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Nel carcere di Ivrea spunta “l’acquario”: la cella liscia

La denuncia di un detenuto confermata dal garante cittadino

Confermata l’indiscrezione anticipata da Il Dubbio sul racconto del Garante del comune Armando Michelizza in merito ai pestaggi che sarebbero avvenuti all’interno della casa circondariale di Ivrea e denunciati tramite una lettera di un detenuto. Il Garante nazionale dei detenuti Mauro Palma a Il Dubbio, ha spiegato che appena è venuto a conoscenza della denuncia, subito si è attivato consultando il garante dei detenuti del comune di Ivrea. Michelizza ha confermato al Garante nazionale che da tempo nel carcere di Ivrea vige un clima di tensione a causa della mala gestione della direzione, che giunge a sfociare in episodi di violenza ai danni dei detenuti. Sempre Michelizza non ha nascosto il problema della grande difficoltà che ha nello svolgere la sua funzione rispetto alle esasperazioni delle spinte securitarie all’interno dell’istituto. Il garante dei detenuti del carcere di Ivrea ha inoltre confermato di aver visitato due detenuti coperti di lividi su tutto il corpo.

Nel frattempo, trapela l’ipotesi che nel carcere di Ivrea esisterebbe una “cella zero” come ai tempi del carcere di Poggioreale. Sarebbe una cella “liscia”, che nell’ambiente carcerario eporediese viene soprannominata “L’acquario”. In quella cella verrebbero isolati e maltrattati i detenuti considerati irrequieti. A confermare la veridicità dei fatti sarà la magistratura inquirente.

La lettera di denuncia presentata dal detenuto Matteo Palo parlava di violenza indiscriminata da parte di una “squadretta” composta da guardie penitenziarie provenienti dal carcere di Vercelli. Gli agenti avrebbero utilizzato idranti e manganelli picchiando almeno cinque detenuti. Nessun dottore avrebbe stilato un referto medico. Tutto ciò sarebbe avvenuto durante la notte tra il 25 ed il 26 ottobre in seguito a una protesta dei detenuti. A confermare alcuni aspetti della denuncia è stato anche il garante regionale Bruno Mellano che nella giornata di mercoledì è andato a fare una visita nel carcere. Ha incontrato sia la direttrice, Assuntina Di Rienzo, che i detenuti coinvolti nel caso delle presunte violenze. Mellano rappresenta come le versioni dell’amministrazione dell’istituto penitenziario di Ivrea e quella dei detenuti continuino a non combaciare e, tuttavia, ha riscontrato che le testimonianze dei ristretti convergono nella denuncia di violenze e, in almeno due casi, ha verificato l’esistenza di lividi e residui di ematomi e appreso che ai feriti non è stata effettuata alcuna prognosi medica. Risulta inoltre che la Procura di Ivrea ha ricevuto almeno tredici esposti nel giro di un anno e cinque sono i fascicoli aperti contro ignoti per lesioni.

La direttrice del carcere nega che ci sia stata violenza da parte degli agenti, tanto da aver messo a disposizione della magistratura le immagini dell’impianto di video sorveglianza: ma è trapelata la notizia che – esattamente il giorno dei presunti pestaggi avvenuti alla sezione del quarto piano – le videocamere a circuito chiuso non fossero in funzione. Nel frattempo la deputata del Pd Anna Rossomando, in merito ai presunti pestaggi, ha presentato un’interrogazione al ministro della Giustizia per chiedere di far luce su quanto è accaduto, su quale sia la situazione attuale e su quali provvedimenti si intendano adottare.

Damiano Aliprandi da il dubbio

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