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G8 Genova: assolto in appello l’unico poliziotto condannato in 1 grado

L’agente era stato condannato per il pestaggio del giovane colpito con un calcio in faccioa dal vicecapo della Digos Perugini . Per i giudici non era ricoscibile.
Il primo e unico poliziotto condannato per i fatti del GB ieri è stato assolto dalla corte d´appello genovese. Giuseppe De Rosa, oggi alla squadra tifoserie della Digos milanese, catanzarese, condannato in primo grado a un anno e otto mesi con rito abbreviato, era stato il primo poliziotto a subire una condanna per i pestaggi nelle strade genovesi. La sua vicenda, insieme a quella di altri agenti oggi a processo, aveva personificato l´immagine più nitida e cruda della violenza vista durante quelle giornate Alle tre e mezza circa del 21 luglio 2001, in via Barabino, un gruppo di ragazzi passa nei pressi della questura genovese, lontano dalla zona degli scontri, in zona Foce: all´improvviso, senza alcun preavviso, motivazione e provocazione, alcuni poliziotti in borghese con casco e manganello partono all´attacco. Si distingue un uomo in maglia gialla, è l´allora vice capo della Digos Perugini: tutte le telecamere presenti immortalano il pestaggio, che all´epoca fece il giro del mondo. Il ragazzino in maglia rossa, con il volto sfigurato, l´occhio gonfio e tumefatto, si chiama Marco Mattana. A]l´epoca è minorenne All´udienza preliminare che si svolge nel novembre 2004 cinque poliziotti sono rinviati a giudizio: tra loro anche Perugini, già imputato al processo Bolzaneto. Viene invece archiviato l´ex capo della Digos genovese Spartaco Mortola – imputato nel processo Diaz e recentemente indagato per induzione alla falsa testimonianza, insieme a De Gennaro, e all´ex questore Colucci – la cui uscita dall´aula viene ricordata ancora oggi a Genova, perché paragonabile alla corsa cli un centravanti sotto la curva, con tanto di «uno a zero per me», esclamato davanti ai cronisti. Giuseppe De Rosa, invece, avèva chiesto il rito abbreviato: venti mesi di condanna e dieci mila euro come rimborso per il ragazzo minorenne, costituitosi parte civile. Per De Rosa, all´epoca, un´uscita alla chetichella e di nascosto dal palazzo di giustizia, da poliziotto condannato per lesioni aggravate, perché con il manganello ha colpito in faccia Marco Mattana. La Corte d´appello di Genova, ieri, ha riportato indietro la decisione: De Rosa è innocente, non ha commesso il fatto. Dietro la decisione tecnica c´è il secondo comma dell´articolo 530 del codice penale: la Corte d´appello non ha negato la violenza, l´evento in sé, ma è il riconoscimento di De Rosa a non aver convinto totalmente i giudici. Verrebbe dunque a mancare la prova che sia stato proprio De Rosa a commettere il reato. Nella sentenza di primo grado i giudici, avevano invece ritenuto sufficiente l´identificazione del poliziotto (che indossava casco e occhiali da sole al momento dell´aggressione), grazie ad un´indagine affidata all´ispettore capo Del Giacco (imputato nel processo Perugini), che aveva concluso – attraverso immagini dei giorni prima e grazie a quanto riferito da un altro collega – che quell´uomo immortalatò dalle immagini, era esattamente De Rosa. Per gli altri poliziotti oggi a processo le accuse, oltre alle lesioni, sono tra gli altri anche di falso e abuso di ufficio, a causa dei verbali con cui i ragazzi vennero arrestati (e poi subito archiviati, mentre il minorenne è stato assolto per ben due volte consecutivamente), a testimonianza di come durante quelle giornate, gli arresti illegali si siano sprecati. Il processo, la cui sentenza finale era prevista per dicembre, è slittato e riprenderà nel marzo 2008.

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