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Napoli: Mazze da baseball nella sala interrogatori della polizia municipale

La denuncia del Garante Nazionale dopo la visita nell’unità operativa tutela emergenze sociali e minori della Polizia Municipale di Napoli

Mazza da baseball in bella vista nella stanza degli interrogatori, camere di sicurezza prive di finestre e luce, in condizioni igieniche inaccettabili. Parliamo delle strutture dell’unità operativa tutela emergenze sociali e minori ( Uotesm) della Polizia municipale di Napoli.

A descrivere il quadro desolante di tali uffici è il rapporto redatto dalla delegazione del Garante Nazionale dei detenuti Mauro Palma composta dai membri del consiglio Daniela de Robert e Emilia Rossi, compresi i componenti dell’ufficio Vincenzo Abbondante, Massimiliano Bagaglini, Daniela Bonfirraro, Raffaele De Filippo, Raffaele De Filippo, Maria Antonietta Donati, Gilda Losito, Fabrizio Leonardi, Claudia Sisti e Armando Vincenti.

La visita risale al giorno 27 marzo del 2017. Il rapporto – che esamina la visita complessiva di tutte le strutture contenitive della regione Campania – è stato pubblicato questo mese e le risposte che giungeranno dalle Amministrazioni verranno pubblicate non appena disponibili. Nel rapporto si legge che all’interno della struttura del comando della polizia municipale era presente una waiting room, con implicita funzione temporanea di camera di sicurezza, priva di finestre, priva di luce elettrica, senza pulsante interno per chiamare, in condizioni di mantenimento e igiene inaccettabili, senza disponibilità di coperte. Nel rapporto viene riportato che la delegazione del Garante ha riscontrato «con stupore e disappunto che mancava un qualsiasi registro delle presenze di persone in questa stanza: il tempo trascorso all’interno di tale ambiente è, quindi, privo di una credibile certificazione, né si ha alcuna docu- mentazione degli avvenimenti che possano essersi verificati durante tale periodo di permanenza».

Mauro Palma denuncia nel rapporto che tale stato dei fatti è inaccettabile. Stigmatizza, infatti, la mancanza di rispetto di regole minime, sia per quanto riguarda le condizioni complessive della stanza a cui si è precedentemente riferito, che per quanto attiene l’assenza di registrazione e la conseguente impossibilità di analisi puntuale delle operazioni. Sollecita, quindi, una messa a norma della stanza e l’attivazione dei registri. La delegazione ha inoltre rinvenuto nell’ufficio ove si svolgono le operazioni di primo accesso e anche gli interrogatori l’inaccettabile presenza di una mazza da baseball, appesa al porta abiti e ben visibile. Di fronte alle perplessità sollevate dalla delegazione, gli operatori si sono giustificati adducendo il fatto che tale oggetto era un “ricordo” di uno degli operatori di polizia municipale e hanno comunque riassicurato che sarebbe stato immediatamente rimosso. Senza preavviso, però, la delegazione è tornata dopo due giorni e la mazza da baseball era ancora allo stesso posto. Questa volta l’operatrice presente cambia versione dei fatti e dice che si sarebbe trattato di un «reperto sequestrato». Il capo della delegazione del Garante ha ufficialmente ribadito l’inaccettabilità della presenza di un simile oggetto all’interno dell’ambiente dove le persone sono condotte dopo il loro fermo e a volte interrogate.

Il Garante nazionale scrive sul rapporto che vuole ricevere una conferma scritta dove viene detto che nessun oggetto simile è attualmente presente presso i locali del Comando della Polizia municipale di Napoli ove le persone fermate sono portate, trattenute o interrogate. «La presenza di una mazza di baseball appesa al porta abiti nella stanza dove si effettuano anche gli interrogatori – ribadisce Mauro Palma nel rapporto – è del tutto inaccettabile, così come poco credibili appaiono le diverse giustificazioni addotte per spiegare la sua stessa presenza». Ora non resta che attendere le risposte da parte del Comune di Napoli.

Damiano Aliprandi

da il dubbio

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