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Diritto di sciopero:in arrivo norme repressive

Viene ormai detto da mesi,  per i padroni e il Governo è prioritario arginare gli scioperi e soprattutto nel settore del trasporto pubblico locale. Il consenso al Governo scricciola, perfino i sindacati che firmano ogni genere di accordo sono costretti a scendere in sciopero, la manovra sulle pensioni conferma in toto l’impianto della Fornero, allora non resta che alimentare i provvedimenti repressivi e la criminalizzazione del dissenso.

Da mesi, sono in Parlamento, alcune proposte di legge presentate da Parlamentari dei due schieramenti politici per limitare il diritto di sciopero, hanno preso solo tempo perchè c’era prima da approvare la Legge Madia e redigere la Bozza della Legge di Bilancio, ma i tempi stringono perchè in ogni settore, senza dimenticare il nodo pensioni, gli elementi di conflittualità aumentano ogni giorno.

In attesa allora di trovare una sintesi tra le proposte di Legge antisciopero già depositate, si inizia a parlare di accrescere il tempo minimo necessario tra uno sciopero e l’altro che oggi è di 10 giorni e a questo emendamento peggiorativo sta lavorando la commissione di Garanzia (che dovrebbe paradossalmente svolgere ben altra funzione, di Garante del corretto svolgimento degli scioperi mentre nei fatti è lo strumento per distruggere l’esercizio stesso del diritto) per portare a 15-20 giorni l’intervallo minimo tra uno sciopero l’altro.  E a Legge di Bilancio approvata, già nel periodo Natalizio lavoreranno al testo per definirlo ento Febbraio. Si va dunque, a tappe forzate, verso la distruzione di quanto resta del diritto di sciopero creando mille ostacoli alla sua indizione, restringendo gli orari e accrescendo i servizi minimi da garantire secondo gli obblighi di legge (stiamo parlando dei servizi minimi essenziali).

Vogliono perfine rendere piu’ difficile perfino la revoca dello sciopero, insomma  preparano innumerevoli regole solo per limitare gli effetti degli scioperi scoraggiandone prima la proclamazione e poi la partecipazione e diffusione.  Ci sono obblighi nuovi,  le aziende dovranno aumentare le informazioni e allo stesso tempo diffondere i dati di adesione e partecipanti, l’obiettivo non è tanto quello di informare la cittadinanza ma piuttosto di limitare il potere di indizione delle sigle piu’ piccole, rafforzare gli ostacoli per la indizione dando maggiore spazio e potere alle procedure di raffreddamento e conciliazione.
Lo scopo coercitivo di queste misure è sotto gli occhi di tutti, l’obiettivo è quello di contenere la protesta dei lavoratori  senza cercare soluzione ai problemi che hanno determinato le azioni di lotta.

Molti scioperi sono convcati per difendere i posti di lavoro ma queste motivazioni oggettive non partoriscono alcun ravvedimento nel legislatore che invece si prepara all’ennesima normativa anticostituzionale. Urge quindi, da subito, ragionare sull’incostituzionalità di leggi e regolamenti che ostacolano il pieno esercizio dell’art. 1 della Costituzione.

Infine, per concludere ,aumenteranno anche i giorni nei quali sarà proibito scioperare, gli scioperanti saranno obbligati a rientrare in servizio prima della fine stessa dello sciopero, giusto per riprendere servizio “senza recare disagi alla utenza”, quella utenza che paga ogni giorno i tagli ai servizi pubblici e le privatizzazioni del settore sotto forma di servizi piu’ cari e meno efficienti.

La difesa dell’utenza e dei diritti del cittadino sono solo scuse , l’obiettivo è ben altro ossia procedere  a passi spediti verso la distruzione dei diritti , quello di sciopero in primis;  lo hanno già fatto nel passato quando le prime normative contro gli scioperi sono arrivati insieme alle privatizzazioni e alla perdita di consensi dei sindacati cgil cisl uil. Anche allora, quasi 30 anni fa, si scrisse che bisognava tutelare i cittadini e la utenza da minoranze organizzate che recavano danni all’economia e alla cittadinanza. La storia degli anni successivi ha dimostrato che gli intenti dei Governi, concomitanti con quelli padronali, non erano certo la tutela dei cittadini e dei loro diritti . Dopo anni di privatizzazione e di pace sociale  i trasporti pubblici sono in una situazione di grave crisi, sempre piu’ cari e l’offerta al cittadino ridotta ai minimi termini.

Un motivo in piu’ , allora, per unificare le istanze dei cittadini utenti con quelle dei cittadini lavoratori. Il diritto di sciopero è inalienabile e non ingabbiabile.

Federico Giusti – sindacato generale di base

 

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