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Per la morte di Riccardo Magherini denunciati carabinieri e 118

La famiglia di Riccardo Magherini chiamerà in causa tutte le persone intervenute durante l’arresto. Critiche al pm: “Fu lui a parlare per primo di botte, poi ha cambiato rotta”.

Una denuncia contro carabinieri e sanitari. Contro tutti quelli che la notte fra il 2 e il 3 marzo erano presenti a Firenze in Borgo San Frediano “e potrebbero risultare responsabili della morte di Riccardo”. Va all’attacco la famiglia di Magherini. La Procura anticipa che l’ex calciatore del Prato, cresciuto nel vivaio della Fiorentina, non sarebbe morto per le botte riportate durante l’arresto; il legale dei genitori e del fratello rilanciano: “Noi non ci crediamo. Ma se la pensa così, il pm archivi. In fretta, però. Così impugniamo e andiamo davanti al gip”.

L’avvocato Fabio Anselmo non vuole che la vicenda si trascini per le lunghe. Non vuole per Riccardo Magherini, figlio di Guido, ex calciatore di Milan, Lazio, Palermo, accada quello che è successo per gli altri “morti di Stato” di cui si è occupato: Stefano Cucchi, Federico Aldrovandi, Giuseppe Uva. Lo ribadisce con il senatore Pd Luigi Manconi, presidente della commissione Diritti Umani che trasforma una vicenda di provincia in un giallo nazionale. Nella morte di Riccardo, infatti, di chiarito non c’è molto. Neppure ora che sono spuntati due video che riprendono il quarantenne che grida durante l’arresto: “Aiuto, aiutami, chiamate un’ambulanza”.

La procura insiste che le immagini “in possesso di questo ufficio” si riferiscono solo agli “accadimenti successivi all’immobilizzazione del giovane”, appena uscito da una pizzeria, in evidente stato confusionale, probabilmente sotto l’effetto degli stupefacenti, con un cellulare in mano (non suo) per chiamare le forze dell’ordine, convinto di essere inseguito da qualcuno che lo voleva uccidere. Nelle immagini – insiste la procura – “non si evidenziano violenze di alcun genere”. L’avvocato Anselmo giunge a conclusioni diverse. Non fosse altro perché in un filmato si sente una frase spezzata: “Vuoi ancora dei cal….” (dei calci?).

Al di là delle ipotesi, il legale dei Magherini ritiene “francamente tempestiva” la ricostruzione del pm. Troppo frettolosa. “Comunque se crede che la causa esclusiva della morte di Riccardo sia stata la cocaina, archivi. Noi non ci crediamo. Abbiamo, semmai, forti dubbi sulla tempestività dell’intervento medico e una profonda perplessità sull’operato dei carabinieri”.

Da qui la denuncia che sarà depositata contro chi era presente in San Frediano la notte della morte di Riccardo: “Non abbiamo individuato un numero preciso di persone: la denuncia sarà ampia”. E secondo l’avvocato foriera di sorprese.

Magari negli esami istologici e tossicologici che completano l’autopsia. “È grave – commenta Andrea Magherini, il fratello – che a quasi due mesi dalla morte di Riccardo questi test ancora non siano disponibili. Non mi meraviglio, però. È una strategia precisa quella di dilatare i tempi”. I Magherini, però, non si arrendono. Andrea ieri a Firenze ha partecipato al corteo per la Liberazione che ha sostato in Borgo San Frediano. Dopo il suo intervento, i partecipanti hanno ricordato Riccardo con un applauso mentre è comparsa la scritta “Verità e giustizia per Magherini”. Quello che la famiglia cerca.

Anche ora che il pm titolare dell’inchiesta Luigi Bocciolini “cambia rotta. All’inizio delle indagini- racconta Andrea – ci aveva assicurato che ci sarebbe stato almeno un indagato. Fu lui il primo a parlare di percosse. Poi, dopo la conferenza di Manconi a Roma si è allineato con la procura”. Di istinto Andrea gli scrive una mail. “Ma non mi ha risposto”. Difficile, invece, sarà ignorare la richiesta di Manconi al ministro della Giustizia, al procuratore generale presso la Cassazione e al Csm di “esercitare il controllo di legalità nei confronti degli atti compiuti dal pm”. L’anticipo dei risultati informali dell’autopsia: “non sono state riscontrate lesioni riconducibili a percosse”.

Dopo che in una mail, ricordata dallo stesso Manconi, la procura affermava giorni fa l’esistenza di “un fondato motivo di ritenere che almeno uno dei militari abbia colpito il ragazzo con calci al fianco mentre era a terra ammanettato”. Dove sta la verità? Per capirlo Andrea Magherini lancia un appello ai residenti di Borgo San Frediano: fornire video, foto e testimonianze sulle ultime ore di vita di Riccardo. Un terzo video sembra essere stato filmato. La speranza è che questo materiale venga fornito. L’ aiuto che non è stato dato a Riccardo. Le porte e le finestre che non si sono aperte: “Non ci si deve meravigliare. La gente ha visto arrivare i carabinieri. E ha pensato che mio fratello fosse salvo”.

fonte: Il Tirreno

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