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Firenze: Caricati sotto la Prefettura i profughi ex Aiazzone

A Firenze sono tornati in piazza stamattina, sabato 14 gennaio, i migranti, in gran parte somali, dell’ex Aiazzone di Sesto Fiorentino, capannone andato a fuoco nei giorni scorsi e dove è morto Ali Muse, 35enne.

La protesta in concomitanza con il nuovo vertice sul loro futuro in Prefettura. I migranti, assieme ai solidali del Movimento di lotta per il diritto alla casa di Firenze, non invitati all’incontro, non ci stanno e denunciano: “decidono sulla nostra testa, vogliono ributtarci nel limbo come prima, vogliamo casa, diritti e dignità”.

Il corteo dei rifugiati è stato caricato per ben tre volte dalla celere sotto la Prefettura, dove si teneva il vertice, chiedendo di entrare e di poter parlare, visto che si decideva del loro futuro.

Numerosi i contusi, due i migranti feriti dalle manganellate soccorsi dalle ambulanze.

Nonostante le cariche, la protesta prosegue. Per aggiornamenti in diretta clicca qui (da Firenze Dal Basso)

Da Firenze abbiamo sentito, alle 11.30, Luca, del movimento di lotta per la casa, sotto la Prefettura.

Ascolta o scarica qui

da Radio Onda d’Urto

Di seguito, il comunicato diffuso dai rifugiati Ex Aiazzone di Sesto Fiorentino:

+++ COMUNICATO DEI RIFUGIATI EX AIAZZONE +++

Giovedì il Prefetto ci ha chiuso le porte in faccia e si è rifutato di parlare con noi.

Sappiamo che stamattina il Prefetto, la Regione Toscana e i Comuni si riuniranno per discutere del nostro futuro.

Sui giornali è stato scritto che le istituzioni stanno lavorando per proporre le solite cose: un accoglienza temporanea in diverse strutture.

Noi non accetteremo proposte di questo tipo. Perchè non vogliamo trovarci fra un mese nella stessa situazione di ora, ignorati da tutti, aspettano che un altro nostro fratello muore. Non siamo pacchi da spostare, né spazzatura da buttare. Siamo esseri umani con i nostri diritti.

Viviamo in italia da 15, 10 o 5 anni. Ognuno di noi, prima di entrare all’ex-Aiazzone, è passato da tanti “progetti” di questo tipo. Quando scadeva il tempo, siamo sempre stati scaricati. Siamo sempre tornati nelle stessa situazione: ovvero senza nulla, nemmeno un tetto sopra la testa.

Questo tipo di “accoglienza” costa tantissimo allo Stato e serve solo ad arricchire le cooperative che la gestiscono. Non serve a noi. Noi vogliamo una soluzione stabile e dignitosa. E’ il diritto nostro e di tutti i cittadini italiani senza casa.

Dopo la morte di Alì e la nostra protesta a Palazzo Strozzi le TV ed i giornali si sono accorti delle condizioni in cui noi rifugiati politici viviamo. Tutti hanno capito che è per colpa di questa finta accoglienza che succedono tragedie come quelle di mercoledì. Ma le istituzioni fanno finta di non capire.

Abbiamo capito che il tavolo di questa mattina in Prefettura serve solo a fare tornare tutto come prima. Non va bene. Non è accettabile. E’ un offesa ad Alì e a tutti noi.
Lo Stato Italiano spende miliardi di euro per “salvare” la Banche. Se vuole può dare una casa dignitosa a noi e a tutti i cittadini italiani senza casa.

Siamo qui perchè vogliamo partecipare al tavolo con alcuni nostri rappresentanti per trovare soluzioni vere, dignitose e stabili.

Fino a quel momento la nostra protesta continuerà.

Rifugiati dell’ex Aiazzone.

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