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Omicidio Ciro Esposito, Per i giudici è vittima di una “Bravata”. Per la mamma: “Bravata? No, fu agguato fascista e razzista.

Sono state depositate le motivazioni della sentenza della Corte d’appello di Roma sull’omicidio di Ciro Esposito, il giovane tifoso napoletano sparato il 3 maggio 2014 dall’ultras romanista Daniele De Santis e morto dopo una lunga agonia in ospedale.
Per i giudici si tratta di una “bravata”, non ci fu aggressione dei tifosi della Roma a quelli del Napoli che stavano raggiungendo lo Stadio Olimpico per assistere alla finale di Coppa Italia contro la Fiorentina. Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito alle telecamere di Fanpage.it grida la sua indignazione: “Una bravata può essere quella di un ragazzino che corre verso un cancello bussa e scappa via – dice la signora Antonella – ma non un uomo di 50 anni che esce con la pistola e non tentenna nemmeno un secondo a sparare”.
La ricostruzione fatta anche attraverso i video di quel 3 maggio 2014 racconta una verità esplicitamente diversa: “Ciro accorse verso un autobus di tifosi napoletani che verso cui un gruppo di romanisti lanciava bombe carta – spiega Leardi – si vede bene nei video, Ciro corre con gli altri ragazzi verso il bus, poi De Santis incita a rincorrerlo e lì Ciro in 8 secondi viene sparato”. La pena per Daniele De Santis detto “Gastone” è scesa da 26 a 16 anni: “De Santis ha amicizie importanti, è un fascista e chi lo difende sono fascisti – prosegue la mamma di Ciro – sono in molti che lo accordano addirittura l’ex generale dei Carabinieri Garofano ha fatto una perizia di parte per De Santis, io non ho avuto tutte queste possibilità”. Infine sul futuro: “Io ho sempre creduto nella giustizia divina perché a quella non può scappare nessuno, ma umanamente ci vorrebbe anche la giustizia terrena, affinché altri ragazzi non pensino di fare una “bravata” come l’ha fatta De Santis”. (vedi l’intervista rilasciata a FanPage )

Antonella Leardi, mamma di Ciro Esposito, è stata intervistata oggi su Radio Kiss Kiss Napoli. Ecco le sue parole in risposta alle domande sui pensieri e le sensazioni dopo aver scoperto le motivazioni della sentenza della Corte d’Appello nel giudizio sull’omicidio di suo figlio Ciro da parte di Daniele De Santis.

“Io non saprei cosa rispondere a chi definisce un omicidio una bravata. Io vorrei che il giudice, invece, possa rispondere e spiegare un giorno ad ogni bambino, uomo, padre cosa sia una bravata. Questa persona che ha fatto la “bravata” aveva 50 anni ed è uscito con una pistola, poteva essere il padre di Ciro. C’è una grossa omertà, vorrei capire cosa stanno coprendo. Ciro disse che fu un agguato, ci sono anche le telecamere.

Credo ci sia protezione nei confronti di questo individuo irascibile, un brutto soggetto. Io ho detto abbondantemente tutto. Questo è stato un omicidio fascista ed il fascismo si paga.

Non smetterò di portare messaggi di pace e di speranza, non voglio che succeda di nuovo ad un altro. Resta un grande punto interrogativo a cui devono rispondere i colletti bianchi. Io ho conosciuto anche tanti ultras, bravi ragazzi dai sani principi”.

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