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L’Ue smonta il proibizionismo

Settanta milioni di europei hanno consumato cannabis nella loro vita, oltre 12 milioni hanno sniffato cocaina, 11 milioni ha preferito come eccitanti le amfetamine e 9,5 milioni l’ecstasy. E una considerazione: le politiche repressive non fanno diminuire i consumi, anzi li accrescono. I numeri sono quelli del Rapporto 2007 dell’Osservatorio europeo sulla droga, che verranno presentati questa mattina al Parlamento europeo. Si tratta di cifre che indicano chiaramente, anche per quest’anno, come il consumo di droghe non diminuisca, anzi aumenti. La domanda è trainata dalla cocaina, ma anche le droghe sintetiche dimostrano di avere di fronte un mercato in continua crescita mentre si mantiene stabile l’uso di eroina, ma attenzione: l’anno scorso c’è stato un boom della produzione in Afghanistan, il che potrebbe portare a ricadute in Europa.«Aumenta la quantità e diminuisce l’età», ha riassunto ieri il direttore dell’Osservatorio Wolfgang Gotz di fronte alla Commissione libertà civili del Parlamento europeo. Sempre più giovani consumano tanto che, si legge nel rapporto, circa 4.000 under 15 sono attualmente in trattamento per droga. Record ben poco positivi che però dimostrano ancora una volta come le politiche repressive siano state sconfitte dai fatti. Uno su tutti: nell’Olanda dei coffeeshop il consumo di cannabis si piazza sotto la media europea. Ed è invece l’Italia della dose ultraminima a far registrare il maggior numero di fumatori di erba e hashish. Ci dobbiamo invece accontentare del terzo posto, dietro a Spagna e Regno unito, per la cocaina. Ma siamo in crescita, come tutta Europa.A impressionare i tecnici dell’Osservatorio sono proprio i dati sulla cocaina. L’analisi targata 2006 indicava in 3,5 milioni gli europei che ne avevano fatto uso negli ultimi 12 mesi, adesso sono 4,5 milioni. Si arriva a superare i 12 milioni contando chi ha sniffato almeno una volta nella sua vita, ossia circa il 4% della popolazione adulta. L’ultimo allarme è che i consumatori sono sempre più giovani: «L’aumento viene registrato in tutti i paesi soprattutto nella fascia di età dai 15 ai 34 anni». Ancora peggio va in Spagna e Regno unito, con una forte crescita dell’uso «già tra i 15 e 24 anni». E subito dietro si piazzano italiani e danesi, seguiti a ruota dai tedeschi. Uno degli elementi che spiega la popolarità della cocaina è nel prezzo, in costante calo dall’inizio del nuovo millennio. Secondo il Rapporto un grammo costa tra i 45 e i 120 euro, anche se di media nei 29 paesi analizzati (i 27 più Norvegia e Turchia) varia tra i 50 e gli 80. Scende il costo e cala anche la purezza, assicura sempre l’Osservatorio, con livelli medi che variano tra il 30 e il 60%. Aumenta il consumo ed esplode il numero di richieste di trattamento: nel 2005 sono arrivate 48.000 domande, il 13% del totale delle cure per droghe. E la percentuale cresce al 35% in Olanda e al 42% in Spagna, dove la cocaina ha ormai superato l’eroina nella classifica dei trattamenti. La gran parte di chi sceglie di disintossicarsi ha iniziato a sniffare giovanissimo. Se il consumo di cocaina è ormai secondo solo alla cannabis a livello europeo, in alcuni paesi sono le droghe sintetiche a conquistare la piazza d’onore. Oltretutto si tratta di prodotti made in Europe: Belgio, Olanda, Polonia, Estonia e Lituania sfornano amfetamine; Repubblica Ceca, Slovacchia e Moldova metamfetamine. Il consumo delle droghe sintetiche è impressionante tra i giovani estoni, britannici, danesi, ungheresi e norvegesi, ma il record spetta ai cechi con il 14,6% di giovani adulti che si è impasticcato almeno una volta in vita sua. L’Italia guida invece, assieme alla Spagna, la lista europea dei consumatori di cannabis con l’11,2% degli adulti che ha fumato uno spinello nell’ultimo anno. La percentuale lievita fino al 29,3% se si considera chi l’ha fatto almeno una volta nella sua vita. Poi vengono la Repubblica Ceca (che ha però il record di giovani fumatori: il 28% nell’ultimo anno), il Regno unito, Francia, Austria e Germania. E quindi l’Olanda, sotto la media, e che comunque indica una bassa percentuale giovanile. Dati che fanno dire al rapporto che «non è facile intravedere una relazione diretta o semplice tra politiche di applicazione della legge e prevalenza generale del consumo di cannabis». Una brutta frase, buona però per dire che le leggi repressive non diminuiscono assolutamente il consumo. Anzi.

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