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“Due pesi, due misure”: la voce dei No Tap riecheggia davanti al Tribunale

Un gruppo di attivisti ha manifestato davanti il tribunale di Lecce accusando il sistema della giustizia di procedere speditamente solo sul versante repressivo

Una delegazione di attivisti No Tap ha effettuato un presidio davanti al Tribunale di Lecce per protestare contro il sistema della giustizia, accusato di viaggiare a due velocità: alta quando si tratta di reprimere il dissenso alla realizzazione del gasdotto, bassa o nulla invece nella persecuzione di quelle ipotesi di reato pure contestate in relazione, per esempio, al quadro autorizzativo dell’opera ma anche alla contaminazione della falda nel cantiere di San Basilio. Si ricordi, a tal proposito, che per l’8 di maggio è stata fissata la prima udienza del processo presieduto davanti alla Seconda sezione penale, presieduta dal giudice Silvia Saracino.

Su un altro versante sono 25 gli attivisti che devono rispondere di una serie di accuse – tra cui resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento, minacce, violenza privata – nel procedimento che a gennaio è entrato nel vivo con l’escussione di alcuni testimoni in relazione alla manifestazione del 13 novembre del 2017, a Melendugno, dopo che, con un’ordinanza dell’allora prefetto Palomba, venne istituita una zona di totale interdizione attorno all’area dei lavori, sempre quella in località San Basilio.

“Siamo qui per rivendicare tutti i diritti che sono stati violati: in questi anni abbiamo avuto denunce, fogli di via, tutto a una velocità impressionante. Intanto un’inchiesta afferma la totale carenza di legittimità del quadro autorizzativo, ma i lavori vanno avanti. Ci vuole coraggio per fermare una multinazionale, coraggio che evidentemente solo gli attivisti hanno” ha dichiarato Gianluca Maggiore, uno degli storici portavoce del gruppo che dall’inizio si è opposto alla realizzazione dell’opera.

Non è la prima volta, del resto, che si procede a una manifestazione come quella odierna. Un’altra questione di cui si discute è quella dell’impatto dei lavori attualmente in corso davanti alla costa di San Foca, dove la grande nave semi sommergibile Castoro Sei sta relizzando la posa della condotta sul fondale. “Più di un mese e mezza fa – ha proseguito Maggiore – con fondi del Comune di Melendugno e con la disponibilità della marineria di San Foca, il professor Corriero dell’Università di Bari ha verificato la presenza di coralli nelle acque di San Foca, caratterizzate da un ecosistema particolarmente vivo. Intanto su tutto questo è stato posato un tubo”. La relazione redatta dal docente dell’ateneo barese è stata presentata agli uffici della Regione Puglia.

da Lecceprima

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