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G8 di Genova: lo Stato è colpevole, ma non paga

Lo Stato continua a subire condanne per i pestaggi inferti al G8 2001, e l’ultimo caso è tra i più emblematici: secondo il tribunale di Genova dev’essere risarcito con oltre 250 mila euro un cittadino tedesco divenuto invalido, e malato cronico, dopo aver subito torture e pestaggi alla Diaz e a Bolzaneto.

Ma nonostante le sentenze si susseguano, a tre lustri da quei fatti il medesimo Stato che perde a palazzo di giustizia fa resistenza fuori. Da una parte non pagando nonostante i verdetti sfavorevoli, tanto che nei confronti del ministero dell’Interno sono state avviate le procedure per il pignoramento. E dall’altra ammorbidendo, nell’opinione d’ un gruppo sempre più nutrito di magistrati, docenti e rappresentanti di vari comitati, la legge sulla tortura.

Per orientarsi si può partire dall’ultimo verdetto. Il giudice Lorenzo Fabris ha condannato il Viminale ei dicasteri della Giustizia e della Difesa a un maxi-risarcimento per J. H., oggi trentacinquenne (difeso dal legale Carlo Malossi): «Alla Diaz – si legge nelle motivazioni – venne colpito con manganellate e calci alle mani, alla testa al torace e riportò trauma cranico, ferite alla fronte, danno all’apparato uditivo e vasti ematomi; per poi essere costretto, una volta giunto a Bolzaneto, a spogliarsi nudo, a mostrare i genitali, a fare giravolte sul pavimento dopo minacce di percosse, a lasciarsi picchiare e ingiuriare con sgambetti e sputi da due ali di agenti mentre transitava nel corridoio… dovendo rispondere, sempre mentre era nudo, a domande sulla vita sentimentale e sessuale senza motivo».

Da allora, spiega ancora il magistrato, ha riportato «una cronicizzazione dei disturbi psichici e un’invalidità permanente del 12%, con ripercussioni sull’attività lavorativa». E poiché i soprusi furono compiuti da poliziotti, carabinieri e agenti della Penitenziaria, a pagare dovrebbero essere tre ministeri differenti, ancorché la parte più corposa tocchi al Viminale. Dovrebbero perché nei mesi scorsi due sentenze analoghe, per altrettanti noglobal assistiti dal medesimo difensore, non si sono tradotte in un risarcimento concreto. Ecco perché, nello specifico per ottenere quanto dovuto alla tedesca T. W., sono in dirittura d’arrivo le pratiche per pignorare alcuni beni dello stesso ministero dell’Interno.

Prosegue intanto la sottoscrizione del documento promosso da alcuni magistrati che si occuparono del G8 (il pm del caso Diaz Enrico Zucca e il giudice di Bolzaneto Roberto Settembre).

La legge sulla tortura appena passata al senato – dovrà tornare per l’ultima lettura alla Camera – viene definita «inutile e controproducente», poiché «il reato si configura solo in caso di torture plurime, non viene eliminata la possibilità di prescrizione e nulla si dice sulla sospensione di pubblici ufficiali giudicati colpevoli di trattamenti inumani e degradanti».

Matteo Indice

da ilsecoloXIX

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