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Mobilitazione in Catalogna: Grandi manifestazioni, cariche, scontri e arresti

Continua la mobilitazione  mobilitazione generale in Catalogna contro le sentenze politiche di condanna dei leader indipendentisti.

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Per tutta la giornata sono andati avanti numerosi blocchi stradali in diverse zone del territorio catalano. A Cassà de la Selva i Mossos hanno caricato i manifestanti per forzare il blocco e hanno arrestato una persona.

Nel tardo pomeriggio grandi manifestazioni hanno assediato le delegazioni del governo spagnolo (equivalenti alle nostre prefetture) a Barcellona, Girona, LLeida e Tarragona rispondendo all’appello di Omnium, Anc e CDR. A Barcellona in piazza sono scese quasi 50 mila persone.

La polizia spagnola e quella autonoma hanno più volte caricato e sparato pallottole di gomma contro i manifestanti, parte dei quali hanno però deciso di reagire e di resistere, com’era già avvenuto ieri all’aeroporto del Prat, erigendo delle barricate di fuoco sia nel centro di Barcellona sia negli altri tre capoluoghi.

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Cariche e scontri si registrano anche a Valencia, capitale di una comunità limitrofa che gli indipendentisti radicali rivendicano come parte dei Paesi Catalani.

Diverse formazioni politiche e sociali chiedono a gran voce le dimissioni immediate del Conseller d’Interior, il “ministro” degli Interni catalano, Miquel Buch, accusato di sguinzagliare i Mossos contro i manifestanti inermi oggi presi di mira di nuovo in maniera molto violenta.

Il collettivo antirepressivo “Alerta Solidaria” informa che oggi sono state arrestate in tutta la Catalogna sei persone.

Questa mattina la Catalogna si è svegliata pronta ad un’altra giornata di lotta.

All’alba la linea ferroviaria ad alta velocità è stata interrotta a causa di un sabotaggio che ha preso di mira in più punti la fibra ottica lungo la linea, mentre delle barricate incendiate di pneumatici hanno causato l’interruzione di alcune linee ferroviarie regionali.

In attesa che il coordinamento “Tsunami Democratic” lanci il prossimo obiettivo della protesta attraverso una speciale app criptata i cui membri diventano di giorno in giorno più numerosi, è sul bilancio della giornata di ieri che si appunta l’attenzione.

Circa centomila persone sono scese ieri in piazza in tutto il paese, sopportando una durissima repressione sia da parte della polizia spagnola sia da parte di quella catalana. Le polemiche sulla violenza dei Mossos contro i manifestanti sarà al centro della riunione d’emergenza convocata stamattina dal Govern di Quim Torra, mentre molte forze politiche e sociali chiedono a gran voce l’immediata sostituzione del “ministro degli interni” catalano Miquel Buch, responsabile politico dei Mossos.

Alla mezzanotte di ieri il bilancio degli arrestati e dei feriti in tutto il Principato era impressionante. Secondo il Servizio Sanitario pubblico catalano ben 75 manifestanti hanno dovuto ricevere cure mediche a causa dei colpi inferti dai manganelli degli agenti che hanno continuato a fare ampio uso delle pallottole di gomma; per dieci è stato necessario il ricovero in ospedale. Anche numerosi giornalisti denunciano la mano dura e il comportamento indiscriminato della Policia Nacional e dei Mossos; le foto e i video dei furgoni delle forze dell’ordine lanciati a tutta velocità contro i manifestanti generano indignazione.

In tutto il bilancio degli arresti, solo nella giornata di ieri, ha toccato quota 30.

Com’era avvenuto già lunedì, anche ieri in molti casi i manifestanti, almeno una parte, si sono organizzati per difendersi, coprendosi il volto e erigendo barricate di fuoco per frenare le cariche e i caroselli dei mezzi di polizia. Nel quartiere dell’Eixample di Barcellona la polizia ha anche sparato a salve nel tentativo di disperdere i manifestanti.

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A proposito del comportamento della polizia, alcuni agenti in assetto antisommossa sono stati fotografati e filmati mentre aggiungevano materiali alle barricate incendiate, una volta dispersi i manifestanti.

Sta di fatto che ieri sera la città di Barcellona dall’alto appariva punteggiata da numerose colonne di fumo e dai bagliori degli incendi.

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Marco Santopadre  da facebook

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Pep Guardiola: “La Spagna sta vivendo una deriva verso l’autoritarismo”

L’allenatore catalano del City, apertamente indipendentista, rilascia un video alla piattaforma Tsunami Democratic contro le sentenze pronunciate ieri da Madrid

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La piattaforma di protesta non violenta catalana Tsunami Democràtic ha pubblicato un video in lingua inglese presentato da Pep Guardiola, in cui l’allenatore di calcio del Manchester City afferma che le pesanti pene detentive di ieri per i leader dell’indipendenza sono inaccettabili nell’Europa del 21 ° secolo e che la Spagna sta vivendo “alla deriva verso l’autoritarismo”. Guardiola chiede alla Spagna di cambiare rotta e di “sedersi e parlare”.

“La Spagna sta vivendo una deriva verso l’autoritarismo in cui una legge antiterrorismo viene utilizzata per perseguitare i dissidenti e quando persino gli artisti vengono perseguitati per esercitare la loro libertà di espressione”

“Chiediamo alla comunità internazionale di prendere una posizione chiara a favore della risoluzione di questo conflitto basato sul dialogo e sul rispetto. Lo ripetiamo. C’è solo un percorso: sedersi e parlare “, ha affermato l’allenatore di calcio catalano.

Ricorda inoltre che “i leader condannati oggi rappresentano i partiti politici di maggioranza e le più grandi entità civiche della Catalogna” e ricorda che né l’attuale governo spagnolo sotto Pedro Sánchez, né quello del suo predecessore, Mariano Rajoy, hanno affrontato il conflitto con ” dialogo e rispetto “piuttosto che  con la repressione.

“La lotta non violenta della Catalogna non si fermerà fino a quando la repressione non cesserà e il diritto all’autodeterminazione verrà rispettato, come in Quebec e in Scozia”, conclude Guardiola.

Da lesenfantsterribles.org

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