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Francia: Rivolta a Aulnay-sous-Bois contro le violenze della polizia

Notte tesissima, di scontri aperti con la polizia, di elicotteri sopra la testa e di colpi d’arma da fuoco sparati da un’arma in dotazione alla Gendarmerie. Sono trascorse così le ultime ore a Aulnay-sous-Bois, 80mila abitanti a nord di Parigi (nei dintorni dell’aeroporto Roissy Charles de Gaulle), già nel 2005 una delle banlieues dove le proteste furono più radicali.

Ad Aulnay poliziotto è indagato per stupro e altri tre per violenze volontarie. I fatti riguardano Theo, giovane di colore, fermato giovedì scorso per un controllo. Il ventiduenne era arrivato in commissariato con il volto tumefatto e gravi ferite.

L’esame medico all’ospedale di Aulnay ha confermato “importanti lesioni” che “corrispondono chiaramente”, si legge sul referto, “all’introduzione di un manganello nel retto del giovane”. Theo ha subito un’operazione chirurgica in seguito alla quale ha ricevuto 60 giorni di prognosi.

La Procura parigina ha aperto un’indagine contro i quattro agenti, accusati di avere sodomizzato il giovane, per “aggressione armata da parte di persone investite di autorità pubblica” e ha chiesto di acquisire i video della videosorveglianza e quelli girati dai residenti con gli smartphone. Ad alimentare la rabbia ci sono i lanci delle agenzie francesi, riportanti la…giustificazione che i quattro agenti avrebbero dato per spiegare quanto successo: al 22enne…“sono scivolati i pantaloni”

Bruno Le Roux, ministro socialista degli Interni francese, ha dichiarato “che sarà fatta piena luce sui fatti e sulle responsabilità degli agenti”, ripetendo per l’ennesima volta la retorica delle “mele marce”. La realtà, però, è un’altra: per Amnesty International in Francia, paese in cui lo stato d’emergenza in vigore dal 13 novembre 2015 è stato prorogato per ben cinque volte, la situazione è fuori controllo, come mostra il rapporto dell’ong intitolato “Pericolosamente sproporzionato: lo stato di sicurezza nazionale sempre più in espansione in Europa”, dove si può leggere: “All’indomani di una scia di orrendi attacchi, da Parigi a Berlino, i governi hanno frettolosamente adottato leggi sproporzionate e discriminatorie, misure anti-terrorismo già sufficientemente pericolose prese una a una. Ma esaminate tutte insieme, compongono un quadro preoccupante in cui poteri incontrastati stanno compromettendo libertà che da lungo tempo erano date per garantite”. 

PROTESTE – Lunedì 6 febbraio, nel pomeriggio, tra i casermoni di Aulnay sous  Bois c’è stata una prima marcia di protesta, con centinaia di persone, al grido di #justicepurtheo .

Stanotte, invece, la rabbia è esplosa in scontri aperti, diffusi e radicali con la polizia, barricate e l’incendio di un fast food della catena KFC, nella terza notte di proteste, in particolare attorno alla zona della “Cite des 3000”.

Ci sarebbero almeno 24 fermi, mentre proprio in queste ore, nella mattinata di martedì 7 febbraio, l’Assemblea nazionale sta discutendo una modifica del codice penale di ulteriore impunità per i poliziotti.

Sotto il Parlamento si sono radunati diversi collettivi contro la violenza poliziesca.

Dal presidio sentiamo Jerome, giornalista e attivista di uno di questi collettivi contro la violenza poliziesca, a cui abbiamo chiesto aggiornamenti anche su quanto sta accadendo ad Aulnay sous Bois. Ascolta o scarica qui

da Radio Onda d’Urto

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Riportiamo questa traduzione fatta da un compagno attualmente in Francia della ricostruzione di Nantes Revoltèè di quanto successo qualche giorno fa in Francia, con lo stupro poliziesco di Theo avvenuto nel contesto di una sempre maggiore militarizzazione dei territori, che nel recente passato ha portato ad altre pagine orrende come l’omicidio di Adama Traorè.

Una notizia che sarebbe dovuta essere LA notizia dei media di oggi: la polizia, nella notte fra il 6 e il 7 febbraio, spara proiettili veri contro gli abitanti di Aulnay-sous-Bois.

Il contesto:
Mentre monta la rabbia in seguito alla testimonianza di Théo, ragazzo 22enne stuprato in strada a colpi di manganello dai poliziotti che lo hanno fermato per un controllo, alcune madri del quartiere organizzano un presidio pacifico nel pomeriggio di lunedì 6 febbraio, qualche centinaio di persone vi partecipa tranquillamente.

Prontamente lo Stato decide di dispiegare contro i manifestanti plotoni di CRS (sbirri antisommossa), tutti ben intruppati, di passamontagna e fucile spara flash-ball (LBD) [quello che ha ferito e fatto perdere occhi ai manifestanti durante il movimento contro la Loi Travail per intenderci], che, “tranquillamente” invitano i manifestanti , prima di disperdere il presidio, a seguirli in commissariato.

Quando cala la notte il prefetto di Seine-Saint-Denis, sotto ordine diretto del ministro dell’Interno socialista, decide di versare benzina sul fuoco, mettendo in campo una provocazione inaudita: l’illuminazione pubblica di Aulnay viene tagliata e il quartiere rimane al buio; i bus vengono soppressi. Centinaia di poliziotti, muniti di fucili d’assalto HK G36 e fucili di precisione Tikka 3, tutti in dotazione nel quadro dello Stato d’Urgenza, ormai da 14 mesi in vigore in Francia, sono dispiegati e pattugliano il quartiere e nella penombra tengono sotto tiro un gran numero di giovani. Un elicottero sorvola la zona e illumina i palazzi. Il quartiere è letteralmente militarizzato. Aria di guerra.

In questo clima scoppiano sporadici scontri con i poliziotti, comunque di leggera intensità visto l’enorme spiegamento di forze dell’ordine. Dei cassonetti dell’immondizia sono dati alle fiamme, così come un fast food e alcune auto. I rivoltosi sono immediatamente sedati a colpi di granate assordanti. I passanti che filmano la polizia subiscono minacce fisiche. Non c’è praticamente alcun giornalista.

Alcuni abitanti segnalano di aver trovato veri proiettili sparati dalle armi in dotazione ai poliziotti. Vengono raccolti da terra numerose cartucce 9mm in acciaio, si parla di “spari in aria,e in direzione della folla”. Un giornalista indipendente di Tiranis News fotografa le munizioni ritrovate.

Oggi, martedì 7 febbraio, il sindacato Alliance e la prefettura confermano i colpi d’arma da fuoco. Vengono definiti “spari d’avvertimento”. Malgrado l’ingente dispiegamento di fdo, i proiettili di gomma, le granate, l’elicottero, dei poliziotti avrebbero avuto bisogni di estrarre la loro arma di servizio per disperdere qualche decina di rivoltosi?

In realtà, quello che è successo ieri a Aulnay-sous-Bois è un’ulteriore dimostrazione della militarizzazione messa in campo per il mantenimento dell’ordine. Da 20 anni, con le Flash-balls, poi i fucili LBD40, i poliziotti sono riabituati a sparare, a premere il grilletto contro la folla, a mirare verso le persone. Non è più un caso eccezionale. Migliaia di proiettili di gomma sono sparati ogni anno in Francia, ferendo e mutilando altrettante persone nelle periferie, durante le manifestazioni o fuori dagli stadi.

A Beaumont-sur-Oise quest’estate la polizia aveva già estratto i fucili d’assalto contro i rivoltosi senza però utilizzarli. A Aulnay lo Stato si assume la responsabilità di utilizzare armi da fuoco col pretesto di mantenere l’ordine. Ecco la quadratura del cerchio. E siamo sotto un governo socialista..

Nantes Revolteè

Fonti:

-Aulnay-sous-Bois:la prefettura conferma gli spari di veri proiettili come avvertimento https://www.buzzfeed.com/davidperrotin/aulnay-sous-bois-la-prefecture-de-police-confirme-des-tirs-a?utm_term=.nfD6pL3zz

– Spari di veri proiettili da parte della polizia nella notte tra il 6 e il 7 febbraio http://www.liberation.fr/direct/element/des-tirs-de-sommation-de-la-police-dans-la-nuit-de-lundi-a-mardi-a-aulnay-sous-bois_57608/

– Taranis News http://taranis.news/2017/02/aulnay-sous-bois-nuit-demeute-et-probables-tirs-a-balles-reelles/

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