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Iraq: Proseguono le proteste. La repressione fa altre vittime

In Iraq 14 morti nella notte tra lunedì 4 e martedì 5 novembre a causa della violenta repressione agita dalle forze di polizia contro i manifestanti, in piazza ancora a migliaia contro disoccupazione, povertà, corruzione della classe politica e carovita.

Per la prima volta dallo scorso 25 ottobre si registrano violenti scontri e almeno tre vittime nella città meridionale di Umm Qasr, sul Golfo Persico, il principale porto iracheno, utilizzato per le esportazioni di petrolio e l’importazione di merci. Gli altri morti a Kerbala (3) e nella capitale Baghdad (7). Qui la folla ha bloccato il centrale ponte di Allawi e la strada dei musei, quindi ha circondato l’ufficio del primo ministro, Adel Abdul Mahdi di cui chiede con forza le dimissioni e provato a raggiungere l’ambasciata iraniana e la sede della tv Iraqiya, filogovernativa. Polizia ed esercito hanno aperto il fuoco sui manifestanti.

L’Iran, intanto, riprenderà l’arricchimento dell’uranio nella sua centrale atomica di Fordo, a 180 km a sud di Teheran. Lo ha detto intervenendo alla tv nazionale iraniana il presidente Rohani, annunciando un nuovo passo nel disimpegno dall’accordo sul nucleare del 2015, alla scadenza del quarto ultimatum ai partner Ue per compensare le sanzioni Usa.

Questi gli argomenti della nostra intervista al giornalista Alberto Negri, editorialista de Il Manifesto e consigliere scientifico dell’Ispi. Ascolta o scarica.

da Radio Onda d’Urto

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