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Israele: Mona El-Kurd ritorna in libertà, il fratello rimane in carcere

Mona El-KurdI militanti palestinesi ventitreenni Mona el-Kurd e il fratello gemello Mohammed el-Kurd non sono certo degli sconosciuti. Non solo per il nome che rimanda – fatalmente – alla sostanziale comunanza di destino tra due popoli oppressi. Il palestinese e il curdo, anche se momentaneamente, parzialmente e forzatamente, situati in schieramenti quasi contrapposti (o almeno così appare a chi ragiona solo in termini di geopolitica).

Ma soprattutto per l’intensa, quotidiana campagna sulle reti sociali (sia in arabo che in inglese, con circa 550mila abbonati su Istagram) allo scopo di rendere edotta l’opinione pubblica sulle espulsioni forzate (deportazioni è troppo? Ma sicuramente “sfratti” non rende l’idea) di famiglie palestinesi dai loro quartieri (in particolare Cheikh Jarrah) situati nelle zone di Gerusalemme annesse dallo Stato di Israele. Domenica scorsa Mona el-Kurd era stata arrestata dalla polizia israeliana per “turbamento dell’ordine pubblico”. Al momento della sua scarcerazione il 9 giugno (mentre il fratello rimaneva in carcere) un gran numero di manifestanti solidali si erano radunati per festeggiarla, ma venivano dispersi a colpi di granate lacrimogene e di granate assordanti. I palestinesi reagivano ed erano scoppiati scontri.

Altri scontri – di maggior intensità – erano avvenuti il giorno 4 nei pressi del monte Sabih (vicino a Beita, a sud di Nablus) dopo che l’esercito israeliano aveva cercato di disperdere una manifestazioni contro gli insediamenti. Qui, da alcuni mesi, i coloni israeliani hanno posizionato abitazioni mobili per creare i presupposti di un nuovo, l’ennesimo, insediamento. I militari hanno aperto il fuoco con pallottole in metallo ricoperte di gomma e con granate lacrimogene. La Croce-Rossa palestinese è intervenuta per curare almeno una decina di persone ferite (tra cui una molto gravemente, al collo) e altre decine con sintomi di asfissia per l’inalazione di gas lacrimogeni (presumibilmente CS).

Gianni Sartori

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