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L’estate di Minniti e della sindaca Raggi: Idranti e manganellate sul presidio dei rifugiati in Piazza Indipendenza

Questa mattina all’alba, la polizia ha attaccato con violenza il presidio sotto il palazzo sgomberato sabato scorso e le persone – donne, bambini e anziani con problemi di salute – che ancora si trovavano all’interno. Cariche e uso di idranti, senza alcun motivo. E poi: caricato corteo spontaneo nel piazzale antistante la stazione e nuova caccia all’uomo nelle vie limitrofe. Diverse persone ferite, alcune trasportate in ospedale. Effettuati anche dei fermi. UNHCR cacciata dalla questura immigrazione. Unicef denuncia il trattamento dei bambini. Dalle istituzioni, intanto, nessun segnale di vita.

Durante questa giornata di cariche e scontri, le forze dell’ordine hanno insultato e minacciato ripetutamente i migranti. “Spara a quella feccia“, “Devono sparire, peggio per loro. Se tirano qualcosa spaccategli un braccio.

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Diverse persone sono state fermate dalla polizia durante le cariche. Alcuni sono stati rilasciati.

Una caccia all’uomo fino alla stazione Termini che è tuttora in corso. Contemporaneamente la celere è entrata all’interno dello stabile e ha sgomberato la struttura tra le urla di chi, spaventato, era presente all’interno. In questo momento la situazione è molto tesa: alcuni attivisti sono accorsi a piazza Indipendenza e rifiutano di muoversi finché non sarà trovata una soluzione. Gli occupanti si trovano davanti al piazzale della stazione, sono circondati e sono stati ripetutamente caricati. Un bus pieno di donne e bambini, proveniente dallo stabile, è appena passato, ma non si sa ancora dov’è diretto. Alcune persone sembra si trovino ancora all’interno del palazzo.

Le corrispondenze per Radio Onda d’Urto di Sonia di Baobab experienceAscolta o scarica

di Luca di Intersos che ci parla dell’intervento di MSF per curare i migranti feriti dalle cariche di polizia  Ascolta o scarica

di Michele di Degage Ascolta o scaricxa

e di Eleonora Camilli giornalista e fotografa di redattoresociale.it Ascolta o scarica

Sabato 26 agosto ore 16:00 è previsto un corteo da Piazza dell’Esquilino al grido di Roma città aperta: italiani e migranti, mai più senza casa diritti e dignità. Paola Basilone ,  Prefetto di Roma ha puntato il dito contro i Movimenti di Lotta per la Casa: “L’accurata e scrupolosa pianificazione dell’intervento, ha fatto sì che le operazioni si svolgessero in condizioni di assoluta sicurezza, nonostante la prevedibile e decisa opposizione degli occupanti e l’azione di infiltrazione posta in essere dai Movimenti, che ha indotto gli occupanti accampatisi in piazza Indipendenza a rifiutare sistemazioni alloggiative alternative, determinati a rimanere in strada fino alla manifestazione con corteo indetta dagli stessi Movimenti di Lotta per la Casa per sabato prossimo”.

L’articolo e le foto che seguono sono di Patrizia Cortellessa. L’articolo è tratto da Il Salto.

Sgomberati e caricati, per i rifugiati di piazza Indipendenza la soluzione è la forza

Sono arrivati con gli idranti e hanno caricato e disperso i rifugiati sgomberati una settimana fa in piazza indipendenza, a Roma. Si è conclusa così, questa mattina all’alba, la vicenda degli occupanti dell’ex sede Ispra. Molti di loro ancora dormivano, in strada, quando è arrivata la polizia. Ieri il tentativo di sgombero non era andato a buon fine, ma questa mattina non ci sono stati tentativi di mediazione. Le persone accampate in strada sono state cacciate con la forza. E quando hanno provato a unirsi per manifestare, in piazza dei Cinquecento, sono stati nuovamente dispersi.

È finita tra le lacrime e la disperazione dei rifugiati, l’operazione di sgombero iniziata il 19 agosto scorso, per “liberare la piazza” nella quale dormivano nelle aiuole dopo essere stati cacciati via da un alloggio occupato senza che si provvedesse a individuare soluzioni alternative. Così, anche in questo caso la politica della non-accoglienza a Roma ha fatto il giro del mondo e sollevato critiche e preoccupazioni da parte di organismi internazionali, dall’agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) ad Amnesty International.

Facciamo un passo indietro per ricostrurire l’accaduto. Il 19 agosto un numero spropositato di uomini e mezzi delle forze dell’ordine sgomberava il palazzo ex Ispra, tra via Curtatone e Piazza Indipendenza, vicino la stazione Termini, occupato nell’ottobre del 2013 da circa mille rifugiati, soprattutto eritrei e somali. Pullman della polizia e anche due bus dell’Atac venivano impiegati per trasportare i migranti all’ufficio immigrazione della questura per l’identificazione. La maggior parte di loro era poi tornata lì, in piazza Indipendenza. “Non sappiamo dove andare”, avevano detto. “Dormiremo qui, in strada”. Così è stato. Da allora circa 200 persone, uomini e donne anche anziane, hano dormito, fino a questa notte, nelle aiuole di fronte al palazzo sgomberato. Accanto a loro borsoni e trolley, tra quadri raffiguranti la Madonna e Gesù Cristo e le speranze spezzettate e accatastate una sopra l’altra.

Solo alle famiglie con bambini e anziani o malati era stato concesso di rientrare al primo piano dello stabile. 107 persone, dice ora il comune di Roma, che soltanto dopo due giorni lo sgombero e con la gente in strada aveva annunciato un tavolo di lavoro permanente e di un censimento degli occupanti per verificare ogni singola situazione. Ieri, quando la polizia è tornata per sgomberare, ci si sono stati momenti di forte tensione. Le donne hanno lanciato oggetti e spazzatura dalle finestre dello stabile e si sono affacciate mostrando le bombole del gas. Poi la situazione si calmava e le bombole venivano ritirate.

“Siamo rifugiati, non terroristi” continuavano a ripetere. “Vogliamo giocare fuori” “vogliamo una casa” ritmavano invece i bambini. Dalle finestre, perché da 5 giorni non possono uscire dal palazzo. Dalla riunione del Comitato per l’ordine e sicurezza svoltosi in Prefettura – presenti i vertici delle forze di polizia, la Regione Lazio, Roma Capitale e i rappresentanti della proprietà dell’immobile sgomberato – veniva fuori una proposta, da parte del fondo Idea Fimit Sgr che gestisce lo stabile sgomberato e che interessava le persone “con fragilità” censite dal Comune: 8 villette in provincia di Rieti. Soluzione temporanea – sei mesi – e per pochi.

Anche il Comune metteva sul piatto la sua proposta: ottanta posti nelle strutture in centri di prima accoglienza. Per tornare dove si è iniziato. Centri, fra l’altro, “del tutto inadeguati” e con un numero inferiore di posti rispetto a quanto annunciato, riportava la delegazione di rifugiati che era andata a verificare. Parliamo di persone che fuggono da guerre e persecuzioni e alle quali è stato riconosciuto lo status di rifugiato politico, che hanno diritto a protezione internazionale e che non dovrebbero tornarci nei centri di prima accoglienza. Parliamo di famiglie che verrebbero smembrate e di persone che, nel caso delle villette a 60 e più km da Roma, verrebbero anche allontanate dai loro lavori; e di bambini che magari sono nati in quel palazzo e che vanno a scuola lì vicino.

Ma, soprattutto, si trattava di soluzioni tampone, con scadenza. Che rimandano di qualche mese il problema, senza risolverlo. Proposte irricevibili, hanno risposto i rifugiati. Che ieri, dopo lo sgombero per ora scongiurato, si apprestavano a passare la quinta notte nelle aiuole di piazza Indipendenza e al primo piano dello stabile di via Curtatone. Stamattina all’alba, con cariche e idranti, agenti in tenuta antisommossa hanno messo la parola fine alla vicenda. “Non è giusto” gridano in mattinata le donne ancora in piazza Indipendenza. Ma la risposta ancora una volta, sono gli idranti e le sirene spiegate.

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«Hanno caricato con l’idrante la gente che dormiva», la testimonianza dell’inizio delle cariche

Dinamo Press ha intervistato Daniele Napolitano che, per diversi giorni, ha seguito la situazione di piazza Indipendenza. Questa mattina, era presente quando è partita la prima carica. È importante denunciare le violenze della polizia per smascherare le ricostruzioni dettate dalla questura e quelle che hanno il solo scopo di alimentare la spirale di razzismo.

Questa mattina ti trovavi in piazza Indipendenza. Cosa hai visto?

Per un paio di giorni sono andato in piazza verso le 5.30. Ieri sono rimasto quasi tutto il giorno. Siccome dopo la lunghissima giornata, le tensioni, la trattativa, alla fine le cose non si erano messe bene, ero molto preoccupato rispetto a quello che sarebbe potuto accadere oggi. Per questo, anche oggi mi sono svegliato presto e alle 6.05 sono arrivato in piazza. Quello che ho visto è un idrante che riempiva d’acqua gente ancora mezzo addormentata. Era chiaro che in quel momento nessuno fosse pronto a resistere. Le persone sembravano quasi sorprese. Ho visto in tanti provare a proteggere i loro effetti personali. Trascinavano le cose mentre l’idrante li colpiva con un getto molto forte, sbalzandoli e facendo cadere alcuni per terra. Dopo sono intervenuti gli agenti, che hanno fatto partire una vera e propria caccia all’uomo. Inseguivano le persone, colpendole con i manganelli.

Secondo molti giornali la polizia ha usato idranti e manganelli per proteggersi. Soprattutto dal presunto lancio di bombole del gas.

Con chi oggi è stato rincorso e picchiato ho trascorso quattro giorni. Mi sono sembrate persone molto tranquille. Fosse stato per loro, avrebbero evitato il conflitto. Adesso viene sottolineata da tutti questa storia delle bombole, per descriverli come violenti. Ma queste bombole sono state utilizzate soprattutto come elemento di minaccia e di trattativa, per scoraggiare l’intervento della polizia. È vero che oggi dal balcone è stata lanciata una bombola: non ero lontano e dalla facilità con cui è stata sollevata sembrava vuota. Anche perché se non sei uno sprovveduto completo, difficilmente lanci una bombola piena di gas sotto di te, in quel modo. È chiaro che sei tu il primo a rischiare. Inoltre, in quel momento la celere era molto lontana dal balcone. Quindi non credo che il lancio avesse l’obiettivo di colpire qualcuno.

Chi erano le persone che questa mattina si trovavano in piazza Indipendenza?

La piazza era piena di donne, bambini, qualche ragazzo, persone con le stampelle. Diciamo che non erano un esercito di ventenni pronti allo scontro. La violenza è stata agita soprattutto dall’altra parte. Mi aspettavo lo sgombero, ma non in questo modo con cariche e cacce all’uomo ripetute, anche lontano dal palazzo. Per tutta la mattinata le persone si avvicinavano e poi la polizia caricava, come un elastico. Fino a ieri gli occupanti erano anche meno determinati. Nonostante gli insulti e le provocazioni di questi giorni che gli agenti, in borghese e in divisa, non hanno certo risparmiato. Questa mattina, però, le cose sono cambiate. Dopo che le persone sono state aggredite in quel modo, hanno reagito e resistito. A quel punto, tutto era diverso e c’era molta più determinazione. Anche quando nella piazza sono rimasti in 10, hanno rifiutato di spostarsi. E sono rimasti lì fermi, finché hanno potuto.

 

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