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Germania: il Køpi, occupazione storica di Berlino sgomberata dalla polizia

Lo sgombero arriva poche settimane dopo che gli abitanti della capitale tedesca hanno votato a stragrande maggioranza per l’espropriazione dei maggiori promotori immobiliari in un referendum di iniziativa popolare.

Il Køpi è un terreno e un enorme edificio occupato sin dagli anni ’90, quando dopo la caduta del muro di Berlino, un’ondata di occupazioni travolse la capitale tedesca. In questo spazio autogestito si svolgono attività culturali e politiche. Luogo di accoglienza e solidarietà, fa parte degli storici squat della città. Sul terreno intorno sono state installate delle roulotte. Al suo interno si è sviluppata una comunità, uno stile di vita diverso. L’edificio, costruito nel 1905 con una superficie di oltre 1900 m², si trova in un quartiere alla periferia del centro di Berlino diviso tra edilizia residenziale e parchi industriali. Un’occupazione che è diventata uno dei punti focali del movimento autonomo berlinese.

Venerdì 15 ottobre, le autorità tedesche hanno lanciato un’operazione di polizia titanica. Diverse centinaia di poliziotti antisommossa, accompagnati da dispositivi di ingegneria civile e veicoli blindati, hanno rapidamente sfondato le varie cataste di oggetti che fungevano da barricate per sgomberare i circa trenta abitanti. Dopo alcune ore di resistenza, il pezzo di terra occupato da uno dei più grandi squat di Berlino è caduto.

Da venerdì sera, manifestazioni anti-gentrificazione si sono svolte in molte città tedesche in solidarietà con il Køpi sgomberato. A Berlino la rabbia era palpabile. I manifestanti hanno distrutto veicoli ed edifici di lusso e hanno dovuto affrontare la brutalità della polizia con feriti e arresti.

Come tutti i grandi centri urbani, Berlino non fa eccezione alle logiche di mercato. È soggetto agli appetiti divoratori degli speculatori immobiliari. A gran velocità la gentrificazione e l’imborghesimento delle metropoli stanno accelerando. Una riqualificazione delle città che allontana dal centro quelli considerati “indesiderabili”. Politiche urbane al servizio dei proprietari che rosicchiando e distruggendo questi spazi e quartieri popolari, cancellano dalla memoria collettiva, a colpi di milioni e di grandi progetti la storia degli sfruttati e delle lotte sociali. A beneficio di una storia dei vincitori, dei promotori e degli ultra ricchi.

Da Nantes Révoltée

InfoAut

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