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Detenuto di 45 anni si impicca nell’infermeria del carcere di Firenze

Si è impiccato con un laccio da scarpe alle inferriate di una finestra. È morto così, nella notte tra sabato e ieri, un detenuto di Sollicciano. L’uomo, 45 anni, sarebbe dovuto uscire nel novembre del 2018 e avrebbe sofferto di problemi psichiatrici, tanto che si era valutato se trasferirlo, a quanto dice l’Osapp, uno dei sindacati degli agenti penitenziari. Il suicidio è avvenuto all’interno del centro clinico del carcere, l’uomo è stato dichiarato morto alle 0.52 di domenica.

Si trattava di un ex collaboratore di giustizia ed era recluso nella cosiddetta sezione protetta, riservata ai carcerati che possono avere problemi di incolumità personale. Negli ultimi giorni era stato ricoverato nel centro clinico, che si trova al piano superiore rispetto alla sezione protetta. Era da solo in una cella e si è ucciso quando c’è stato il cambio di turno. Dopo che è scattato l’allarme, il personale di guardia e quello sanitario hanno tentato di rianimarlo, anche usando il defibrillatore, ma non è stato possibile salvarlo.

“È l’ennesimo grave episodio che avviene nel centro clinico di Sollicciano – attacca Leo Beneduci, segretario Osapp. Il detenuto suicidatosi questa notte sembrerebbe avesse manifestato più volte il proprio disagio e preoccupazioni per la propria incolumità fisica una volta uscito dal carcere, tant’è che ne sarebbe stato chiesto più volte il trasferimento ad altra struttura della regione senza concreti riscontri da parte del competente provveditore regionale”. L’uomo era in carcere per più reati e sarebbe dovuto uscire nel 2019.

Con lo sconto di pena la data della liberazione era stata portata al novembre del 2018. Avrebbe detto varie volte di temere per il suo futuro fuori dal carcere. Non si sa se erano paure giustificate o se fossero solo la spia di un problema psichiatrico, la cui drammaticità si è manifestata l’altra notte. Secondo Beneduci: “Abbiano dei dati che dimostrano come la Toscana sia la regione con il più alto numero assoluto di morti in carcere, anche se il numero di detenuti non sia tra quelli maggiori in Italia. Nessuno ha mai ritenuto di approfondire e accertare le responsabilità, anche rispetto alle modalità di gestione e organizzazione degli istituti di pena”.

Il garante dei detenuti di Firenze è Eros Cruccolini spiega che il servizio psichiatrico di Sollicciano è molto buono. “Io però quando succedono queste cose continuo a ribadire che, al di là del fatto psichiatrico, siamo di fronte a una sconfitta per tutti. Bisogna fare dei progetti personalizzati, ci vogliono più psicologi, più educatori e assistenti sociali. E poi gli enti locali devono svegliarsi e fare le gare per le cooperative di tipo B in cui impiegare i detenuti, come prevede la legge. Ho parlato con tutti i sindaci dell’area fiorentina e mi hanno dato la loro disponibilità. Adesso bisogna assolutamente partire”.

Sempre il garante dei detenuti Cruccolini spiega che nel penitenziario fiorentino oggi non c’è il grave problema di sovraffollamento di qualche tempo fa. “Siamo passati da mille detenuti a circa 700 – dice – e anche per questo motivo forse all’interno del carcere si può lavorare meglio di prima. E magari salvare qualche vita, ben sapendo che già oggi il servizio psichiatrico di Sollicciano è molto buono e che in queste cose c’è una sfera di imponderabile e inarrestabile.

Nel senso che se qualcuno vuole uccidersi il modo di farlo lo trova, come lo dimostra la drammatica storia dell’aereo della Germanwings”. Quello dell’altra notte è il primo suicidio avvenuto all’interno di Sollicciano in questo 2015. Nel corso dell’anno passato c’erano stati altri tre episodi dello stesso tipo.

fonte La Repubblica

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