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L’incubo del G8 continua. Arrestato in Francia Vincenzo. A più di 18 anni dai fatti di Genova.

L’orrore indicibile del G8 di Genova e dei suoi processi continua ad abbattersi su delle singole vite, a distanza di 18 anni. Arrestato Vincenzo Vecchi, condannato dalla Cassazione nel luglio 2012 a 13 anni di galera per i fatti del G8 di Genova. Una delle sentenze più ingiuste nella storia italiana, che fa da contraltare all’impunità quasi assoluta che hanno avuto le forze dell’ordine.

E’ di questa mattina la notizia dell’arresto, avvenuto in Bretagna l’8 agosto, di Vincenzo Vecchi, uno dei condannati definitivi per devastazione e saccheggio per i fatti del G8 di Genova del 20 e 21 luglio 2001. Dovrà scontare 11 anni e 6 mesi di carcere. 

“Mi onoro di aver partecipato da uomo libero a una giornata di contestazione contro un’economia capitalista”, aveva dichiarato Vincenzo al termine del primo processo.

Di Vincenzo si erano perse le tracce nel luglio 2012, quando la sentenza di condanna per i fatti di piazza del G8 era diventata definitiva passando il vaglio della Cassazione. In quel processo 10 imputati erano diventati i facili capri espiatori di tutto quello che era successo in piazza in quei giorni.

Chi scrive si ricorda perfettamente che la sera della sentenza definitiva, a Milano, si teneva un presidio in piazza Vetra per ricordare le giornate del luglio 2001. Un presidio molto partecipato dove venne proiettato il film “Diaz – Non lavate questo sangue”. La notizia della conferma delle condanne per 5 persone arrivò pesante come una mazzata diffondendo tra tutti i partecipanti al presidio amarezza e tristezza.

La lunghissima vicenda del processo per i fatti di strada di Genova era iniziata con 23 misure cautelari eseguite dalla Polizia il 2 Dicembre 2002. 25 persone vennero rinviate a giudizio con dibattimento iniziato il 2 Marzo 2004. Tutti gli imputati erano accusati di devastazione e saccheggio: sia per le vicende legate agli scontri di Via Tolemaide che per le vicende legate al cosiddetto “Blocco Nero” nel suo percorso da Piazza Paolo da Novi fino al carcere di Marassi nella giornata del 20 Luglio che per gli scontri in zona Foce nella giornata del 21 Luglio 2001. In primo grado vennero emesse 10 condanne per devastazione e 15 derubricazioni per le persone che parteciparono agli scontri di Via Tolemaide (corteo della Disobbedienza) dove la reazione dei manifestanti alla carica immotivata al corteo da parte del Battaglione Lombardia dei Carabinieri venne ritenuta legittima. In appello le pene furono aumentate per i primi 10 imputati. Prescritti tutti gli altri. In Cassazione, il 13 Luglio 2012, 5 le condanne definitive e 5 posizioni rimandate in appello per valutare il peso dell’aver agito in preda alla “suggestione della folla in tumulto”.

Dei 5 condannati in via definitiva entrarono subito in carcere Marina di Milano e Alberto di Roma. La scarcerazione di Alberto avvenne nel febbraio 2015 mentre Marina sta tuttora scontando la sua pena.

Per gli altri 3 condannati in via definitiva la vendetta, perché di questo si tratta, a quasi 20 anni dai fatti, venne presentata in modo lento e inesorabile.

Nel 2013 venne arrestato a Barcellona Jimmy, mentre nel 2017 venne arrestato in Svizzera Luca.

Oggi la notizia dell’arresto di Vincenzo (che purtroppo ha anche una condanna per i fatti di corso Buenos Aires a Milano dell’11 marzo 2006) in Francia strombazzata neanche si trattasse dell’arresto del capo di Cosa Nostra… Lo Stato italiano evidentemente ci teneva a pareggiare i conti visto che sia la Procura di Genova che quella di Milano avevano emesso due mandati di cattura internazionali…

Della follia del reato di devastazione e saccheggio, in questi anni abbiamo parlato più e più volte. Basti pensare che le pene previste sono tra gli 8 e i 15 anni e che ci sono una serie di reati contro la persona per cui le pene sono inferiori.

I manifestanti condannati per il G8 non hanno fatto male a nessun essere umano, a differenza dei massacratori della Diaz, dei torturatori di Bolzaneto e di coloro che, agli alti livelli delle Forze dell’Ordine pianificarono e coprirono il massacro. Tutti costoro, nonostante alcune condanne a pene decisamente inferiori ai manifestanti, di fatto, non hanno mai pagato le loro colpe, ma si sa…cane non morde cane.

A noi non resta che esprimere la massima vicinanza a Vincenzo e alla sua famiglia.

da MilanoInMovimento

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