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#NoG20LiberiTutti. Presidi a Roma, Venezia e Milano

roma 27 luglio

Giovedì 27 luglio si sono svolti alcuni presidi in diverse città italiane per la liberazione dei sei cittadini italiani arrestati ad Amburgo tra il 7 e 8 luglio, a margine delle manifestazioni contro il #g20, e ancora detenuti nelle carceri tedesche. I presidi si sono svolti a Roma, Milano e Venezia, mentre alcuni giorni fa analoghe manifestazioni si erano tenute a Palermo e Catania.

Complessivamente sono detenuti nella carceri tedeschi dal 7 luglio un totale di 35 persone, di cui 16 tedeschi e 19 provenienti da altri paesi, fra i quali appunto sei italiani. I nomi dei connazionali detenuti sono Emiliano Puleo, Riccardo Lupano, Orazio Sciuto, Alessandro Rapisarda, Maria Rocco e Fabio Vetorel, tutti fra di età compresa fra i 19 e i 32 anni, provenienti dalla Sicilia, dal Veneto e dalla Liguria.

A Roma la manifestazione più partecipata, con oltre cento persone che si sono radunate sotto l’ambasciata tedesca a via San Martino della Battaglia, a pochi passi dalla stazione Termini. Al presidio hanno partecipato diversi attivisti sociali, politici e sindacali [VIDEO].

L’eurodeputata de L’Altra Europa, Eleonora Forenza, originariamente fra i fermati dalla Polizia ad Amburgo, ci ha detto che “occorre mobilitarsi per sollecitare il Ministero degli Esteri italiano a prendere misure presso le autorità tedesche e a interessarsi in modo più significativo di quanto fatto finora, perché quello che sta accadendo è senza precedenti: la custodia cautelare dovrebbe essere una misura eccezionale ma la stanno prolungando in modo inspiegabile. C’è un accanimento evidente contro questi ragazzi. Io ho preso contatti con il console italiano ad Hannover il quale mi ha detto che sarebbe andato al carcere di Billwerder a trovare gli italiani detenuti, ma al momento non ci sono notizie di altre azioni concrete da parte delle istituzioni“.

Abbiamo intervistato anche l’avvocato Cesare Antetomaso di Giuristi Democratici, il quale ci ha detto: “Stiamo sollecitando le istituzioni italiane a chiedere alle autorità tedesche il rilascio dei sei giovani italiani: pressoché tutti sono indagati per reati che prevedono al massimo una pena non superiore ai 2 anni e quindi per il principio della parità di trattamento potrebbero attendere il giudizio presso il loro domicilio, dovrebbero essere in sostanza denunciati a piedi libero e poi eventualmente perseguiti. Infatti in pratica non sussiste nessuno dei criteri che in Italia consentono di stare in carcere per un tempo così prolungato (ormai siamo a tre settimane), inoltre non esiste neppure il pericolo di fuga perché in Europa vige il mandato di #arresto europeo. Stiamo parlando di ragazzi senza precedenti penali e con un lavoro, che quindi avrebbero diritto a continuare a circolare liberamente. Inoltre ci risulta che stiano violando i loro diritti civili, infatti il deputato tedesco Martin Dolzer ha riferito che non vengano loro consegnati i pacchi contenenti il vestiario e non venga loro permesso di accedere alla biblioteca“.

Italo Di Sabato dell’Osservatorio Repressione ci ha detto: “Questa situazione è ai limiti del paradosso: si usano i corpi di decine di attivisti sociali da tutta Europa, fra cui sei italiani, per mera campagna elettorale tedesca, per coprire il fallimento politico del G20 e per coprire il fallimento della gestione della piazza di Amburgo. Ci sono stati dei rastrellamenti alla fine del corteo e per di più sono stati fermati tutti gli attivisti che per strada non parlavano il tedesco. Peraltro inizialmente senza un’accusa precisa, dato che i capi d’imputazione sono arrivati dopo ben 15 giorni di detenzione e sono quelli ormai classici che vengono dati alla fine di ogni manifestazione, ovvero la resistenza a pubblico ufficiale, la quale deve essere tutta dimostrata perché i sei ragazzi italiani erano fuori da qualsiasi contesto di violenza. Voglio sottolineare il comportamento vergognoso del Governo Italiano che non ha avuto nessuna presa di posizione per questi sei connazionali e non ha effettuato nessuna richiesta di rilascio. Questi sei ragazzi italiani non hanno niente di diverso rispetto  a chi viene fermato a un Gay Pride in Russia, situazione su cui il Governo italiano sarebbe intervenuto con celerità e la stampa avrebbe dedicato largo spazio“.

Numerosi gli interventi al megafono di fronte all’ambasciata tedesca da parte dei partecipanti al presidio, fra loro Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, il quale ha ricordato il silenzio mediatico e istituzionale assoluto attorno a questa vicenda: “Vi immaginate se per caso sei italiani anziché in #Germania fossero stati arrestati in Russia? I TG avrebbero aperto con questa notizia, invece in questo caso non ne parla nessuno”. Mentre Pierpaolo Leonardi del sindacato USB ha detto fra le altre cose che i sei ragazzi sono stati fermati “solo perché parlavano in italiano”.

La corrispondenda da Venezia di Radio Onda d’Urto con Marco dei centri sociali del Nord-est e Francesco dello spazio sociale Postaz di Feltre che ci parla delle condizioni dei due arrestati della provincia di Belluno: Maria e Fabio ascolta o scarica

Sul tema è stata presentata anche un’interrogazione parlamentare da parte del deputato Erasmo Palazzotto di Sinistra Italiana, partito di cui una delegazione era presente al presidio romano. Nel testo dell’interrogazione al Ministro degli Esteri Alfano si fa riferimento a “comportamenti estremi da parte delle forze dell’ordine e un particolare accanimento nei confronti dei manifestanti provenienti dal nostro paese” e si richiede un intervento del Governo presso le autorità tedesche per favorire la scarcerazione dei sei giovani italiani.

Maurizio Ribechini da blastingnews

 

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