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L’Italia chiede l’estradizione degli ex prigionieri politici dalla Francia

La ministra della Giustizia Marta Cartabia dopo 40 anni vuole sbattere in prigione degli ottantenni. Ma non aveva detto di “voler superare il carcere”??

Quando venne estradato in Italia Cesare Battisti, al di là dei ministri armati di smartphone a Fiumicino perché evidentemente quel giorno non avevano niente di meglio da fare nell’esercizio del loro mandato, il messaggio forte arrivò dal Capo dello Stato Sergio Mattarella con le parole: “E adesso gli altri…”.

E infatti siamo qui a registrare una nuova formale richiesta italiana alla Francia affinché consegni una decina di ex militanti di gruppi della lotta armata alle nostre prigioni. La ministra della Giustizia Marta Cartabia ha incontrato il suo omologo d’Oltralpe che ha detto di sì, ricordando però che tutto dipenderà dall’istanza politica superiore cioè da Macron. Dunque non è sufficiente la riforma del trattato di Dublino che rispetto alle regole precedenti fa prevalere la legge del paese che chiede le estradizioni e non più quella del paese che riceve le richieste. Cartabia, che da presidente della Corte Costituzionale già aveva insistito sulla necessità di superare il carcere come sanzione penale ribadendo poi il tutto da ministro, evidentemente ritiene che invece per responsabilità relative a fatti di oltre quarant’anni fa non si debba transigere.

Dalla Francia Irene Terrel, storico difensore di moltissimi rifugiati italiani, spiega: «Non capisco come in Italia non si riesca, come è successo in altre questioni storiche, a concedere l’amnistia per delle vicende così vecchie. È incomprensibile, ci vuole una pacificazione servono misure di amnistia». «Se si guarda al diritto francese sono tutti casi prescritti – aggiunge l’avvocato – Non capisco come si possa tornare su tutte queste questioni, sarebbe un errore giuridico e sarebbe scandaloso. C’è la prescrizione, c’è un accanimento ricorrente. L’amnistia permetterebbe di pacificare questo periodo politico che è stato estremamente doloroso per molte persone, ma c’è un momento in cui bisogna voltare pagina. I tempi giudiziari sono passati».
Frank Cimini

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