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Il potere si blinda. Arriva alla camera il decreto che vieta le contestazione ai politici

In questi giorni la Commissione Giustizia della Camera ha concluso l’esame degli emendamenti presentati alla proposta di legge n.3891, che introduce una serie di modifiche ad alcuni articoli del codice penale relativi ai reati di intimidazione o minaccia, estendendoli e rafforzandoli a tutela di amministratori, politici e magistrati.

Il testo aveva già ricevuto l’approvazione del Senato durante l’estate col nome di “Disposizioni in materia di contrasto al fenomeno delle intimidazioni ai danni degli amministratori locali” e prevedeva aumenti variabili (da un terzo fino alla metà) della pena comminabile per quei reati quando questi vengono commessi a danno di una delle figure sopra citate, in relazione al suo mandato o alle sue funzioni.

Come avevamo già avuto modo di scrivere in quell’occasione, il decreto riconduce sotto l’etichetta dell'”intimidazione” fenomeni ed episodi molto diversi tra loro, buttando nello stesso calderone attività della criminalità organizzata e forme di conflitto sociale (contestazioni, mobilitazioni ecc). Facendosi scudo dell’armamentario retorico antimafia, il testo lascia intuire che le modifiche introdotte verrebbero in realtà applicate in maniera ben più estensiva, introducendo un’aura di intoccabilità attorno a componenti del corpo politico, amministrativo e giudiziario.

Il decreto approvato a luglio dal Senato era molto incentrato sulla figura degli amministratori locali. La novità più significativa introdotta ora alla Camera è invece l’ulteriore estensione del provvedimento anche ai politici nazionali: come si apprende dalle parole dello stesso Davide Mattiello – deputato PD e relatore del progetto di legge alla Camera – su questo punto il Partito Democratico ha insistito molto, respingendo gli emendamenti che puntavano invece a escludere chi fa politica a livello nazionale, presentati dal Movimento 5 Stelle.

Dopo l’esame degli emendamenti, ora il testo arriverà in aula per il voto finale. Se tra i primi firmatari della versione iniziale del testo spiccavano i nomi di senatori del PD (proprio mentre gli esponenti del partito venivano puntualmente accolti dalle contestazioni da Nord a Sud), stupisce ancor meno che ora a puntare i piedi sull’inclusione dei politici nazionali nel progetto di legge siano gli stessi piddini…

da InfoAut

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