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Processo Bifolco: Verità e Giustizia stanno fuori dai tribunali

Presso il tribunale di Napoli, si è tenuta l’unica e definitiva udienza del processo Bifolco che vede sul banco degli imputati il carabiniere Giovanni Macchiarolo con l’accusa di omicidio colposo. Il 3 giugno, infatti, in camera di consiglio, il PM Persico, accolse favorevolmente la richiesta da parte della difesa di procedere con rito abbreviato. Proprio perché si è proceduto con il rito abbreviato, l’udienza si è tenuta a porte chiuse.

Fuori dal tribunale, invece, si è tenuto il presidio del comitatoVerità e giustizia per Davide” e degli amici di Davide. L’uccisione di Davide è avvenuta nella notte tra il 4 e il 5 settembre dello scorso anno nel rione Traiano. Davide quella sera era in motorino con due suoi amici. I tre ragazzi incrociano una gazzella dei Carabinieri che alla vista del motorino comincia un inseguimento che si conclude con lo speronamento dello scooter. I tre giovani si ritrovano sull’asfalto, dalla gazzella esce un carabiniere con la pistola puntata.

Quando Davide prova a rialzarsi viene colpito da un proiettile al cuore. I carabinieri sostenevano di aver riconosciuto sul motorino la presenza di un latitante. Il giovane in questione poco dopo, pubblicamente, smentisce la sua presenza. Circostanza confermata anche da altri testimoni. La versione degli uomini in divisa è ancora una volta quella del colpo accidentale. La scena del delitto viene da subito inquinata: macchina e motorino vengono spostati. Sul referto medico di Davide è scritto che la sua morte è avvenuta durante il trasporto in ospedale.

Eppure non si capisce perché l’ambulanza prima di ripartire sia stata ferma sul posto per quasi un’ora se le condizioni di Davide erano gravi. Inutile ricordare come nelle ore successive si sia immediatamente attivata la macchina del fango da parte dei mass media tesa a giustificare l’operato delle forze dell’ordine. Tanti restano i lati oscuri di questa vicenda e di certo non sarà la sentenza di oggi a poter fare piena giustizia sulla morte di Davide.

Fin dall’inizio dell’udienza, tante e tanti amici di Davide e giovani del quartiere e della città si sono ritrovati fuori il tribunale per stringersi attorno alla famiglia e continuare a chiedere con forza verità e giustizia.

Poco prima delle 12.00 è arrivata la richiesta di condanna del PM per il carabiniere Giovanni Macchiarolo. Cinque anni che con il rito abbreviato scendono a 3 anni e mezzo. All’arrivo della notizia non sono mancati momenti di tensione fuori e dentro il tribunale. Forti proteste si sono levate da parte dei familiari di Davide. Il GUP Ludovica Mancini prima ha deciso di allontare i parenti e poi ha sospeso l’udienza per circa mezz’ora. Dal presidio,invece, è partito un lancio di uova contro le forze dell’ordine schierate all’ingresso del tribunale ed è volato qualche spintone.

Da segnalare anche la presenza di Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, altra vittima degli abusi di polizia. Intanto, in attesa della sentenza definitiva, gli amici e i familiari di Davide già rilanciano un nuovo appuntamento. Questa volta proprio nel quartiere in cui viveva il giovane e la sua famiglia e precisamente sul luogo in cui fu assassinato. L’appuntamento è per le 17 sulla rotonda in via Cinzia nel rione Traiano.

La cronaca della giornata e il commento di Eddy del Laboratorio politico Iskra

 

da InfoAut

 

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