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La legge sicurezza Salvini “non e’ retroattiva”, a deciderlo la cassazione

Il decreto legge non è retroattivo ma per i permessi di soggiorno l’integrazione non basta. Per i giudici, va considerata «la compromissione» dei diritti umani nel Paese d’origine

Non si applica retroattivamente il ddl sicurezza Salvini voluto dall’ex ministro della paura, entrato in vigore il 5 ottobre 2018 con l’introduzione di norme liberticide e razziste in tema di immigrazione e sicurezza. A deciderlo le Sezioni Unite civili della Cassazione, dopo orientamenti contrastanti tra gli stessi ‘ermellini. Occasione del verdetto chiarificatore – richiesto dagli stessi supremi giudici – era stato il ricorso del Viminale contro tre casi di concessione di permessi di soggiorno per motivi umanitari.

Nel verdetto viene anche specificato però che il solo dato di essersi socialmente ed economicamente inseriti nella società italiana non è sufficiente per dare ai migranti il permesso di soggiorno per motivi umanitari. Occorre, secondo i giudici, verificare anche la “specifica compromissione” dei diritti umani nel paese di origine.

Alberto Guariso, avvocato dell’ASGI che si è occupato di numerosi ricorsi sulla questione dei permessi umanitari. Ascolta o Scarica.

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