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L’Onda a processo: chiesti 50 anni di carcere

Nell’udienza di oggi contro diciannove attivisti del movimento dell’Onda il pm Luca Tescaroli ha chiesto complessivamente quasi cinquant’anni di carcere e ammende per molte migliaia di euro. Il processo riguarda la manifestazione del 14 novembre, in occasione dell’approvazione alla Camera del d.d.l. Gelmini.

Tra i capi di imputazione contestati agli attivisti – studenti e ricercatori – resistenza, manifestazione non autorizzata e attentato agli organi costituzionali. Il 14 novembre rappresentò, per il movimento dell’Onda, l’avvio del conflitto contro la riforma Gelmini. Un conflitto che portò all’occupazione di migliaia di scuole, a decine di manifestazioni, blocchi dei treni e delle stazioni, occupazione delle università da parte di studenti e ricercatori precari. Mentre una parte dei ricercatori salivano sui tetti e un’ondata di contestazione si diffondeva nel paese, una manifestazione di migliaia di studenti e precari della ricerca attraversava le strade del centro di Roma manifestando sotto la Camera e dirigendosi poi verso il senato nel consenso generale.

Una giornata, dunque, che aprì le danze di una nuova fase di movimento, che si avviava a divenire egemone nel paese. Ora, a distanza di sei anni dai fatti, arriva la richiesta spropositata – per quantità e qualità dei capi di imputazione – dell’accusa ai danni dei 19 imputati. Una richiesta che ha il sapore di vendetta nei confronti di un movimento che mise in luce la crisi profonda della rappresentanza politica nel paese e si battè in difes dei saperi.

Da Dinamopress

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