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La famiglia Cucchi: «No, non saremo soli!»

Domani la sentenza per l’omicidio di Stefano in fondo a un processo molto difficile. Continuano a pervenire adesioni di partecipazione al sit-in. L’appuntamento è per le 9 in via del Casale di San Basilio 168 dove c’è l’aula bunker di Rebibbia
Stefano Cucchi, geometra di professione, pugile per hobby, ha lavorato anche l’ultimo giorno della sua vita da libero cittadino. La sera ha sostenuto l’ultimo suo allenamento in palestra, per il pugilato che amava tanto.
Lo amava perché lo faceva sentire uguale agli altri, lui, piccolino e magrolino com’era.
Il suo ultimo giorno da libero di fatto è stato il suo ultimo giorno da geometra e da pugile, da tutto, il suo ultimo giorno da ogni cosa.
Stefano è morto dopo 6 giorni di sofferenza disumana. Consumato dal dolore.
Le ultime energie le ha usate per scrivere una lettera alla comunità dalla quale era seguito per chiedere aiuto, e per chiedere una Bibbia.
Stefano era e rimane cittadino di Roma, simbolo della violenza di Stato, della sopraffazione del più forte verso il più debole, della discriminazione, della negazione di ogni diritto umano.

Ma la dignità non l’ha persa Stefano, nemmeno al momento della sua morte.
Stefano era di Roma.
Mercoledì avremo la sentenza dopo tre anni e mezzo di un processo difficilissimo e durissimo.
Non saremo soli.
Saranno in tanti con noi.
Stefano era Romano.
Ci sarà il comune di Roma, costituitosi con il Sindaco Alemanno parte civile, ed il candidato Sandro Medici.
Ma ci saranno anche tanti altri. Almeno così speriamo.
Perché Stefano diventi un simbolo ed un monito affinché quel che ha subito, pagando lo con la vita, non accada mai più.

Perché, vada come vada, si capisca che tutti sanno e che tutti hanno capito.

Non rimane molto da dire.

Grazie a tutti.

Giovanni, Rita e Ilaria Cucchi

(Ndr: Anche l’assemblea di Repubblica Romana, che s’è riunita in serata all’Angelo Mai Altrove Occupato – che ha funzionato da quartier generale della lista Medici – ha aderito per acclamazione alla proposta di un sit-in solidale con la famiglia da quasi quattro anni impegnata nella ricerca di verità e giustizia. Dopo le prime adesioni, Popoff ha ricevuto anche messaggi da associazioni e singoli, tra questi, quello delle Madri per Roma Città Aperta e Stefania Zuccari (la mamma di Renato Biagetti) di Sinistra Critica di San Lorenzo, Gianfranco Frelli da Jesi, Linda Santilli, Stefania Cenciotti da Roma e decine di altri. L’appuntamento è per le 9 in via del Casale di San Basilio 168 dove c’è l’aula bunker di Rebibbia).



Comments ( 1 )

  • Anonymous

    Stefano era Italiano.E gli assassini che lo hanno ucciso pure,in più gli assassini avevano giurato di difendere i deboli dalla prepotenza della criminalità!GIUDICI,tenete conto che Stefano è morto,ma ci sono milioni di persone che soffrono grazie all’operato delle fdo,già Stefano è morto per mano di assassini in divisa,grazie a una legge anacronistica e criminale in quanto basata sull’ideologia fascista,già ed è ancora in vigore,e gli assassini sono ancora PAGATI CON I NOSTRI SOLDI !!!Non andrebbero allontanati solo loro ma pure il pm cieco,forti con i deboli e…..che Vergogna!

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