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Genova: Maxi-multa ai lavoratori di New Gel per il picchetto davanti all’azienda

Sono stati condannati a una sanzione pecuniaria attraverso un decreto penale di condanna i 19 tra lavoratori, sindacalisti della sigla Si.Cobas e antagonisti che nella notte tra il 29 e il 30 agosto scorso avevano partecipato al picchetto davanti all’azienda di New Gel di Genova Bolzaneto. I manifestanti sono stati condannati a pochi mesi di carcere, convertiti in sanzione pecuniaria compresa tra 4.500 e 5.600 euro.

La protesta era stata innescata dal mancato rinnovo del contratto di due lavoratori ma chiamava in causa anche le condizioni di lavoro dei dipendenti. Una quarantina di manifestanti avevano partecipato alla protesta che era andata avanti tutta la notte, impedendo di fatto ai camion frigo l’ingresso e l’uscita dall’azienda. I manifestanti avevano acceso falò, incendiando bancali di legno, bloccando per molte ore il traffico nella via, con momenti di tensione con i lavoratori che volevano entrare in azienda.

I proprietari della ditta avevano sporto denuncia in Questura. La Digos, dopo l’analisi dei filmati, aveva identificato e denunciato 19 persone per violenza privata, manifestazione non autorizzata e blocco stradale, tentando quindi di far applicare a Genova per la prima volta il Decreto sicurezza bis, che prevede condanne fino a 6 anni. Il pm Paola Calleri ha invece chiesto e ottenuto dal gip la condanna per i manifestanti solo per violenza privata aggravata. Per tre di loro, ritenuti promotori della manifestazione, si aggiunge il reato di manifestazione non autorizzata.

da il secolo XIX

Ai microfoni di Radio Onda d’Urto spiega tutto Martino, del coordinamento provinciale Si.Cobas. Ascolta o scarica

Di seguito il comunicato diffuso dal sindacato conflittuale e di base:

COMUNICATO SINDACALE SULLE MULTE DELLA PROCURA DI GENOVA CONTRO GLI SCIOPERI IN NEW GEL

Apprendiamo in queste ore a mezzo stampa l’intenzione della Procura di Genova di comminare multe da più di 4000 euro a testa per i lavoratori, gli operatori sindacali S.I. Cobas e i solidali che avevano dato vita allo sciopero del 29 agosto presso l’azienda di trasporti New Gel.

Ancora una volta, prima della notifica degli atti, la notizia già circola su giornali e siti d’informazione. L’intento é chiaro. Un monito severo a tutti i lavoratori e le lavoratrici di questa città, e a coloro che con questa lotta hanno solidarizzato: attenzione! per chi alza la testa, per chi si organizza, lotta e sciopera, la risposta sarà solo repressione, multe e denunce.

Abbastanza goffo é poi il tentativo di accreditare la decisione della Procura – quella cioé di multare per più di 100.000 euro i protagonisti dello sciopero, pari a una condanna complessiva a più di 3 anni di carcere – come un gesto magnanimo verso i lavoratori, visto che, secondo le ricostruzioni lette sui giornali, si sarebbe potuto contestare agli scioperanti il blocco stradale e quindi l’applicazione dei famigerati Decreti Sicurezza, utili solo a reprimere ulteriormente le lotte.

In realtà (al di là delle interpretazioni lette sui giornali) si configura un attacco gravissimo e violentissimo contro il diritto di sciopero, contro l’agibilità politica e sindacale su questo territorio, ma soprattutto contro questi lavoratori, protagonisti degli scioperi e della mobilitazione in New Gel.

Lavoratori la cui unica colpa é stata quella di aver avuto il coraggio, in un clima da caserma come quello che continua a respirarsi in New Gel, di alzare la testa, organizzarsi e provare a rimettere in discussione il continuo allungamento dell’orario di lavoro, gli ormai insostenibili carichi di lavoro, il diritto al pagamento delle ore strordinarie, la libertà sindacale in azienda. Lavoratori che, certo, hanno messo in campo anche forme di lotta dure, a fronte della totale chiusura della New Gel verso le problematiche da loro poste.

Un’azienda, ricordiamo, che si sentiva libera di prendere fisicamente a schiaffi un lavoratore iscritto da neanche un giorno al S.I. Cobas perché “reo” di non aver concluso tutto il carico di lavoro, un’azienda in cui é normale che i lavoratori iscritti a una sigla sindacale scomoda ricevano nell’arco di pochi mesi decine di lettere di contestazioni disciplinari, siano oggetto di continue sospensioni, multe, ferie forzate, fino ad arrivare al mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato, dopo magari 3 anni di lavoro! Questo é il clima nel quale la mobilitazione é nata e si é sviluppata nel corso dei mesi.

A fronte di questo quadro, Questura e Procura hanno, come sempre, chiuso gli occhi, affrontando le problematiche che i lavoratori hanno portato davanti i cancelli dello stabilimento, nelle piazze e perfino al Comune di Genova in audizione, come un problema di mero ordine pubblico. Da qui multe per i lavoratori e possibilità per l’azienda di perpetrare il sistema di bassi salari, pesantissimi carichi di lavoro e orari interminabili.

Il dato che comunque emerge in tutta la sua interezza é che non ci troviamo davanti esclusivamente ad un’anomalia genovese. Sono, infatti, ormai centinaia in tutta Italia i lavoratori, i delegati, gli operatori sindacali, i solidali oggetto di repressione, stretti tra denunce, multe di migliaia di euro, fogli di via, richieste di divieti di dimora. Una vera e propria guerra preventiva volta a reprimere ogni focolaio di resistenza. Si reprimono i lavoratori della logistica in sciopero fuori dai cancelli dei magazzini, si reprimono i grandi movimenti di massa contro le grandi opere inutili e dannose, come il TAV, si tenta di sradicare ogni esperienza di lotta organizzata del movimento sulla questione abitativa, ecc..

La maxi multa di 100.000 euro comminata dalla Procura di Genova contro chi ha scioperato davanti ai cancelli della New Gel rappresenta l’ennesimo passaggio di questo violento e coordinato attacco repressivo che vuole, colpendo economicamente le lotte dei lavoratori, mettere in discussione il diritto di sciopero nel suo complesso, la capacità per tutti i lavoratori e le lavoratrici di organizzare modalità di lotta efficaci, in grado d’incidere, in grado di rapportarsi allo strapotere dei padroni.

Allo stesso tempo, emergono con chiarezza le responsabilità di quanti si sono mossi su questo scenario. La FITCISL, innanzitutto, firmataria dell’accordo-vergogna di secondo livello (quello che permette alla New Gel di retribuire una settimana lavorativa lunga fino a 52 ore con …15 minuti di straordinario!) e sindacato “di fiducia” dell’azienda, che, mentre non ha trovato modo in un anno di spendere una parola di condanna sugli schiaffi ad un lavoratore, si è spesa invece per invocare le misure repressive puntualmente arrivate: sindacato dei lavoratori o portavoce della Questura? Ma anche CGIL e UIL hanno le medesime responsabilità, avendo avallato l’operato della CISL e solidarizzato pubblicamente con il suo collaborazionismo.

E che dire delle responsabilità di tutte le forze politiche, che hanno fatto mostra di scandalizzarsi, durante l’audizione in Consiglio Comunale, per le condizioni di sfruttamento dei lavoratori di un’azienda ben conosciuta dall’amministrazione comunale, viste le diverse richieste fatte dalla stessa negli anni in merito all’allargamento del magazzino a Bolzaneto? A fronte di questo duro attacco ai lavoratori e al loro diritto di sciopero crediamo che lo sconcerto e il disappunto non bastino più, ma che sulla vicenda e sulla coda repressiva che la vertenza sta assumendo vada presa una posizione pubblica e chiara. Da che parte si sta? Con gli operai in lotta o con chi sfrutta e multa i lavoratori? Una terza posizione non esiste o si risolve con con l’approssimarsi delle elezioni amministrative, nel solito lamentio interessato “sui drammi del precariato”, o sullo stralcio di vesti in merito alle“periferie abbandonate”, al solo scopo di raccattare voti qua e la.

La battaglia in New Gel non finisce qua! Come S.I. Cobas, come lavoratori e solidali, non ci faremo intimidire. Rivendichiamo a testa alta quanto abbiamo fatto! Impugneremo i Decreti Penali di condanna scegliendo con chiarezza che si vada ad un processo, perché, anche in questo modo, faremo sentire la nostra voce, rigetteremo sull’azienda, sulle forze politiche e sindacali collaborazioniste, sulle istituzioni statali che proteggono gli interessi dei padroni, le responsabilità del loro operato!

La lotta operaia non si multa e non si processa! Genova in questi mesi ha dimostrato di sapersi stringere attorno alla lotta di questi lavoratori, esprimendo solidarietà militante, organizzando decine d’iniziative per il finanziamento della cassa di resistenza, partecipando a presidi, assemblee pubbliche e dibattiti. Oggi l’attacco repressivo in atto deve rilanciare questo percorso mobilitando tutti quei lavoratori, militanti, attivisti, associazioni, organizzazioni e singoli cittadini che hanno a cuore il diritto di sciopero e di manifestazione, le libertà di organizzazione e il destino del movimento sindacale e di classe in questo paese.

Come coordinamento S.I. Cobas Genova lo faremo ribadendo la nostra partecipazione alla manifestazione che questo Sabato 18 Gennaio si terrà a Prato proprio in merito ad un’analoga vicenda che ha colpito con altre maxi multe 21 lavoratori di una tintoria pratese, in sciopero perché non ricevevano da 7 mesi lo stipendio.

Lo continueremo a fare opponendoci ai decreti penali della Procura genovese, rilanciando la battaglia contro la repressione, ribadendo con forza il diritto di sciopero, l’agibilità sindacale, la possibilità per tutti i lavoratori di difendersi dallo sfruttamento e dagli attacchi padronali!

Coordinamento provinciale S.I. Cobas Genova

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