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Il primo “non compleanno” di Giulio Regeni

Paola Deffendi, madre di Giulio Regeni, ricorda che il 15 gennaio il figlio avrebbe compiuto 29 anni.

Avrebbe compiuto 29 anni il 15 gennaio Giulio Regeni, se quasi un anno fa non fosse stato rapito poi ucciso al Cairo, dove svolgeva attività di ricerca.  E’ stata la madre del giovane, Paola Deffendi, sul suo profilo Facebook a rivolgere un pensiero al figlio e ricordare la ricorrenza: “Oggi è il primo non compleanno di Giulio. L’ultima sua immagine, compleanno al Cairo ed il pub, dove siamo stati con lui ad Oxford e dove L.Carroll ha presentato Alice“.

Il 25 gennaio prossimo, in occasione del primo anniversario della scomparsa dello studente friulano, per iniziativa di Amnesty Internazional si terrà una manifestazione nazionale a Roma. Anche Roccardo Noury, portavoce italiano dell’organizzazione per la difesa dei diritti umani, ha dedicato un post a Giulio: “Giulio Regeni era nato il 15 gennaio 1988. Delle persone in Egitto si sono prese la responsabilità vile e tremenda di non fargli celebrare, oggi, il suo ventinovesimo compleanno. E noi vogliamo conoscere i loro nomi”.

Il 15 gennaio di un anno fa Giulio Regeni festeggiò il suo compleanno in compagnia di alcuni amici in un bar del Cairo. Dieci giorni dopo, nel giorno del quinto anniversario della rivoluzione egiziana, in una giornata in cui il governo aveva intimato alle persone di prestare la massima attenzione per il rischio disordini, il ricercatore friulano sarebbe scomparso nel nulla. Il suo corpo, ormai senza vita, sarebbe stato trovato il 3 febbraio lungo la strada che collega la capitale ad Alessandria. Giulio Regeni era stato torturato, il suo corpo sfigurato da ferite e bruciature: “Ho riconosciuto Giulio dalla punta del naso. Su quel viso ho visto tutto il male del mondo”, avrebbe detto qualche mese più tardi la madre, Paola.

Fin dall’inizio l’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni ha incontrato ostacoli importanti: pochi giorni dopo il ritrovamento del corpo il capo della polizia locale Khaled Shalaby parlò di incidente d’auto, come se non sapesse che lo studente italiano era stato torturato. Il 24 marzo, poi, le forze di sicurezza uccisero cinque uomini egiziani per poi affettarsi ad esultare, affermando che si trattava dei rapitori di Giulio Regeni. A quasi un anno dalla morte dello studente friulano non si sa ancora di chi siano state le responsabilità.

Davide Falcioni

da Fanpage

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