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Lo stato di natura

Ricordate la lezione di Thomas Hobbes? Senza Stato, solo violenza e sangue. Oggi si cambia: grazie allo Stato, la guerra di tutti contro tutti sarà la priorità del cittadino proprietario. Così procede il governo giallo-verde a trazione leghista.

Già dalle scuole superiori ci hanno insegnato la storiella dello stato di natura. Storiella che, per secoli, ha conquistato il rango di verità antropologica: homo homini lupus. Prima del Sovrano, ovvero prima di aver ceduto a lui tutta la nostra forza, non facciamo altro che scannarci, nella guerra permanente di tutti contro tutti. Così, secondo natura. E, se questa è la nostra natura, il monopolio legittimo della violenza, ovvero lo Stato, è sempre inevitabile e massimamente giusto. D’altronde, chiariva bene la burla il giurista nazista che oggi va di gran moda: può un teologo non presupporre un’umanità peccaminosa, da redimere? Ovviamente no. Allo stesso modo, ogni teoria politica, che è teoria dello Stato, presuppone cattiveria e pericolosità degli animali umani. La giustificazione politica degli eserciti e delle forze di polizia come premessa antropologica: un vero capolavoro, non c’è che dire.

Scendiamo qualche gradino, anzi, scendiamo la scalinata tutta: lì c’è Salvini. Diciamo Salvini, ma potremmo dire Trump o Bolsonaro, poco cambia. I punti di convergenza dei tre sono tanti, sessismo e razzismo anzitutto. Ma c’è anche un altro progetto, assai ambizioso, che i tre condividono: armare la società, favorire la guerra di tutti contro tutti. La legge italica sulla legittima difesa appena approvata in Parlamento, come chiarisce in modo efficace Ferrarella sul Corriere della Sera, non è mossa da alcuna urgenza “tecnica”: 58 sentenze giunte in Cassazione negli ultimi 12 anni sulla legittima difesa domiciliare; 3 procedimenti iscritti nel 2015, 2 nel 2016, 5 nel 2017. Quisquiglie. Ciò che conta, ed è sempre Ferrarella che parla, è: «spostare il limite di tollerabilità sociale»; «abbassare il costo etico della legittimità di condotte difensive letali a tutela di beni materiali»; «sostituire all’inviolabilità della vita (anche del ladro) l’inviolabilità della proprietà (del derubato)». Di più: la legittima difesa è solo il primo passo, il prossimo sarà facilitare la vendita di armi per la difesa personale. Se Guizot e Reagan, Bush e Berlusconi amavano ripetere «arricchitevi», la alt-right propone un altro slogan: «armatevi»!

Voi direte, non confonderti, semplicemente fanno buoni accordi economici con le lobby delle armi. Vero. Per la destra americana, tra l’altro, ciò è vero da sempre, visto il secondo emendamento della Costituzione. Eppure c’è qualcosa che non torna: possibile che gli stessi che adorano lo Stato forte, la nazione maschia e potente, sollecitino poi il ritorno a ciò che Hobbes definiva «stato di natura»? Possibile che gli stessi che vogliono polizia e videocontrollo, anche nel cesso di casa nostra, poi fomentano la giustizia fai da te? Magari non abbiamo colto l’ispirazione repubblicana, comunista e sovversiva: Salvini e Bolsonaro non lo dicono, ma hanno in testa Harrington e Saint-Just, i comunardi e Lenin, il popolo armato e il diritto all’insurrezione. Hanno fatto un giro largo, carico di dissimulazioni, ma finalmente stanno per rilanciare la milizia sanculotta: evviva! Forse siamo noi che non abbiamo capito, e non dobbiamo far altro che acquistare armi in quantità, appena il Ministro degli Interni e il Parlamento lo renderanno possibile.

A pensarci bene, però, torna in mente una bella definizione che Hans-Jürgen Krahl suggeriva nel Sessantotto: lievemente parafrasando, il fascismo contemporaneo è uno stato di natura che si ripropone a un altissimo livello di civilizzazione, di sviluppo delle forze produttive e dello scambio mondiale. La finzione antropologica, decisiva per fondare lo Stato moderno, diventa il frutto maturo del capitalismo neoliberale e della forma-Stato che emerge dalla sua cronica crisi. Non è il popolo, che tanto piace ai politici di cui sopra, che deve imbracciare il fucile per combattere alla bisogna tiranni e coloni. No, è l’individuo proprietario, sempre maschio e sempre bianco, che deve trascorrere le sue nottate migliori nel capannone o dentro casa in attesa del ladro straniero. Per lui le armi saranno a disposizione, per lui la legge e i tribunali saranno indulgenti – mentre lavoratrici e lavoratori in lotta che bloccano il traffico rischiano anni di galera. Se il capitalismo ha rotto ogni patto con la democrazia social-liberale, dichiarando guerra ai poveri, è bene che il lavoro sporco venga socializzato: che il terzultimo uccida di gusto il penultimo, e il penultimo l’ultimo. Lo Stato, che si vuole forte e intoccabile, è il soggetto che più alimenta faide, vendette, massacri e stupri. “Si scanni chi può”, così, chi sta in alto, potrà accaparrarsi senza trauma denari, terre, informazioni, innovazioni scientifiche, patrimoni artistico-urbanistici, ecc.

Non c’è che dire, un capolavoro.

Francesco Raparelli

da Dinamo Press

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