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Human Rights Watch: resistere al populismo è efficace

Rapporto annuale presentato a Parigi. Un invito a resistere contro la derive xenofobe e razziste. Allarme sugli accordi con la Libia

I diritti umani possono essere protetti di fronte alla sfida del populismo”, gli avvenimenti del 2017 “hanno mostrato quanto sia importante reagire contro la minaccia rappresentata dai demagoghi” e quando i movimenti cittadini scendono in campo si puo’ creare un argine e invertire la deriva.

Inaspettatamente, proprio quando quest’anno si celebra il 70esimo anniversario della Dichiarazione dei diritti umani, l’organizzazione Human Rights Watch (Hrw) diffonde un messaggio di speranza: si puo’ e di deve “resistere”, ha affermato il presidente Kenneth Roth, che ieri ha presentato a Parigi il 28esimo Rapporto annuale sulla situazione dei diritti umani (sono esaminati 90 paesi).

Negli Usa, “la politica di Donald Trump ha suscitato una forte reazione di resistenza da parte di organizzazioni popolari, di gruppi di difesa dei diritti civili, di giornalisti, avvocati, giudici e persino di politici dello stesso partito di Trump”. Invece, dove c’è stata una forte repressione o dove “l’inquietudine internazionale non si è manifestata vigorosamente”, come in Turchia, in Egitto o in Cina, “le forze ostili ai diritti umani sono prosperate”.

In occidente in particolare, “i demagoghi si sono serviti degli sconvolgimenti e delle ineguaglianze economiche causate dalla mondializzazione e dai progressi tecnologici, della paura del cambiamento culturale in un mondo sempre più in movimento e della minaccia di attacchi terroristici, per alimentare xenofobia e islamofobia”, ha spiegato Roth.

Hrw quest’anno ha scelto Parigi per presentare il Rapporto annuale per rendere omaggio alla campagna elettorale di Emmanuel Macron, che ha affrontato l’estrema destra senza cedere, mentre in altri paesi – Hrw per l’Europa cita l’Austria e l’Olanda – “i dirigenti di partiti di centro-destra hanno fatto campagna su posizioni xenofobe”.

Hrw non è accecata da Macron, anzi, l’organizzazione è all’origine della denuncia contro il comportamento della polizia a Calais, che ha messo in luce la distruzione dei pochi averi dei migranti (coperte, tende): “adesso la sfida è che Emmanuel Macron governi in conformità con i principi che ha difeso”, ha avvertito Roth.

Ma Hrw individua nella politica di Macron di aprire dei canali per l’asilo dai paesi africani, un tentativo di evitare di seguire la scelta dell’Italia, poi seguita dalla Ue, di scaricare sulla Libia la responsabilità di tenere sotto controllo i flussi migratori, “esponendo cosi’ le persone a violazioni dei diritti umani”.

Per Urw, “l’Ue ha proseguito nella strategia del contenimento in cooperazione con le autorità libiche, malgrado le prove schiaccianti di brutalità regolari e diffuse contro i richiedenti asilo e altri migranti”.

Hrw ricorda che la Libia non ha firmato la Convenzione sui rifugiati e non riconosce il diritto d’asilo. Urw sottolinea anche che l’Italia, “appoggiata dalle istituzioni europee”, ha imposto alle ong un codice di condotta che mira a delegittimare il loro lavoro, addirittura a “criminalizzarlo”.

Anna Maria Merlo

da il manifesto

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