiti da Exilles in direzione Chiomonte, dopo qualche chilometro i notav si erano trovati davanti ai famosi jeresy con filo spinato israeliano a bloccare loro la strada. I manifestanti avevano quindi attaccato alcuni rampini tentando di tirare giu le reti e proseguire fino al cantiere della Torino-Lione. La polizia aveva risposto con lanci di lacrimogeni e idranti disperdendo il corteo che era però proseguito fino alla centrale elettrica di Giaglione dove i notav si erano lanciati di nuovo all’abbordaggio del cantiere, stavolta vittoriosamente. Le barriere erano fragorosamente cadute mentre la polizia usciva confusa caricando e sparando lacrimogeni a più non posso.

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Una determinata giornata di lotta notav con persone di ogni età accorse per ribadire l’ennesimo NO alla grande mangiatoia e a una militarizzazione delle valli sempre più soffocante ma che era stata caratterizzata fin da subito da un certo nervosismo da parte della forze dell’ordine e della lobby SITAV, evidentemente sorpresa dalla pur nota determinazione valsusina. Al termine del corteo la DIGOS aveva fermato il furgone con l’impianto di amplificazione denunciando ed arrestando tre notav tra cui la signora Marisa, anni 73, conosciuta in tutta la Val di Susa per le sue celebri frittelle.

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All’apertura del processo le richieste del PM Rinaudo, ormai prossimo alla pensione e in evidente difficoltà dopo che un’inchiesta per corruzione ha preso in pieno l’entourage del PM Padalino – l’altro procuratore del pool anti-notav – lasciavano già presagire la voglia di dare una lezione alla valle che resiste. Le richieste di pena arrivavano addirittura a 7 anni di carcere per la feroce violenza esercitata contro le innocenti barriere poste a difesa del cantiere. Ridimensionate le condanne, l’impianto accusatorio è stato comunque confermato oggi dal giudizio del tribunale che ha assolto tre manifestanti per condannarne sedici a 31 anni e 10 mesi di carcere. Tra loro giovani notav e storici valsusini da sempre in prima linea contro il folle progetto della Torino-Lione, con condanne che colpiscono persone dai 26 ai 72 anni.

Continua la vergognosa crociata dello Stato contro i valsusini, rei del peggior delitto: essersi informati sulle grandi opere, aver capito e aver agito di conseguenza. Ma siamo certi che questa ennesima operazione politica contro la resistenza notav non farà indietreggiare nessuno. Come recita uno dei più famosi slogan del movimento: “la Val Susa paura non ne ha”. Ed è per queso che fa paura!

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