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Omicidio Cucchi, i ministeri non pagheranno i danni civili

La responsabilità civile della morte di Stefano Cucchi, nell’ambito dell’inchiesta bis che vede indagati cinque carabinieri, non potrà essere addossata ai ministeri della Difesa, della Giustizia e degli Interni. Saranno citabili i soli condannati per l’omicidio del 31enne geometra romano morto nel reparto “protetto” dell’ospedale Pertini il 22 ottobre 2009.

Lo ha deciso il gup Cinzia Parasporo che, per il resto, ha rinviato al prossimo 10 luglio l’udienza preliminare che dovrebbe decidere se i militari saranno sottoposti a processo. Sarà una lunga udienza dove prenderà la parola il pm Giovanni Musarò, titolare della nuova inchiesta aperta dalla procura di Roma, i patrocinatori delle parti civili e della difesa.

E la camera di consiglio si riunirà per decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio per Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco (accusati di omicidio preterintenzionale perché ritenuti dall’accusa autori del pestaggio di Cucchi, e di abuso di autorità per aver sottoposto il giovane «a misure di rigore non consentite dalla legge»), per il maresciallo Roberto Mandolini, comandante interinale della stazione di Roma Appia (accusato di calunnia e falso), e per Vincenzo Nicolardi (che insieme a Tedesco deve rispondere di calunnia nei confronti di tre agenti della penitenziaria che furono processati e assolti).

Di Bernardo, D’Alessandro e Tedesco sono comunque già stati sospesi.

da il manifesto

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